Jonathan Safran Foer: differenze tra le versioni

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*Tutti eseguiscono [[Cattiva azione|cattive azioni]]. Anch'io. Anche il Babbo. E anche tu le eseguisci. Una persona [[Cattiveria|cattiva]] è un uomo che non compiange le sue cattive azioni. (Alexander, p. 175)
*Prima credevo che l'[[umorismo]] fosse l'unico modo di misurare quanto è meraviglioso e terribile il mondo, per festeggiare la grandezza della vita. Capisci cosa voglio dire? [...] Ma adesso credo tutto il contrario. L'umorismo è una maniera di ritrarsi da questo mondo meraviglioso e terribile. (Jonathan, p. 190)
*Sapeva che ''ti [[Amore|ti amo]]'' vuol dire anche: ''ti amo più di chiunque altro ti ami o ti abbia mai amata, o ti amerà'', e anche: ''io ti amo in un modo in cui nessuno ti ama, o ti ha mai amato, o ti amerà mai'', e anche: ''ti amo in un modo in cui non amo nessun'altra e non ho mai amato nessun'altra e non amerò mai nessun'altra.'' (p. 205)
*Mio nonno era innamorato del profumo delle [[donna|donne]]. Ne portava gli aromi come anelli attorno alle dita e sulla punta della lingua come parole – combinazioni inconsuete di odori consueti. (p. 207)
*{{Maiuscoletto|Gli [[ebrei]] hanno sei [[sensi]]}}<br/>Tatto, gusto, vista, odorato, udito... [[memoria]]. Mentre i gentili fanno esperienza del mondo mediante i sensi tradizionali e usano la memoria solo come strumento di second'ordine per interpretare i fatti, per gli ebrei la memoria non è meno primaria della puntura di uno spillo, o del suo argenteo luccichio, o del gusto del sangue che sprigiona dal dito. L'ebreo è punto da uno spillo e ricorda altri spilli. È solo riconducendo la puntura dello spillo ad altre punture – quando sua madre tentava di aggiustargli la manica con il suo braccio dentro; quando le dita di suo nonno si addormentarono accarezzando la fronte madida di suo bisnonno; quando Abramo saggiò il coltello per essere sicuro che Isacco non sentisse dolore – che l'ebreo appura perché faccia male.<br/>Quando un ebreo incontra uno spillo domanda: ''Che cosa mi ricorda?'' (pp. 237-238)