Francesco Petrarca: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 1:
{{PDA}}
[[ImmagineFile:Francesco Petrarca00.jpg|thumb|Francesco Petrarca]]
'''Francesco Petrarca''' (1304 – 1374), scrittore, poeta e umanista italiano.
 
Riga 7:
*Ciò che ero solito [[amore|amare]], non amo più; mento: lo amo, ma meno; ecco, ho mentito di nuovo: lo amo, ma con più vergogna, con più tristezza; finalmente ho detto la verità. È proprio così: amo, ma ciò che amerei non amare, ciò che vorrei odiare; amo tuttavia, ma contro voglia, nella costrizione, nel pianto, nella sofferenza. In me faccio triste esperienza di quel verso di un famosissimo poeta: "Ti odierò, se posso; se no, t'amerò contro voglia"<ref>Cfr. [[Publio Ovidio Nasone]]: «Ti odierò, se potrò; altrimenti ti amerò mio malgrado».</ref>. (da ''Ascesa al Monte Ventoso'')
*{{NDR|[[Salerno]]}} Fonte della medicina, e di un nobilissimo ginnasio, dove facilmente emerge ogni disciplina delle lettere.
:''Medicinæ fontem, ac gymnasium nobilissimum, ubi feliciter litterarum omnium disciplina consistit.'' (citato in '' [http://books.google.it/books?id=1vkeAAAAIAAJ&q=Salernum+medicinae+fontem,ac+gymnasium+nobilissimum&dq=Salernum+medicinae+fontem,ac+gymnasium+nobilissimum&hl=it&ei=_g_BTvWNDNG5hAfPoby0BA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CC0Q6AEwAA La Chronique médicale, Volume 13]'')
*Ho sempre avuto il massimo disprezzo per le ricchezze, non perché non mi piacessero, ma perché odiavo le fatiche e le preoccupazioni che ne derivano. (dalla ''Lettera ai posteri'')
*I libri ci offrono un godimento molto profondo, ci parlano, ci danno consigli e ci si congiungono, vorrei dire, di una loro viva e penetrante familiarità. (dalle ''Epistole'')
Riga 98:
==''Sonetti sopra varj argomenti''==
*{{NDR|Sullo ''stil nuovo''}} ''Tra lo stil de' moderni e 'l sermon prisco''. (son. VII, com.: ''S'Amore o Morte non dà qualche stroppio''; son. XXXII nell'ed. Mestica)
*''I' da man manca, e' tenne il camin dritto: | I' tratto a froza, ed e' d'Amore scorto: | Egli in Jerusalem, ed io in Egitto''. (XVII, che comincia: ''Quanto più disiose l'ali spando''; son. CVIII nell'ediz. Mestica)
*''[[Ira]] è breve furor''. (XIX: CXCVI nell'ed. Mestica).
 
Riga 132:
===Citazioni===
====''Trionfo d'Amore''====
*''Così or quinci or quindi rimirando, | Vidi in una fiorita e verde piaggia | Gente che d'amor givan ragionando. | Ecco Dante e Beatrice; ecco Selvaggia; | Ecco Cin da Pistoja; Guitton d'Arezzo. | Che di non esser primo par ch'ira aggia. | Ecco i duo Guidi che già furo in prezzo; | Onesto Bolognese; e i Siciliani, | Che fur già primi, e quivi eran da sezzo.'' (IV, 35)
*''I' che gioir di tal vista non soglio | per lo secol noioso in ch'i' mi trovo, | voto d'ogni valor, pien d'ogni orgoglio, | l'abito in vista sì leggiadro e novo | mirai, alzando gli occhi gravi e stanchi, | ch'altro diletto che 'mparar non provo.'' (I, 16)
*''Tal biasma altrui che sè stesso condanna''. (I, 118)