Aleksandr Aleksandrovič Blok: differenze tra le versioni

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*E ora i tramonti sono pieni di visioni e mi portano lacrime, mi portano fuoco, mi portano canzoni. Qualcuno mi bisbiglia che un giorno ritornerò negli stessi luoghi, ma cambiato dalle terribili leggi del tempo, spento e con un canto ormai impersonale (vale a dire come un uomo, come un poeta, e non come un profeta in possesso di un mistero...) (p. 34)
*{{NDR|A proposito dei cambiamenti politici in corso e della rivoluzione del 1905}} Noi non sapevamo ancora quel che ci aspettava, ma nei nostri cuori l'ago del sismografo oscillava. Ci sembrava di vivere sullo sfondo di un immenso incendio. (p. 58)
*Mamma, sono a casa e ti scrivo perché, quando ci vediamo, noi non ci parliamo, ma discutiamo. In questi giorni sono molto teso, e vorrei esserlo ancora di più. I contatti con la gente non mi affaticano, ma risvegliano la mia personalità, che mi piace sempre di più. Mi trovo di continuo in uno stato di violenta esaltazione che m'impedisce di rendermi conto di quel che accade intorno a me. E in tali momenti tu mi guardi con aria interrogativa. Voglio tu sappia che in qualunque momento della mia vita io ti amo. Amo anche Franz e la zia. Anche Ljuba ti ama. Me lo dice spesso. Voglio che queste verità siano sempre evidenti perché un mucchio di cose vane finiranno per guastare la nostra vita. Inoltre, sento irrimediabilmente che i parenti, gli altri membri della famiglia, tutte le conoscenze, mi sono odiosi. Non possono e non devono sapere chi sono. Sono lontani da me quanto i [[vigile urbano|vigili]] che guardano la gente passare... (p. 66)
*Mamma, la vita mi pesa sempre di più. È tutto così freddo intorno a me. Si è formato il vuoto, come se tutti mi avessero abbandonato, come se nessuno mi amasse. Probabilmente nessuno mi ha mai amato. Vivo in un'isola deserta, fredda e vuota. (p. 76)
*Mamma, vivere mi è penoso. La solitudine mi porta nelle bische; vagabondo qua e là, e bevo. Divento cattivo, la mia è una vita fallita. Ma chi di noi non ha fallito? (p. 76)