Aldo Palazzeschi: differenze tra le versioni

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{{Intestazione|Dall'intervista di Grazia Livi, ''La mia ricetta della felicità'', ''Epoca'', XIV, 651, 17 marzo 1963, p. 77}}
 
*[...] c'è qualcosa che non mi piace. Per esempio il gran baccano che si fa oggi attorno a un artista. Oggi non è l'opera che conta, ma è il personaggio: bisogna assolutamente costruire il personaggio, inventare il personaggio. [...] E invece in arte il personaggio non dovrebbe esistere, gli si dovrebbe proibire di comparire dietro la sua opera.
*Ho l'impressione che tutto questo progresso non porti affatto alla felicità, né alla sicurezza dell'uomo. Anzi, l'uomo è meno tranquillo, meno felice, in fondo, e gli si è senz'altro indebolito il sentimento religioso. Per colpa della scienza. E, invece, per vivere tranquillamente ci vuole una religione: via, non ci son dubbi.
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===Citazioni===
*Non bisogna credere che tante [[coppia|coppie]] fossero formate tutte da creature giovani e belle, o almeno fresche, che portavano in giro lo straripante rigoglio dei bei vent'anni, così ricco di gioia che ne dona e ne semina sui propri passi senza avvedersene, ma ve n'erano d'ogni specie e colore, d'ogni età, e qualche volta di tale sagoma o sproporzione da seminare soltanto un po' di tolleranza e molta allegria giacché l'[[amore]], di qualunque specie, non è mai triste.
*La banda municipale di Compiobbi intonò la marcia trionfale dell<nowiki>'</nowiki>''Aida'', quindi ebbe principio la Messa accompagnata dal mistico coro della ''Norma''. Sia la banda che la fanfara prestavono il loro servizio in piazza e non in collegamento con la funzione religiosa, per quanto suonassero durante quella. I prestigiatori fotografici avevano trasportato i loro bussolotti ai lati del'altare, e ora l'uno ora l'altro facevano partire dei lampi: "pflam!" che sbalordivano e davano un sussulto al tempo medesimo che venivano eseguiti i loro prodigi: "pflam! pflam!".<br />Fra tante sorprese e stonature, una sola persona aveva saputo mantenersi irreprensibile. Remo. Disinvolto, corretto, elegante nel bellissimo ''tight'' che ne esaltava la figura a pieno, non aveva un attimo di goffaggine o di incertezza, di monelleria, di volgarità; premuroso e cortese camminava al fianco della sua sposa per condurla all'altare, e rimanendole vicino con grande dignità. E all'atto supremo della celebrazione dolcemente compreso dalla santità del rito senza esternarne il turbamento. A differenza degli altri tutta la sua figura era in perfetta armonia con l'ora e con l'ambiente.
*Non vi è sposa [[fedeltà|fedele]] [...] che almeno con gli occhi non abbia tradito il coniuge parecchie volte.
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===''Cuor mio''===
*''Caduto in un ignoto | punto di questa terra | e pervaso | dal più dolce smarrimento | ho perduto | il senso di me stesso | la provenienza | la direzione | l'orientamento'' [...] ''| Né passato né futuro | liberato | dalle catene del tempo | | quasi volando | più non avverto | il piede sul selciato.'' (da ''Rue de Buci'')
*''La porpora dogale | il capo mi bagna | religiosamente nell'entrare | mentre l'occhio discopre | la rotondità | di un lago d'argento | che paralizza il piede. | Celato in mezzo nello scrigno d'oro | è il Mistero | che rapisce il cuore: | fuoco.'' (da ''Santa Maria della Salute'')
*''Nel respiro greve del sonno | il petto del vegliardo | si espande con fatica | e l'Impalpabile | avvicinatosi | a quel corpo dormente | osserva con ironica dolcezza | sorridendo appena. | S'inginocchia | per lambirne il piede | con le labbra. | Riapparso al centro | della marmorea foresta | senza sfiorare il suolo | in tanta solennità | fra corpi e ombre | si ferma ancora | e al cielo illuminato | prima di scomparire | rivela | la faccia divenuta argentea | lasciando un vuoto nell'aria. | Eterna rissa | degli uomini sulla terra | e nel cielo | eterna impassibilità della luna.'' (da ''Notturno in Piazza San Pietro'')