Giorgio Pallavicino Trivulzio: differenze tra le versioni

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Incipit di "Memorie"
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==Citazioni di Giorgio Pallavicino Trivulzio==
*Noi abbiamo nel ''piemontesismo'' un nemico sommamente pericoloso, un nemico implacabile. I piemontesi, tutti i piemontesi – dal conte Solaro della Margarita all'avvocato [[Angelo Brofferio]] – sono macchiati della stessa pece. All'Italia con una metropoli: Roma, – essi preferiscono un'Alta Italia con due capitali: Torino e Milano. [[Camillo Benso, conte di Cavour|Camillo Cavour]] è ''piemontesissimo''!<ref>Da una lettera di G. Pallavicino a Daniele Manin, del 1º ottobre 1856, ripr. in Daniele Manin e Giorgio Pallavicino, ''Epistolario politico'', a cura di B. E. Maineri, Milano 1878, p. 212; citato in [[Denis Mack Smith]], ''Il Risorgimento italiano. {{small|Storia e testi}}'', Gius. Laterza & Figli, 1968; edizione Club del Libro, 1981, p. 414.</ref>
 
==[[Incipit]] di ''Memorie di Giorgio Pallavicino''==
Lettore mio, non aspettarti da me un libro; ché io non t'offro un libro; ma, vecchio qual sono – m'accosto alla settantina – ed anche un po' rimbambito – direbbero dottrinari e puritani – io intendo in quest'ultimo periodo della mia vita annoiare senza pietà il mio prossimo chiacchierando; consuetudine antica della vecchiaia. Il catechismo insegna essere atto meritorio il sopportare pazientemente le persone moleste. Oggi, per tua sventura, hai trovato in me una persona molesta. Vuoi tu andare in paradiso?... Andarci dormendo? Eccoti la strada: leggi le mie Memorie.
 
==Note==