Giorgio Pallavicino Trivulzio: differenze tra le versioni

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→‎Bibliografia: URL Internet Archive
→‎Incipit di alcune opere: nota su Spilbergo
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Lettore mio, non aspettarti da me un libro; ché io non t'offro un libro; ma, vecchio qual sono – m'accosto alla settantina<ref>Questo io scriveva nel 1863. {{NDR|N.d.A.}}</ref> – ed anche un po' rimbambito – direbbero dottrinari e puritani – io intendo in quest'ultimo periodo della mia vita annoiare senza pietà il mio prossimo chiacchierando; consuetudine antica della vecchiaia. Il catechismo insegna essere atto meritorio il sopportare pazientemente le persone moleste. Oggi, per tua sventura, hai trovato in me una persona molesta. Vuoi tu andare in paradiso?... Andarci dormendo? Eccoti la strada: leggi le mie Memorie. <!--(Volume primo, cap. 1)-->
 
===''Spilbergo<ref>Italianizzazione di Spielberg, nome della fortezza in cui furono imprigionati vari patrioti italiani.</ref> e Gradisca''===
Volgeva l'anno 1820. L'Austria, di que' giorni, erasi già resa insopportabile ai Lombardo-Veneti colla sua pedantesca e insipiente amministrazione; ma non avea per anco gettato via quella maschera onde seppe coprire per tanti anni il suo laido costume. La meretrice conservava una reliquia di pudore. Però, al tempo di cui ragioniamo, tu non vedevi nel Lombardo-Veneto quel mostruoso accozzamento di atti arbitrari e feroci che doveano costituire, più tardi, tutto il governo austriaco. Non parlavasi allora di città poste in stato di assedio, di sequestri, di confische, di forca. Si voleva il sonno, ma non la morte dell'infelice contrada. Per la qual cosa i Lombardo-Veneti, poveri iloti, erano manomessi dai loro tiranni, ma non ancora svaligiati e assassinati da quelli. Anche l'Austria ha PROGREDITO – e noi vediamo in qual modo.