Sandro Magister: differenze tra le versioni

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'''Alessandro Magister''' detto '''Sandro''' (1943 – vivente), scrittore e giornalista italiano.
 
==Citazioni di Sandro Magister==
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*[[Papa Giovanni Paolo II|Wojtyla]] si segnala come interprete di prima grandezza della nuova fase dell'apertura a oriente della Chiesa, a superamento del capitolo meramente diplomatico.<ref>Da ''Chi ha paura di Gesù Cristo?'', ''L'Espresso'', 29 ottobre 1978.</ref>
*[[Papa Giovanni Paolo II|Karol Wojtyla]] irrompe in questi anni '80 con il passo grave del più celebre papa della storia. Celebre, non celebrato. [...] Dopo quindici mesi di pontificato, papa Karol Wojtila non è più uno sconosciuto: eppure, più il mondo lo conosce, meno il mondo lo ama.<ref>Da ''Sua Santità l'invadente'', ''L'Espresso'', 13 gennaio 1980.</ref>
*Ebbene, la scienza non ha finora potuto dimostrare che il principio vitale dell'organismo umano risieda in alcun organo del corpo. Il sistema integratore del corpo, considerato come un "tutto", non è infatti localizzabile in un singolo organo, sia pure importante, come il cuore o l'encefalo. Le attività cerebrali e cardiache presuppongono la vita, ma non è propriamente in esse la causa della vita. Non bisogna confondere le attività con il loro principio. La [[vita]] è qualcosa di inafferrabile che trascende i singoli organi materiali, dell'essere animato, e che non può essere misurata materialmente, e tanto meno creata: è un mistero della natura, su cui è giusto che la scienza indaghi, ma di cui la scienza non è padrona. Quando la scienza pretende di creare o manipolare la vita, si fa essa stessa filosofia e religione, scivolando nello "scientismo".<ref name=trapi>Da ''[http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/09/08/morte-cerebrale-interviene-roberto-de-mattei/ Morte cerebrale. Interviene Roberto Di Mattei]'', ''Espresso.it'', 8 settembre 2008.</ref>
*{{NDR|Sulla [[morte cerebrale]]}} L'irreversibilità della perdita delle funzioni cerebrali, accertata dall'"encefalogramma piatto", non dimostra la morte dell'individuo. La perdita totale dell'unitarietà dell'organismo, intesa come la capacità di integrare e coordinare l'insieme delle sue funzioni, non dipende infatti dall'encefalo, e neppure dal cuore. L'accertamento della cessazione del respiro e del battito del cuore non significa che nel cuore o nei polmoni stia la fonte della vita. Se la tradizione giuridica e medica, non solo occidentale, ha da sempre ritenuto che la morte dovesse essere accertata attraverso la cessazione delle attività cardiocircolatorie è perché l'esperienza dimostra che all'arresto di tali attività fa seguito, dopo alcune ore, il rigor mortis e quindi l'inizio della disgregazione del corpo. Ciò non accade in alcun modo dopo la cessazione delle attività cerebrali. Oggi la scienza fa sì che donne con encefalogramma piatto possano portare a termine la gravidanza, mettendo al mondo bambini sani. Un individuo in stato di "coma irreversibile" può essere tenuto in vita, con il supporto di mezzi artificiali; un cadavere non potrà mai essere rianimato, neppure collegandolo a sofisticati apparecchi.<ref name=trapi/>
*[[Papa Giovanni Paolo II|Karol Wojtyla]] irrompe in questi anni '80 con il passo grave del più celebre papa della storia. Celebre, non celebrato. [...] Dopo quindici mesi di pontificato, papa Karol Wojtila non è più uno sconosciuto: eppure, più il mondo lo conosce, meno il mondo lo ama.<ref>Da ''Sua Santità l'invadente'', ''L'Espresso'', 13 gennaio 1980.</ref>
*La verità è che la definizione della [[morte cerebrale]] fu proposta dalla Harvard Medical School, nell'estate del 1968, pochi mesi dopo il primo [[trapianto]] di cuore operato da Christian Barnard (dicembre 1967), per giustificare eticamente i trapianti di cuore, che prevedevano che il cuore dell'espiantato battesse ancora, ovvero che, secondo i canoni della medicina tradizionale, egli fosse ancora vivo. L'espianto, in questo caso equivaleva ad un omicidio, sia pure compiuto "a fin di bene". La scienza poneva la morale di fronte a un drammatico quesito: è lecito sopprimere un malato, sia pure condannato a morte, o irreversibilmente leso, per salvare un'altra vita umana, di "qualità" superiore?<ref name=trapi/>
*Il vero problema è che il prezzo da pagare per salvare queste vite è quello tragico di sopprimerne altre. Si vuole sostituire il principio utilitaristico secondo cui si può fare il male per ottenere un bene, alla massima occidentale e cristiana secondo cui non è lecito fare il male, neppure per ottenere un bene superiore. Se un tempo i "segni" tradizionali della morte dovevano accertare che una persona viva non fosse considerata morta, oggi il nuovo criterio harvardiano pretende di trattare il vivente come un cadavere per poterlo [[trapianto|espiantare]].<ref name=trapi/>
*La verità è che la definizione della [[morte cerebrale]] fu proposta dalla Harvard Medical School, nell'estate del 1968, pochi mesi dopo il primo [[trapianto]] di cuore operato da Christian Barnard (dicembre 1967), per giustificare eticamente i trapianti di cuore, che prevedevano che il cuore dell'espiantato battesse ancora, ovvero che, secondo i canoni della medicina tradizionale, egli fosse ancora vivo. L'espianto, in questo caso equivaleva ad un omicidio, sia pure compiuto "a fin di bene". La scienza poneva la morale di fronte a un drammatico quesito: è lecito sopprimere un malato, sia pure condannato a morte, o irreversibilmente leso, per salvare un'altra vita umana, di "qualità" superiore?<ref name=trapi/>
*{{NDR|Sulla [[morte cerebrale]]}} L'irreversibilità della perdita delle funzioni cerebrali, accertata dall'"encefalogramma piatto", non dimostra la morte dell'individuo. La perdita totale dell'unitarietà dell'organismo, intesa come la capacità di integrare e coordinare l'insieme delle sue funzioni, non dipende infatti dall'encefalo, e neppure dal cuore. L'accertamento della cessazione del respiro e del battito del cuore non significa che nel cuore o nei polmoni stia la fonte della vita. Se la tradizione giuridica e medica, non solo occidentale, ha da sempre ritenuto che la morte dovesse essere accertata attraverso la cessazione delle attività cardiocircolatorie è perché l'esperienza dimostra che all'arresto di tali attività fa seguito, dopo alcune ore, il rigor mortis e quindi l'inizio della disgregazione del corpo. Ciò non accade in alcun modo dopo la cessazione delle attività cerebrali. Oggi la scienza fa sì che donne con encefalogramma piatto possano portare a termine la gravidanza, mettendo al mondo bambini sani. Un individuo in stato di "coma irreversibile" può essere tenuto in vita, con il supporto di mezzi artificiali; un cadavere non potrà mai essere rianimato, neppure collegandolo a sofisticati apparecchi.<ref name=trapi/>
*[[Papa Giovanni Paolo II|Wojtyla]] si segnala come interprete di prima grandezza della nuova fase dell'apertura a oriente della Chiesa, a superamento del capitolo meramente diplomatico.<ref>Da ''Chi ha paura di Gesù Cristo?'', ''L'Espresso'', 29 ottobre 1978.</ref>
 
{{Int|Da ''Figli di un Pio minore''|''L'Espresso'', 29 aprile 1999.}}
*La sua dolce vita [[Padre Pio]] l'ha cominciata volando in cielo [...], perché lui in terra beato non fu mai.
*{{NDR|Su Padre Pio}} Il suo profilo di santità è tutto tranne quello che usualmente si immagina, azzurrino, aureolato, gaudioso. Tutto l'opposto.
*Padre Pio ha sempre vissuto tra cielo e terra. Letteralmente.
*Padre Pio non ha mai teorizzato niente. Le epocali dispute della Chiesa conciliare non lo sfioravano neppure.
 
 
==Note==