Giovanni Boccaccio: differenze tra le versioni

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*Boccaccio non ha questo tipo di vincoli e di lungimiranze da serva {{NDR|confrontando con [[Dante]]}}. Lascia l'uomo libero di fronte a se stesso e agli altri, non lo sotterra né lo innalza, lo fa stare sui suoi piedi, gli infonde fiducia in sé e nelle sue forze e nei suoi meravigliosi limiti. Umani, per l'appunto. ([[Aldo Busi]])
*Contiene l'ammaestramento a usare l'intelligenza contro la fortuna, a saper cogliere l'occasione e a comportarsi audacemente, perché è meglio correre dei rischi che affondar nell'inerzia. ([[Giuseppe Prezzolini]])
*In Boccaccio c'è un'attenzione all'uomo di bassa estrazione, oggi diremmo proletariato, che lo stacca dalla letteratura della sua epoca e dai soggetti epico cavallereschi. ([[Tullio Solenghi]])
*Linguisticamente siamo più figli di Boccaccio di quanto possiamo esserlo di Dante. ([[Tullio Solenghi]])
*Per virtù tutta sua, il Boccaccio divide, decompone i suoi argomenti e vi suscita dentro come tanti centri secondari, intorno ai quali si raggruppi una serie più o meno grande di fatti. Sotto le sue mani si forma continuamente l'episodio. L'episodio nelle sue opere è quasi sempre come un figlio che si distacchi dalla famiglia, bramoso di vita propria e indipendente; e il Boccaccio è verso quello come un padre indulgente o debole, che si contenti di un'autorità poco più che nominale. L'arte di condurre in una volta un ampio e lungo ordine di fatti; di far muovere una numerosa compagnia di personaggi, coordinando e volgendo tutti i loro atti ad un unico scioglimento, ad un'unica catastrofe; di comporre l'episodio in modo che abbia tanta vita da essere pur bello in sé, ma non tanta da sovrapporsi alla storia principale e privarla di pregio; di andar producendo durante il corso di questa effetti immediati e parziali, ma insieme facendo che essi concorrano all'effetto massimo ed ultimo; quest'arte il Boccaccio non l'ebbe.... ([[Bonaventura Zumbini]])