Paul Valéry: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Paul Valéry==
*C'è uno stupido dentro di me. Devo approfittare dei suoi errori.<ref>Citato in Mimmo Ciavarelli, ''Gestalt: L'ovvio per i giorni alterni'', Armando, Roma, 2011, [http://books.google.it/books?id=9I4TFOvNBaAC&pg=PA46 p. 46]. ISBN 978-88-6081-990-1</ref>
*{{NDR|Su [[Genova]]}} Città di un oriente Luigi XIV – concreta – aspra – personale – amante del fare e del costruire – rivolta allo sviluppo in lotta con la montagna – che lei taglia, sfrutta, buca, scala, e dalla quale estrae – l'acqua, la pietra, l'ardesia, il mattone.<ref name=quaderni-genova/>
*[[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]] è sempre meraviglioso di energia vitale e di entusiasmo. Pensate che mi fece «volare» sul suo diabolico motoscafo da Desenzano a Gardone: pareva che il vento mi strappasse la pelle.<ref>Citato in Carlo Martini, [http://www.archiviocapitolinorisorsedigitali.it/view_doc_frameset.php?IDA=69&IDF=2758 ''Valéry a Roma''], ''Capitolium'', n. 6, 1960, p. 28.</ref>
*Il [[genialità|genio]] si muove nella follia, nel senso che si tiene a galla là dove il [[demenza|demente]] annega.<ref>Citato in Serena Zoli, Giovanni B. Cassano, ''E liberaci dal male oscuro'', TEA, Milano, 2009, p. 467. ISBN 978-88-502-0209-6</ref>
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*Nell'arte della [[danza]], i movimenti dei corpi non hanno nessun fine.<ref>Citato in '' Corriere della Sera'', 18 giugno 2003</ref>
*O [[credere|credente]], ammetto che hai un ''ideale'', e il tuo lume nella tua foresta; pensi che io non abbia il mio? Ma mentre il tuo l'hai ricevuto e accettato senza quel severissimo esame che il problema merita, se ha qualche importanza; e mentre ti giunge dalla bocca altrui, bell'e fatto e articolato, il mio si forma nei miei tentativi − ed è inseparabile da essi, se addirittura non vi si confonde completamente. È la ricerca il mio espediente, e non potrei trovare niente che valga di più della propria ricerca, compreso l'ideale da assegnarsi.<ref>Da ''Quaderni, 1894-1945''</ref>
*''O viottoli olenti | In cui ciascun sente | Cotante erbe e cento | Droghe differenti, | In cui, nari erranti, | Tu fendi gli incensi | Che l'ombra incoerente | Diffonde ai passanti...''<ref>Da ''A [[Genova]]'', in ''Opere scelte'', Mondadori, Milano, 2014, p. 163. ISBN 978-88-04-61402-9</ref>
*Preferisco [[Genova]] a tutte le città in cui ho abitato. È che mi ci sento sperduto e a casa mia – fanciullo e straniero. Essa ha una distesa di cupole, monti calvi, mare, fumi, neri fogliami, tetti rosa, e quella [[Lanterna di Genova|Lanterna]], così alta ed elegante, – e meandri popolosi, labirinti ingombri le cui viuzze salgono, scendono, si intersecano e di colpo sbucano sulla veduta del porto; – piena di sorprese, di porte scolpite marmo o ardesia, casse, formaggi; scale, panni anziché il cielo, cancelli richiusi, bizzarro [[Lingua ligure|dialetto]] dal suono nasale e irritante, dalle strane abbreviazioni, vocaboli arabi o turchi.<ref name=quaderni-genova>Da ''Quaderni'', op. cit., pp. 104-105</ref>
*Quando non si può attaccare il [[ragionamento]], si attacca il ragionatore.<ref>Citato in Marco Travaglio e Peter Gomez, ''Inciucio'', BUR, 2005</ref>
*Quello che viene creduto da tutti, per sempre, dovunque, ha molte probabilità di essere falso.<ref name="multi">Citato in [[Guido Almansi]], ''Il filosofo portatile'', TEA, Milano, 1991.</ref>
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*Paul Valéry, ''Cattivi pensieri'', a cura di Felice Ciro Papparo, Adelphi, 2006.
*Paul Valéry, ''L'idea fissa'', a cura di Valerio Magrelli, Adelphi, 2008.
*Paul Valéry, ''Opere scelte'', Mondadori, Milano, 2014, p. 163. ISBN 978-88-04-61402-9
*Paul Valéry, ''Quaderni'', vol. I, traduzione di Ruggero Guarini, Adelphi, Milano, 1985
*Paul Valéry, ''Tel Quel'', "Littérature", 1929, Pléiade.