Andrea Riccardi: differenze tra le versioni

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*I terribili semplificatori sono quelli che lavorano poi sulla paura, sono i fondamentalisti, sono i terroristi ma sono anche quelli che non vogliono faticare a capire, faticare a incontrare. Stiamo attenti ai terribili semplificatori, perché seminano nella loro irresponsabilità. E qui c'è una grande responsabilità della cultura, dei media, della politica di spiegare che il mondo è complesso, che non si può essere ignoranti in un mondo come questo.<ref>Citato in ''[http://it.radiovaticana.va/news/2014/09/09/andrea_riccardi_no_alle_guerre_di_religione/1106192 Andrea Riccardi: no alle guerre di religione, attenti ai "semplificatori"]'', ''RadioVaticana.va'', 9 settembre 2014.</ref>
*Siate realisti! È impossibile evitare i conflitti. La pace non è il futuro! Almeno, per certi popoli… Un "no" rassegnato, in fondo spietato e indifferente. Questo "no" ha un prezzo: sofferenza per centinaia di migliaia di persone; donne ferite e violentate, di bambini a cui è rubata l'infanzia, uomini costretti a fuggire. Gente senza futuro. Noi non vogliamo aggiungere il nostro "no" a quello di tanti altri.<ref>Dalla Preghiera per la Pace di Anversa, 9 settembre 2014; riportata in ''[http://www.riccardiandrea.it/2014/09/cento-anni-fa-una-guerra-mondiale-non.html AndreaRiccardi.it]''.</ref>
*La rivolta dei musulmani contro l'immagine distorta dell'islam è significativa. La maggior parte di loro non si ritrova nel totalitarismo islamico. Una missiva di autorevoli esponenti musulmani, diretta al sedicente califfo, gli ha negato ogni autorità, dichiarando: «L'Islam vieta di uccidere gli innocenti».<ref>Da ''Le atrocità del Califfato: Non è una guerra contro l'Occidente'', ''Famiglia Cristiana'', 2 ottobre 2014; riportato in ''[http://www.riccardiandrea.it/2014/10/le-atrocita-del-califfato-non-e-una.html ''Riccardiandrea.it]''].</ref>
*Chiediamoci dunque come amare di più, come fare di più: non bisogna avere paura di cambiare; partendo dalle piccole cose si possono scrivere pagine di storia e ce lo insegnano i grandi santi della carità.<ref>Da ''Uscire è la nostra sfida ad un mondo triste'', ''Avvenire'', 17 ottobre 2014; riportato in ''[http://www.riccardiandrea.it/2014_10_01_archive.html RiccardiAndrea.it]''.</ref>
*I muri durano e si trasmettono di generazione in generazione. Io credo che il discorso di Francesco sulla cultura dell'incontro sia aprire delle falle in questi muri o evitare che crescano.<ref>Da un'intervista per ''Radio Vaticana''; citato in ''[http://www.contattonews.it/2014/11/07/1727-andrea-riccardi-attenti-che-risorgono-muri-da-guerra-fredda/291042/ Andrea Riccardi: attenti che risorgono muri da guerra fredda]'', ''ContattoNews.it'' 16 novembre 2014.</ref>
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*L'accordo sul nucleare non significa un capovolgimento dei rapporti tra Usa e Iran. Ma è un disgelo. Permetterà una nuova politica nella regione. Non si può più accettare che la Siria vada in pezzi e che metà della popolazione abbandoni le sue case. Questa guerra avrà conseguenze enormi su tutto il Medio Oriente. Lo si vede già in Libano. C'è l'enorme problema delle minoranze cristiane in fuga. Un clima di maggiore fiducia può portare a una collaborazione per pacificare Siria e Iraq. Nessuno si nasconde che Turchia, Arabia Saudita e Iran abbiano mire egemoniche. Va garantita la sicurezza d'Israele. Ma, insieme, vanno pure domate le fiamme che bruciano tanta parte del Medio Oriente.<ref>Da ''Iran più vicino, meno tensioni per tutti'', ''Famiglia Cristiana'', 23 luglio 2015; riportato su ''[http://www.santegidio.org/pageID/64/langID/it/itemID/18424/Iran-pi-vicino-meno-tensioni-per-tutti.html Santegidio.org]''.</ref>
*Giovanni Paolo II è uno dei grandi del '900. La storia di questo secolo non si può scrivere senza di lui. È sempre stato "piantato" in mezzo agli avvenimenti. E questo non lo può cancellare nessuno, credente o non. Quell'uomo "venuto da lontano" è stato un vento di speranza per tutti, per il mondo, per la Chiesa.<ref>Citato in ''[http://www.spoletonorcia.it/parrocchie-e-orari-messe/33-home-page/444-il-prof-andrea-riccardi-spoleto-ha-parlato-di-giovanni-paolo-ii-vento-di-speranza-per-il-mondo-grande-lettore-della-storia-alla-luce-della-fede-uomo-di-preghiera-prete-fino-al-midollo-uomo-mai-dominato-dal-pessimismo-uomo-dellessenzialita-foto.html Il Prof. Andrea Riccardi a Spoleto ha parlato di Giovanni Paolo II]'', ''Spoletonorcia.it'', 25 luglio 2015.</ref>
*Vivere insieme tra diversi é ormai la condizione di tantissime società del mondo. Non esistono più società omogenee senza l'altro. Nessuna società è un'isola. Vivere insieme tra diversi crea problemi, ma è una condizione ricca umanamente che spinge al dialogo quotidiano.<ref>Da ''[http://www.santegidio.org/pageID/7712/langID/it/text/1336/Intervento-del-prof-Andrea-Riccardi-fondatore-della-Comunit-di-SantEgidio.html Peace Meeting Tirana 2015]'', ''Santegidio.org'', 6 settembre 2015.</ref>
*{{NDR|Sulla sponsorship}} Si tratta di permettere a cittadini europei, associazioni, parrocchie e organizzazioni varie della società civile, di farsi garanti dell'accoglienza: ospitare subito coloro che sono arrivati ma anche chiamare singoli e famiglie direttamente dalle zone, evitando così i viaggi della morte nel Mediterraneo e lo sfruttamento da parte dei trafficanti.<ref>Citato in ''[http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/egidio-riccardi-migranti-sponsor-per-accoglienza.aspx Riccardi: per i profughi asilo con sponsor]'', ''Avvenire.it'', 7 settembre 2015.</ref>
*L'Europa si deve ripensare, aprendosi ai rifugiati. Non sono così tanti, non è una invasione. È una realtà di cui noi abbiamo bisogno e che viene ad arricchire la nostra stessa realtà. Non abbiamo fatto mai un ragionamento su questo: abbiamo considerato sempre l'immigrazione e i rifugiati un'emergenza che "in due mesi passa". Non c'è stata una preparazione in tal senso. Penso che ora bisogna fare veramente un ragionamento sul lungo periodo.<ref>Citato in ''[http://it.radiovaticana.va/news/2015/09/07/il_commento_di_andrea_riccardi_allappello_di_francesco/1170072 Papa, accogliere famiglie di profughi. Riccardi: non è invasione]'', ''RadioVaticana.va'', 7 settembre 2015.</ref>
*Occorre far emergere la volontà di pace e di bene che c'è nei popoli: non è inutile bussare, chiedere, protestare, invocare, perché la pace è sempre possibile. I popoli europei, nonostante le loro paure, hanno mostrato un volto piuttosto ospitale verso i rifugiati.<ref>Da ''[http://www.santegidio.org/pageID/7712/langID/it/text/1644/Intervento-di-Andrea-Riccardi.html Peace Meeting Tirana 2015]'', ''Santegidio.org'', 8 settembre 2015.</ref>
*Il Papa all'Angelus, dopo l'apertura del Sinodo, ha insistito: non «società-fortezza, ma società-famiglia, capaci di accogliere, con regole adeguate, ma accogliere, accogliere sempre, con amore». Si riferisce ai rifugiati o alla famiglia? Rivolge a tutti l'invito a entrare in un processo di apertura.<ref>Da ''[http://www.corriere.it/cronache/15_ottobre_05/gli-equivoci-francesco-teologia-che-non-divide-1260ec18-6b1d-11e5-9423-d78dd1862fd7.shtml Riccardi: Gli equivoci su Francesco e la teologia che non divide]'', ''Corriere.it'', 5 ottobre 2015.</ref>
*{{NDR|Su Aleppo assediata}} Quando si fa la pace si trovano sempre le mani sporche di sangue, ma ora si deve far sì che quelle mani si incontrino e si stringano<ref>Da ''[http://www.riccardiandrea.it/2015/11/aleppo-intervista-ad-andrea-riccardi.html Aleppo, intervista ad Andrea Riccardi: devono stringersi le mani]'', ''su Avvenire, ripreso da riccardiandrea.it'', 8 novembre 2015.</ref>
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*Giovanni Paolo II, protagonista per più di un quarto di secolo sulla scena mondiale, è stato definito il papa slavo, colui che ha dato il colpo di grazia all'Unione Sovietica e al suo impero, l'uomo del secolo. Più semplicemente, egli riteneva di aver ricevuto il compito di introdurre la Chiesa nel nuovo millennio. Questo era il senso del suo viaggio condotto, secondo la sua convinzione, dal filo invisibile della Provvidenza. Questa guida nascosta l'aveva sottratto alla guerra e alle deportazioni di cui erano caduti vittima tanti suoi compagni; l'aveva chiamato alla vita sacerdotale; l'aveva scelto come vescovo e come papa. Ancora nel 1981 questo scudo di grazia l'aveva protetto in occasione dell'attentato in piazza San Pietro. Una volta ristabilito, Giovanni Paolo II ampliò ulteriormente il suo raggio d'azione. Al servizio della Chiesa cattolica, egli si impegnò a favorire l'unione tra i cristiani, l'amicizia con l'ebraismo, il dialogo tra le religioni, la pace nel mondo. Al termine della sua vita, consumato dalla dedizione, commosse il mondo con la sua sofferenza. (da ''Giovanni Paolo II. La biografia'', San Paolo Edizioni, 2011)
*Ai tempi in cui Roma è città aperta e alla mercé dei tedeschi, tra le mura e i vicoli della città si consuma una guerra di fuggiaschi e nascondigli. È una guerra nascosta e cruenta che porta i civili in prima linea: cittadini, uomini e donne di chiesa, Pio XII in persona. Né potrebbe essere diversamente visto che Roma, di fatto e per comune sentire, non è più la capitale dell'effimero regime fascista della Repubblica sociale ma in tutto e per tutto la città del papa. E come lui non combatte l'occupazione ma nemmeno cede; resiste, si impegna a sopravvivere, aiuta i ricercati a nascondersi. Gli occupanti tedeschi lo avvertono e impongono il regime duro. In una Roma assediata dove le croci uncinate sostano sotto le finestre del papa, i nazisti catturano quasi duemila ebrei; muoiono nei campi di concentramento, alle Fosse Ardeatine. All'incirca diecimila, invece, sopravvivono nascondendosi in case private, nei conventi e nelle parrocchie, negli ospedali, nelle istituzioni e nei territori della Santa Sede. Taluni di quelli che sono venuti in aiuto ai perseguitati sono stati riconosciuti come 'giusti'. Di molti si è persa ogni traccia. (da ''L'inverno più lungo. 1943-44: Pio XII, gli ebrei e i nazisti a Roma'', Laterza, 2012)
*Il XXI secolo si è aperto nel segno della globalizzazione. Sono cadute barriere territoriali, doganali e politiche. Si verificano migrazioni di popoli e crisi economiche. Di fronte a questi eventi la paura blocca le energie e rende più deboli. Il nostro è un tempo complesso, ma non mancano le nuove possibilità. L'Italia ha una missione in Europa, nel Mediterraneo, in Africa e nel mondo; gli italiani possono operare per superare la crisi e integrare i migranti nel tessuto sociale del nostro Paese. La speranza è che ci sia un futuro degno per ognuno di noi, ma anche per le nostre famiglie e comunità e per quella comunità nazionale che si chiama Italia. (da ''Dopo la paura la speranza'', San Paolo Edizioni, 2012)
*La sera del 13 marzo 2013 su una Chiesa in grave crisi, su un mondo cattolico ancora scosso dalle dimissioni di Benedetto XVI, si leva improvvisa "una ventata di freschezza umana ed evangelica". Dalla loggia centrale di San Pietro si affaccia un papa inatteso: il cardinale Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires. Il suo pontificato si annuncia fortemente innovatore fin dal nome di Francesco, che nessun predecessore, in duemila anni, aveva mai scelto. Le sue parole e i suoi gesti semplici conquistano subito credenti e non credenti. Non si presenta come il capo di un'istituzione gerarchica, ma come un vescovo che vuole camminare con il suo popolo. Da allora continuano a crescere, giorno dopo giorno, l'entusiasmo e la speranza intorno alla sua persona. (da ''La sorpresa di papa Francesco'', Mondadori)
*Il Mediterraneo è stato a lungo rappresentato come il mare dei tanti conflitti. Soprattutto il secolare conflitto tra il mondo cristiano e quello islamico, divenuto un archetipo dei rapporti tra le due religioni e le civiltà ad esse legate. Ancora oggi il Mediterraneo è contrassegnato da una serie di preoccupanti conflitti, come quello tra israeliani e palestinesi. Ma anche la "primavera araba" ha lasciato un'eredità di pesanti tensioni in Egitto e in Libia. Drammatica è la situazione della Siria, ostaggio di una guerra civile con tante interferenze internazionali, dove si scontrano il mondo sunnita e sciita. Anche nel XXI secolo il mare Mediterraneo si presenta come uno spazio dove ci sono tanti conflitti, quasi confermando la storia di secoli, se non di millenni. Il Mediterraneo è un mondo frammentato in tante storie diverse, ma intrecciate l'una con l'altra. In questo mondo di diversità c'è però anche un'unità profonda. Esiste un Mediterraneo che, in qualche modo, lega le sorti dei differenti paesi e delle diverse comunità. Si ripropone il grande tema del vivere insieme nel mondo contemporaneo. La civiltà del [[convivenza|convivere]], nell'uguaglianza e nel rispetto della libertà, è la grande prospettiva che si apre per il XXI secolo. Vivere insieme riguarda anche i rapporti tra le religioni, le nazioni e le culture di quel sistema complesso rappresentato dal Mediterraneo. Per chi ne percorre le storie si aprono scenari in cui le convivenze di ieri si incrinano, ma anche dove si intrecciano nuovi rapporti. (da ''Mediterraneo. Cristianesimo e Islam tra coabitazione e conflitto'', Guerini e Associati, 2014)
*"Alla fine del mese di ottobre 1915, lo sterminio dei cristiani di Mardin sembrava essere concluso. Tuttavia un centinaio di persone vivevano ancora: erano vecchi, donne anziane, infermi. Il turco Bedreddin fu preso da zelo: 'Spazzateli via, e che non ne rimanga nemmeno uno'. Con questi cento sopravvissuti fece un convoglio che, deportato nel deserto, sparì per sempre". Mardin è una delle tante città dell'impero ottomano dove, durante la prima guerra mondiale, si è consumata la strage degli armeni e dei cristiani. Una violenza che ha segnato in profondità quelle regioni e che non è cessata: sono passati cento anni e la persecuzione in Medio Oriente continua. Anche oggi, a pochi chilometri da Mardin, oltre la frontiera turca, in Siria e in Iraq, si combatte con una crudeltà senza misura. Di nuovo, come allora, si assiste a deportazioni, massacri, sgozzamenti, rapimenti, vendita di donne e di bambini. Molti si chiedono: da dove viene tanta ferocia? Dal profondo di una religione, l'islam, o da una storia di convivenza difficile? Oggi, come ieri, si consuma una pagina della 'morte' dei cristiani d'Oriente. (da ''La strage dei cristiani. (da ''Mardin, gli armeni e la fine di un mondo'', Laterza, 2015)
*"Le periferie, che sono molto più integrate da un punto di vista di comunicazione rispetto a quelle del secolo scorso, sono invece distaccate e non rappresentate da un punto di vista sociale e politico. Qui spesso le reti sociali sono scadenti o assenti. Il controllo sugli spazi urbani periferici risulta complesso e difficile, tanto che vaste aree — specie nelle megalopoli — finiscono sotto il dominio di mafie e di cartelli internazionali o nazionali del crimine. La città del XXI secolo è sempre meno una comunità di destino. Anzi, mentre una parte di essa viene assorbita nei flussi globali e procede sulla via dell'internazionalizzazione, un'altra resta ai margini e fuori dai circuiti di integrazione, se non sprofonda in una condizione di isolamento. Sono i quartieri abbandonati dove spesso le persone vivono per l'intera esistenza e dove forse i figli faranno la stessa vita dei genitori. L'universo delle megalopoli si è strutturato in modo che molto spazio abitato diventi luogo di esclusione. La megalopoli produce costantemente periferie urbane e periferizzazioni umane. Di fronte a questa realtà, specie nel Sud del mondo, lo Stato e le istituzioni sovente rinunciano ad un controllo reale di questi spazi. Diventa un mondo perduto, in cui i drammi umani e sociali si annodano con reti criminose e ribellismi endemici, nel quadro di una cultura della sopravvivenza. Il cristianesimo — su impulso di papa Bergoglio — ha la possibilità di comprendere in modo nuovo la condizione umana e urbana del XXI secolo." (da ''Periferie. Crisi e novità per la Chiesa'', Jaka Book, 2016)