Aleksandr Sergeevič Puškin: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m +wikilink
sistemo
Riga 54:
Ma che il diavolo ti porti!»
</poem>
{{NDR|Aleksàndr Sergeevič Puškin, ''[http://www.russianecho.net/contributi/speciali/onegin/onegin_1.html Onegin]'', traduzione di Fiornando Gabbrielli}}
 
===Citazioni===
Line 85 ⟶ 84:
===[[Incipit]]===
====Elsa Mastrocicco====
Mio padre, Andréj Petrovič Grinëv, aveva servito in gioventù sotto il nome di Minich ed era andato in pensione con il grado di primo maggiore nel 17... Da allora era vissuto nella sua proprietà di Simbirirsk, dove aveva sposato la signorina Avdòtja Vassilevna Ju..., figlia di un nobile povero del posto. Eravamo nove figli. I miei fratelli e le mie sorelle morirono tutti nell'infanzia. Mia madre era ancora incinta di me quando io fui immatricolato al reggimento Semënovskij come sergente, grazie all'interessamento del maggiore della Guardia, principe B., nostro stretto parente. Se, contro ogni aspettativa, mia madre avesse dato alla luce una figlia, mio padre avrebbe dovuto dichiarare morto il sergente che non si era presentato e la faccenda sarebbe finita così.<br>
{{NDR|Aleksàndr Sergeevič Puškin, ''La figlia del capitano'' (''Kapitànskaja doč''), traduzione di Elsa Mastrocicco, Fratelli Fabbri Editori, 1968}}
 
====Mauro Martini====
Mio padre Andrej Petrovič Grinëv nella sua giovinezza aveva prestato servizio agli ordini del conte Münnich<ref>Burkhard Christoph (1683-1767): maresciallo di campo di origine danese. Preso servizio con Pietro I, raggiunse il suo massimo potere sotto l'imperatrice Anna Ioanovna. Sotto il suo comando le truppe russe conseguirono numerose vittorie durante la guerra russo-turca (1735-1739).</ref> e si era congedato con il grado di primo maggiore nel 17..<ref>Nel manoscritto Puškin aveva indicato l'anno per esteso: si trattava del 1762, vale a dire dell'anno della presa del potere di Caterina. Grinëv padre rappresenta quella fazione dell'aristocrazia russa che si oppose a Caterina II e ai suoi numerosi favoriti.</ref> A partire da quel momento aveva vissuto nella sua tenuta di Simbirsk, dove aveva sposato la signorina Avdot'ja Vasil'evna Ju., figlia di un nobile povero della zona. Noi figli eravamo nove. Tutti i miei fratelli e tutte le mie sorelle morirono nell'infanzia. Mia madre era ancora incinta di me, che io ero già immatricolato nel reggimento Semënovskij<ref>Era consuetudine dell'epoca che i figli della nobiltà venissero immatricolati al momento della nascita in uno dei due reggimenti della guardia (Semënovskij e Preobraženskij). Il Semënovskij era stato fondato da Pietro I nel 1687 e insignito del titolo di reggimento della guardia nel 1700.</ref> come sergente, grazie alla benevolenza del maggiore della guardia principe B., nostro parente stretto. Se contro ogni aspettativa mia madre avesse generato una figlia, il babbo avrebbe comunicato là dove bisognava la notizia della morte del sergente mai presentatosi, e la faccenda sarebbe finita così.<br>
{{NDR|Aleksandr Sergeevič Puškin, ''La figlia del capitano'', traduzione di Mauro Martini, Newton Compton, 1995}}
 
===Citazioni===
Line 96 ⟶ 93:
*''Distruggendo il pensiero amoroso, | La mia bella scordare vorrei; | E ahimè, Maša sfuggendo, | La libertà forse riavrò!'' (p. 47)
*Da un cane selvatico ci si deve contentare di prendere anche un solo ciuffo di lana. (cap. IX, p. 101)
 
{{NDR|Aleksàndr Sergeevič Puškin, ''La figlia del capitano'' (''Kapitànskaja doč''), traduzione di Elsa Mastrocicco, Fratelli Fabbri Editori, 1968}}
 
==''La donna di picche''==
===[[Incipit]]===
====Elsa Mastrocicco====
Si giocava un giorno a carte in casa dell'ufficiale della Guardia a cavallo Narumov. La lunga notte invernale trascorse inavvertitamente, ci si mise a tavola per cenare verso le cinque del mattino. Quelli che avevano vinto, mangiavano con grande appetito. gli altri sedevano distrattamente davanti ai piatipiatti vuoti. Ma comparve lo champagne, la conversazione si animò e tutti presero parte.<br>
{{NDR|Aleksàndr Sergeevič Puškin, ''La donna di picche'' (''Pikòvaja dama''), traduzione di Elsa Mastrocicco, Fratelli Fabbri Editori, 1968}}
 
====Gianni Pilo====
Quella sera si giocava a carte nelle stanze di Narumov, un ufficiale della Guardia a Cavallo. La lunga notte invernale era trascorsa inosservata e, solo dopo le quattro del mattino, la compagnia si sedette finalmente per la cena. Coloro che avevano vinto gustarono con piacere il cibo. Gli altri si sedettero soprappensiero davanti ai piatti vuoti. Ma, quando arrivò lo champagne, la conversazione si ravvivò e divenne generale.<br>
{{NDR|Aleksàndr Sergeevič Puškin, ''La regina di picche'', traduzione di Gianni Pilo, in "Storie di fantasmi", a cura di Gianni Pilo e Sebastiano Fusco, Newton & Compton, 1995}}
 
===Citazioni===
Line 114 ⟶ 107:
*Due [[Idea|idee]] fisse non possono esistere contemporaneamente nel campo morale, come nel campo fisico due corpi non possono occupare il medesimo spazio. (p. 276)
 
==[[Incipit]] di ''Storia di Pugačëv''==
{{NDR|Aleksàndr Sergeevič Puškin, ''La donna di picche'' (''Pikòvaja dama''), traduzione di Elsa Mastrocicco, Fratelli Fabbri Editori, 1968}}
 
==[[Incipit]] di ''Storia di Pugačëv==
Lo Jaik, ribattezzato Ural per decreto di Caterina II, nasce dalle montagne che gli hanno dato il nome attuale; scorre verso sud lungo la loro catena, fino al luogo dove un tempo fu fondata Orenburg e dove ora si trova la fortezza Orskaja; là, dopo aver diviso il loro crinale roccioso, svolta a occidente e, seguito il proprio corso per più di duemilacinquecento verste, si getta nel Mar Caspio.
 
Line 128 ⟶ 119:
 
==Bibliografia==
{{NDR|*Aleksàndr Sergeevič Puškin, ''[http://www.russianecho.net/contributi/speciali/onegin/onegin_1.html Onegin]'', traduzione di Fiornando Gabbrielli}}.
{{NDR|*Aleksàndr Sergeevič Puškin, ''La figliadonna deldi capitanopicche'' (''KapitànskajaPikòvaja dočdama''), traduzione di Elsa Mastrocicco, Fratelli Fabbri Editori, 1968}}.
{{NDR|*Aleksàndr Sergeevič Puškin, ''La figlia del capitano'' (''Kapitànskaja doč''), traduzione di Elsa Mastrocicco, Fratelli Fabbri Editori, 1968}}.
{{NDR|*Aleksandr Sergeevič Puškin, ''La figlia del capitano'' (''Kapitànskaja doč''), traduzione di Mauro Martini, Newton Compton, 1995}}
{{NDR|*Aleksàndr Sergeevič Puškin, ''La donnaregina di picche'' (''Pikòvaja dama''), traduzione di ElsaGianni MastrociccoPilo, Fratelliin Fabbri''Storie di fantasmi'', a cura di Gianni Pilo e Sebastiano Fusco, Newton & EditoriCompton, 1968}}1995
*Aleksandr Sergeevič Puškin, ''Opere'', traduzione di Ettore Lo Gatto, Mursia, 1967.