Lucien Rebatet: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Il Pierrot Lunaire di Arnold Schönberg}} Fin nelle visioni più drammatiche, si indovina l'ironia latente. Ci piace che la narratrice dettagli il testo con spirito e mordente. Gli strumenti lo avvolgono con la loro poesia insidiosa, lo abbracciano con il loro contrappunto la cui raffinatezza ci abbaglia di nuovo ogni volta che lo risentiamo. Per ogni brano, [[Arnold Schönberg|Schoenberg]] inventa una nuova disposizione dei suoi timbri, con l'immaginazione di un grande poeta dei suoni. Dopo tre quarti d'ora nell'instabilità, la lancinante sottigliezza del «totale cromatico», l'inconfutabile ''mi'' maggiore dell'epilogo posa su queste ultime misure un raggio magico. È l'eleganza e l'indipendenza di un rivoluzionario che sa ritornare al linguaggio consacrato quando quest'ultimo è la più perfetta espressione di quel che sente e di quel che vuole.
:''Jusque dans les visions les plus dramatiques, on devine l'ironie latente. Nous aimons que la récitante détaille le texte avec esprit et mordant. Les instruments l'enveloppent de leur poésie insidieuse, l'enlacent de leur contrepoint don le raffinement nous éblouit à neuf chaque fois où nous les réentendons. Pour chaque pièce, Schoenberg invente une disposition nouvelle de ses timbres, avec l'immagination d'un grand poète des sons. Après trois quart d'heure dans l'instabilité, la subtitlité lancinante du «total chromatique», le ''mi'' majeur irréfutable de l'épilogue pose sur ces dernières mesures un rayon magique. C'est l'élegance et l'indépendance d'un révolutionnaire qui sait revenir au langage consacré quand celui-ci est la plus parfaite expression de ce qu'il sent et de ce qu'il veut.'' (da ''Parte Quarta, cap. V., Schoenberg et ses Disciples, De Wagner au Pierrot Lunaire'', p. 548-549)
*{{NDR|La [[dodecafonia|tecnica seriale o dodecafonica]] scoperta da Schönberg}} I critici gli rimproveravano al contrario di precipitare la disgregazione della sua arte, nelle sue opere essi non sentivano altro che suoni indifferenziati. I più aperti vedevano nella serie un regolamento barbaro, incomprensibile. Essa non era tuttavia più arbitraria del «soggetto» delle fughe classiche, i temi-pretesto spesso insignificanti delle variazioni di [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]] o di [[Johannes Brahms|Brahms]], la scelta di un determinato fondamento tonale nelle sinfonie di fattura tradizionale. Essa ricreava nella musica gli obblighi e i limiti necessari ad ogni arte. I suoi rigori erano grandi, ma a misura delle immense libertà di cui il musicista evaso dal sistema tonale ormai disponeva.
:''Les critiques lui reprochaient au contraire de précipiter la désagrégation de son art, ils n'entendaient plus dans ses ouvrages que de son indifférenciés. Les plus ouverts voyaient dans la série un règlement barbare, incompréhensible. Elle n'était cepandant pas plus arbitraire que le «sujet» des fugues classiques, les thèmes-prétexte souvent insignifiants des ''variations'' de Beethoven ou de Brahms, le choix de telle assise tonale dans les symphonies de facture traditionelle. Elle recréait dans la musique les contraintes et les limites nécessaires à tout art. Ses rigueurs étaient grandes, mais à la mesure des immenses libertés dont le musicien évadé du système tonal disposait désormais.'' (da ''Parte Quarta, cap. V., Schoenberg et ses Disciples, La Série'', p. 550)
*{{NDR|Lulu di Alban Berg}} Le forme della musica sinfonica penetrano il dramma, assicurano la sua unità e la sua continuità. Come in ''Wozzeck'', ma più ampiamente, le substrutture più o meno indecrittabili all'ascolto, sonate, canoni, rondò, servono da regolatore alla scrittura atonale, sostengono e organizzano la composizione come le linee di forza invisibili nei pittori del Rinascimento innamorati del Numero d'Oro. Quanto alla strumentazione, essa è costantemente ammirevole, per chiarezza, sapore, logica, imprevisto. Magnifico lavoro «fatto a mano» di cui non ci si stupisce abbia richiesto all'autore anni di perseveranza, rammaricandoci che egli non abbia avuto la gioia di condurlo fino all'ultima misura.