Mario Andrea Rigoni: differenze tra le versioni

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*«Pensa» faccio a un amico «un giorno arriva uno che dice "Io sono il figlio di Dio"». «Imbarazzante, no?» osserva lui. Questa laconica ed elegante battuta resta, in definitiva, l'unico giudizio consentito sull'essenza del fenomeno cristiano.
*Il cinema è arte metafisica per eccellenza. Esso offre una finzione completa della vita ma, nel contempo, mostra la vita come completa finzione. Proiettato artificialmente su uno schermo, il mondo scopre la sua essenza più vera: un regno d'ombre.
*È una delle tante assurdità dell'essere che non solo il vivere ma anche il morire debba essere ugualmente, e spesso ancor più, guadagnato. Sarebbe giusto che dal mondo si potesse almeno andarsene con passo leggero…leggero... (p. 40)
*[[Convivenza|Convivere]] con gli altri è un'arte la cui difficoltà è superata soltanto da quella di convivere con se stessi.
*Disdegnoso gusto, quel misto di amaro piacere e ribelle disprezzo che Dante attribuisce al suicida Pier della Vigna – come definire meglio il sentimento che provo così spesso verso me, verso tutto?
*Ciò che inebria in ogni avventura amorosa non è tanto la lusinga offerta alla propria vanità quanto la sfida recata ai limiti dell'individuazione, il fatto di irrompere in un'altra carne, attraversare un'altra vita.
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*Della verità non c'è visione o conoscenza, perché è precisamente la mancanza della verità che permette di vedere e di sapere.
*Forse non c'è volontà di liberarsi dall'inganno che non obbedisca a un più sottile e segreto bisogno di inganno.
*…Istanti...Istanti di gioia pura, cieli senza ombre né esalazioni di pensiero.
*Per una delle leggi infernali che dominano l'esistenza, non c'è accordo possibile fra lo spirito e il corpo: l'uno risplende solo sulle rovine dell'altro.
*Quand'ero ragazzo temevo che la morte fosse la fine di tutto. Più tardi ho sperato che fosse la fine di tutto. Oggi non so più nemmeno io che cosa temo e spero, dato che la mia paura si è insieme svuotata e diffusa, si è trasformata in angoscia, in uno spavento senza oggetto perché comprende tutti gli oggetti.