Lauro De Bosis: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Lauro de Bosis==
* Maestà, tra il re e il popolo v'è un patto sacro: Voi lo giuraste. Quando in nome di quel patto Voi ci chiamaste a difendere la libertà d'Italia ed i principi da Voi giurati, noi prendemmo le armi, in sei milioni e seicentomila morirono al Vostro comando. Oggi in nome di quegli stessi principi calpestati come non mai, in nome del Vostro onore di Re ed in nome dei nostri morti tocca a noi di rammentarVi quel patto. Seicentomila cittadini han dato a un Vostro cenno la vita per togliere il giogo da due città: è col Vostro consenso che un giogo infinitamente peggiore grava da anni sull'Italia intera? Accettate Voi veramente d'infrangere dopo Vittorio Veneto quel giuramento cui il [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vostro Avo]] restò fedele dopo Novara? Son sette anni che Vi vediamo firmare i decreti di [[Josef Radetzky|Radetzky]] con la penna di [[Carlo Alberto di Savoia|Carlo Alberto]]. [...] Maestà scegliete. Una terza via non esiste. Dal fondo della loro disperazione quaranta milioni d'Italiani Vi guardano. (Volantino lanciato su Roma, indirizzato a [[Vittorio Emanuele III]] di Savoia<ref name=cortese/>)
* ''Roma, anno VII dal delitto [[Giacomo Matteotti|Matteotti]]''<br>Chiunque tu sia, tu certo imprechi contro il fascismo e ne senti tutta la servile vergogna. Ma anche tu sei responsabile colla tua inerzia. Non cercarti una illusoria giustificazione col dirti che non c’è nulla da fare. Non è vero. Tutti gli uomini di coraggio e di onore lavorano in silenzio per preparare l’Italia libera. (...) Abbi fede nell’Italia e nella libertà. Il disfattismo degli italiani è la vera base del regime fascista. Comunica agli altri la tua fede e il tuo fervore. Siamo in pieno Risorgimento. I nuovi oppressori sono più corruttori e più selvaggi di quelli antichi, ma cadranno egualmente. Essi non sono uniti che da una complicità e noi dalla volontà d'esser liberi. Gli spagnuoli han liberato la patria loro. Non disperar della tua. (Volantino lanciato su Roma<ref name=cortese/>)
* ''Indifferente alle tue poche pene | La Natura prosegue il suo cammino. | Canta la sera e canta sul mattino | E in un inno compone il male e il bene. | Ascolta, ascolta il suo canoro andare | Piaciti di sue note or bianche or nere | Gli uomini sono i flutti del suo mare | La tristezza è sorella del piacere. | Cosa t'importa se a soffrir sei tu? | Trionfa altrove un'altra gioventù.'' (Poesia trovata fra le carte di De Bosis<ref name=cortese>Citato in Alessandro Cortese de Bosis, in Introduzione a ''Storia della mia morte''</ref>)