Irshad Manji: differenze tra le versioni

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*Il criterio che informa la struttura del Corano sembra essere quello della lunghezza - dalle sure più lunghe, a quelle più corte -, non quello cronologico. Chi mai potrebbe quindi isolare i «primi» versi, e, a maggior ragione, leggervi il messaggio «autentico» del Corano? Il fatto è che dobbiamo rassegnarci all'evidenza che il messaggio del sacro libro è sparso un po' dappertutto al suo interno. Compassione e disprezzo vi convivono. Guardate alla sua visione delle donne: versi carichi d'odio e di speranza si susseguono a distanza di poche righe. Idem dicasi per le differenze di religione. In questo testo apparentemente perfetto, inconfutabile e diretto non esiste contenuto univoco. La perfezione del Corano è quantomeno dubbia. (p. 55)
*Da commerciante analfabeta qual era, il profeta Maometto si avvaleva di scribi per prendere nota della parola del Signore, e sovente lui stesso stentava a decifrare ciò che udiva. Pare che proprio in questo modo una serie di «versi satanici» - passaggi che deificavano idoli pagani - riuscirono a superare l'esame di Maometto e a trovare spazio all'interno del Corano. In seguito il Profeta li espunse, attribuendone la responsabilità a un brutto tiro giocatogli per l'appunto da Satana. Il fatto che per secoli i filosofi islamici abbiano riportato questa storia corrobora tuttavia gli antichi dubbi sulla presunta perfezione della scrittura coranica. E oggi più che mai occorre risollevare questi interrogativi. (p. 57)
*Diciamo le cose come stanno: i crociati cattolici non avrebbero mai permesso a ebrei ed eretici cristiani di praticare la loro fede. I musulmani invece sì, e in fase di espansionismo ciò significò una resistenza nulla o pressoché nulla da parte delle minoranze religiose che abitavano le terre di conquista. Fu così che nel 638, ad esempio, gli ebrei esultarono per l'invasione musulmana di Gerusalemme e la sconfitta dei bizantini, che avevano profanato i luoghi sacri della città di David trasformandoli in immondezzai. Dopo averla ripulita, i vincitori musulmani invitarono quindi le famiglie ebree a farvi ritorno e a stabilirvisi.<br>In seguito gli ebrei diedero ulteriore impulso alla cooperazione stringendo con i musulmani una vera e propria alleanza militare. Vittime dello zelo cattolico dei governanti iberici, gli ebrei di Spagna pregarono infatti gli islamici del Marocco di liberarli occupando la penisola. Ne nacque un sodalizio singolare, in cui i musulmani cominciarono ad avvalersi degli ebrei come sentinelle contro le avanzate a sorpresa delle armate cristiane. (p. 64)
*Sapete qual è la cosa che trovo in assoluto più istruttiva? Il fatto che la Spagna musulmana, alla fine, non crollò per colpa dei famelici cristiani. Oh, certo, loro si precipitarono a raccogliere i cocci, ma i bruti che portarono l'Islam spagnolo allo sfascio erano musulmani pure loro. E che cosa mi dice tutto questo? Che i musulmani imponevano la legge marziale e calpestavano i propri e gli altrui diritti ''già prima'' dell'inizio del colonialismo europeo. Quel che intendo è che i nostri problemi non sono cominciati coi crociati: i nostri problemi sono cominciati con noi. Ancora oggi, però, l'Islam usa l'uomo bianco come arma di ''distrazione'' di massa - per distrarre dal fatto che, per sentirci oppressi, non abbiamo mai avuto bisogno dell'«oppressivo» Occidente. (p. 69)
 
==Note==