*Eppure Èè cominciato quasi per gioco, nel 1951, io liceale, aspirante giocatore di tennis: mio padre Giovanni Scheiwiller, figlio di quel Giovanni che fu tra i primi collaboratori del grande Ulrico Hoepli, venendo verso il 1880 a Milano dal Cantone di San Gallo era allora direttore della Hoepli, e stanco e sfiduciato della sua piccola casa editrice del sabato e della domenica, (Passatempo 1925-1944 aveva intitolato un suo cataloghino) mi chiese a bruciapelo se volevo continuare.Ioio: "«Sì, papà"». Il tennis perse un mediocre giocatore e l'editorial’editoria italiana si guadagnò il suo editore "inutile", di libri e microlibri, non tascabili ma taschinabiltaschinabili.<ref>Da ''[http://www.cinquantamila.it/storyTellerArticolo.php?storyId=0000002233290 I miei libri, così liberi e inutili]'', ''Cinquantamila.Corriere.it'', 24 marzo 2013.</ref>
*{{NDR|[[Ho Kan]] è}} Silenzioso, modesto, irriducibile; da anni lo ammiro perché mi insegna la grande pittura senza immagine: da ascoltare prima ancora di vedere. Una pittura che non grida mai.<ref>Citato in ''[http://www.ilgiornale.it/news/mia-cina-ritrovo-sui-navigli.html]''La mia Cina la ritrovo sui Navigli]''., ''il Giornale.it'', Redazione30 -gennaio Lun, 30/01/2006.</ref>.