Paul Valéry: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Paul Valéry==
*C'è uno stupido dentro di me. Devo approfittare dei suoi errori.<ref>Citato in Mimmo Ciavarelli, ''Gestalt: L'ovvio per i giorni alterni'', Armando, Roma, 2011, [http://books.google.it/books?id=9I4TFOvNBaAC&pg=PA46 p. 46]. ISBN 978-88-6081-990-1</ref>
*{{NDR|Su [[Genova]]}} Carruggi. Qui, moltitudini di bambini giocano attorno a povere p... nude, o seminude che si offrono sulla soglia dei loro bassi aperti. È una prostituzione simile al piccolo commercio delle strade. Esse si vendono semplicemente, come poco lontano si vendono castagne, fichi, enormi torte dorate, farinate di ceci. Si va nella vita complicata di questi profondi sentieri come si entrerebbe nel mare, nel fondo nero di un oceano stranamente popolato.<br>Sensazione da novella araba. - Odori concentrati, odori ghiacciati, droghe, formaggi, caffè abbrustoliti, cacao deliziosi finemente tostati da cui s'esala amarume... - Passanti rapidi su questi marmi raschiati dallo scalpello. - Verso le alture, le stradette si arrampicano, ornandosi di passiere di mattoni e ciottoli. - Cipressi, minuscoli duomi, frati.<br>Cucine fragranti. - Queste torte gigantesche, farine di ceci, mescolanze, sardine all'olio, uova sode imprigionate nella pasta, torte di spinaci, fritture. - Questa [[Cucina genovese|cucina]] è antichissima.<br>Genova è una cava d'ardesia.<ref name=marcenaro8991/>
*{{NDR|Su [[Genova]]}} Città di un oriente Luigi XIV – concreta – aspra – personale – amante del fare e del costruire – rivolta allo sviluppo in lotta con la montagna – che lei taglia, sfrutta, buca, scala, e dalla quale estrae – l'acqua, la pietra, l'ardesia, il mattone.<ref name=quaderni-genova/>
*[[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]] è sempre meraviglioso di energia vitale e di entusiasmo. Pensate che mi fece «volare» sul suo diabolico motoscafo da Desenzano a Gardone: pareva che il vento mi strappasse la pelle.<ref>Citato in Carlo Martini, [http://www.archiviocapitolinorisorsedigitali.it/view_doc_frameset.php?IDA=69&IDF=2758 ''Valéry a Roma''], ''Capitolium'', n. 6, 1960, p. 28.</ref>
*{{NDR|Su [[Genova]]}} Dei luoghi sorprendenti, viottoli, deserti, una sorta di inatteso lago nero.<ref>Citato in Giuseppe Marcenaro, ''Genova e le sue storie'', Bruno Mondadori Editore, Milano, 2004, p. 63. ISBN 9788842491439</ref>
*[[Genova]], città dei gatti. Angoli neri.<br>Si assiste alla sua ininterrotta costruzione dal tredicesimo al ventesimo secolo.<br>Questa città tutta visibile e presente a se stessa; in persistente familiarità con il suo mare, la sua roccia, la sua ardesia, i suoi mattoni, i suoi marmi; in lavorio perpetuo contro la sua montagna. - Americana dopo [[Cristoforo Colombo|Colombo]].<br>Noia ineffabile delle cose d'arte - assente a Genova.<ref name=marcenaro8991>Citato in Marcenaro, pp. 89-91</ref>
*[[Genova]] è ricca di monumenti ed io dedico le mie giornate a visitarli. La [[Cattedrale di San Lorenzo (Genova)|cattedrale]] è bella, gotico-moresca con statue dei tempi antichi, con iscrizioni che tento di tradurre con l'avanzo di latino che mi rimane...
*Il [[genialità|genio]] si muove nella follia, nel senso che si tiene a galla là dove il [[demenza|demente]] annega.<ref>Citato in Serena Zoli, Giovanni B. Cassano, ''E liberaci dal male oscuro'', TEA, Milano, 2009, p. 467. ISBN 978-88-502-0209-6</ref>
*Il me è odioso, ... ma si tratta di quello degli altri.
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*La venerazione del passato conduce a un pessimismo ingiustificato sul presente e impedisce di capire che l'avvenire non è già più quello che era.<ref>Da ''Letterature''</ref>
*Mentre [[Firenze]] si contempla e [[Roma]] sogna, e [[Venezia]] si lascia vedere – [[Genova]] si fa e rifà – <ref>Da ''Quaderni'', op. cit., p. 105</ref>
*[[Monte Fasce|Monte Fascie]]: 834 metri, la sua potenza – color di saio – digrada per ampie, larghe e lente pieghe – domina tutto senza slancio – scende e non sale. Fisionomia monastica e militare. Non chiacchiera. – Dal silenzio nudo e raso e dal tono dolce, su tutta la massa contiene e sorveglia tutta la città, della quale sembra ascoltare tutti i rumori, i galli e le sirene, campane e ruggiti vaporosi, senza mai rispondere. Fare di questo massiccio un bello studio topografico – Felice colui che è consolato dalla scrittura! – Quel disegno, quel rilievo minuzioso esaurirebbe su questi lobi e su questi contorni, mi libererebbe di questa montagna?<ref>Citato in Marcenaro, pp. 91-92</ref>
*Nell'arte della [[danza]], i movimenti dei corpi non hanno nessun fine.<ref>Citato in '' Corriere della Sera'', 18 giugno 2003</ref>
*Non conosco l'esistenza di questo Ilario {{NDR|Sant'Ilario}} dove risiedete. Mi chiedo se si tratta d'uno di quei deliziosi piccoli ''paesi de la riviera di Levante.'' Che ricordi mi hanno lasciato i soggiorni da quelle parti e, in particolare, un certo mese d'agosto, a [[Nervi (Genova)|Nervi]] - nel 1887! [...] Si andava da Genova a Nervi! Una leggera colazione e, subito dopo il caffè - all'acqua! Tre o quattro ore d'acqua calda, profonda, tra gli scogli giovani uomini e fanciulle. Si saliva sulle rocce e ci si rituffava nel mare, indefinitamente. Poi ci si rivestiva in una specie di grotta marina, quasi tenebrosa, ingombra di remi. Queste immagini di sole familiare, d'acqua pungente, di vita passata in seminudità, di tempi cocentemente perduti... sono rimasti dentro di me, a lungo, quali risorsa e ideale. Ahimé, ora sento di non riattraversare più queste visioni, così potenti, che tanto significavano la giovinezza. Fino a qualche anno fa non avrei mai pensato di rifiutare, che so, quel calore e quei preservati vigori.<ref name=lettera-larbaud>Da una lettera a Valery Larbaud del 15 agosto 1928, in Marcenaro, pp. 105-107</ref>
*O [[credere|credente]], ammetto che hai un ''ideale'', e il tuo lume nella tua foresta; pensi che io non abbia il mio? Ma mentre il tuo l'hai ricevuto e accettato senza quel severissimo esame che il problema merita, se ha qualche importanza; e mentre ti giunge dalla bocca altrui, bell'e fatto e articolato, il mio si forma nei miei tentativi − ed è inseparabile da essi, se addirittura non vi si confonde completamente. È la ricerca il mio espediente, e non potrei trovare niente che valga di più della propria ricerca, compreso l'ideale da assegnarsi.<ref>Da ''Quaderni, 1894-1945''</ref>
*''O viottoli olenti | In cui ciascun sente | Cotante erbe e cento | Droghe differenti, | In cui, nari erranti, | Tu fendi gli incensi | Che l'ombra incoerente | Diffonde ai passanti...''<ref>Da ''A [[Genova]]'', in ''Opere scelte'', p. 163</ref>
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*Si alza il [[vento]]!... Bisogna tentare di vivere!
:''Le vent se lève!... Il faut tenter de vivre!''<ref>Da ''Le Cimetière marin''; citato in Massimo Blanco, ''Cerchi d'acqua: materiali per Paul Valéry'', Edizioni di storia e letteratura, Roma, 2003, [https://books.google.it/books?id=RA-vr0PUBd4C&pg=PA211 p. 211]. ISBN 88-8498-114-X</ref><ref>A questo verso s'ispira il titolo del romanzo ''Si alza il vento'' di [[Tatsuo Hori]] e dell'[[Si alza il vento|omonimo film]] di [[Hayao Miyazaki]].</ref>
*Sogno spesso il piacere che sarebbe per me errare con voi per [[Genova|Zena]]. Che città singolare e completa! Purtroppo non ha avuto né un Canaletto, né un Guardi. Nessuno ha esplorato queste inesauribili atmosfere da incisione all'acquaforte. È stata un poco guastata. Voi non avete conosciuto il [[Molo Vecchio]], nè le straduccole che si annodavano e reggevano il serpeggiante strascico al posto dell'infame [[Via XX Settembre (Genova)|via XX Settembre]]...<ref name=lettera-larbaud/>
*[[Verona]], con le sue vecchie mura che l'attorniano, i suoi ponti dai parapetti merlati, le sue lunghe e larghe vie, i suoi ricordi del medio evo, ha una grande aria che incute rispetto.<ref>Citato in {{cita web|url=http://it.geocities.com/giulianoverona/stranieri/veronaestranieri.html|titolo=Verona e gli stranieri <!-- Bot generated title -->|deadurl=yes|urlarchivio=http://www.webcitation.org/query.php?url=http://it.geocities.com/giulianoverona/stranieri/veronaestranieri.html}}</ref>
 
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==Bibliografia==
*Giuseppe Marcenaro, ''La nuit de Gênes di Paul Valéry'', Sagep, Genova, 1994. ISBN 88-7058-525-5
*Giuseppe Marcenaro e Piero Boragina, ''La nuit de Gênes. L'universo poetico di Paul Valéry'', Sagep, Genova, 1994. ISBN 88-7058-530-1
*{{fr}} Gabriel Pomerand, ''Le petit philosophe de poche, Textes réunis par Gabriel Pomerand'', Le livre de poche, 1962.
*Paul Valéry, ''Album di versi antichi'', a cura di Ugo Fasolo, Fabbri Editori, 1997.
*Paul Valéry, ''Cattivi pensieri'', a cura di Felice Ciro Papparo, Adelphi, 2006.
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*Paul Valéry, ''Quaderni'', vol. I, traduzione di Ruggero Guarini, Adelphi, Milano, 1985
*Paul Valéry, ''Tel Quel'', "Littérature", 1929, Pléiade.
*{{fr}} Gabriel Pomerand, ''Le petit philosophe de poche, Textes réunis par Gabriel Pomerand'', Le livre de poche, 1962.
 
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