Manlio Di Stefano: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Manlio Di Stefano==
*Vedete, colleghi, per un uomo, con tutta l'apertura mentale di questo mondo, non è semplice comprendere il fenomeno della [[violenza sulle donne]], perché, banalmente, fin da piccoli, non siamo abituati a scontrarci con questa problematica e, di conseguenza, non la facciamo nostra. Mi sono chiesto, allora, cosa generi la violenza e che ruolo abbia la donna in questi fenomeni, e a poco a poco mi sono fatto un'idea. La violenza non è contro la donna. Lo so che vi sembrerà assurdo, ma lasciatemi proseguire. Io credo che la violenza sia sempre orientata al diverso. L'uomo, l'infame, che picchia, abusa o, addirittura, uccide una donna, sta in realtà provando a sottomettere un diverso, percepito come tale in termini sia fisici sia ideologici, e lo fa usando ciò che intrinsecamente l'ha sempre contraddistinto, ovvero il predominio fisico. La donna di contro, come spesso avviene, tende ad accettare il suo ruolo di controparte debole del maschio, che la porterà, infine, a soccombere.<ref name = "Seduta 23 del 2013">Citato in ''XVII Legislatura – Camera dei deputati – Assemblea – Seduta n. 23 di giovedì 27 maggio 2013 – Resoconto stenografico dell'Assemblea'' – ''[http://documenti.camera.it/apps/commonServices/getDocumento.ashx?idLegislatura=17&sezione=assemblea&tipoDoc=alfabetico_stenografico&idSeduta=0023 Discussione del testo unificato delle proposte di legge Mogherini ed altri; Spadoni ed altri; Migliore ed altri, Bergamini ed altri, Giorgia Meloni ed altri: Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, fatta ad Istanbul l'11 maggio 2011 (A.C. 118-878-881-940-968-A)]''. Roma, 27 maggio 2013.</ref>
*Siamo abituati ad imporre il nostro volere in qualità di maschio o ad accettare quello altrui per rispetto delle gerarchie domestiche. Ci illudiamo così di rispettare e proteggere nostra sorella, ma in realtà la stiamo scavalcando nella sua facoltà di autodeterminare il suo ruolo sociale, ed ecco quindi, ancora una volta, il ruolo del maschio che ci hanno inculcato. Passa il tempo e la nostra ragazza diventa, appunto «nostra», e faremmo qualsiasi cosa per proteggerla, persino eliminare l'avversario o, perché no, la ragione del contendere. Ancora una volta ecco il ruolo del maschio. Arriva poi la fase adulta e nuovi modelli, tra i quali spicca la politica ed il dibattito pubblico, e lì, purtroppo, scopriamo che sottomettere significa ottenere ragione, o comunque ottenere qualsiasi cosa sia desiderata ma non sia dovuta. Per ottenere questa sostanza si usano delle forme, ed è perciò ipocrita la distinzione tra forma e sostanza in un contesto in cui il mezzo è legittimato dagli attori ancor più che il fine. Per ottenere qualcosa, quindi, si accetta il compromesso della violenza e della discriminazione, e questo avviene a livelli così alti che l'emulazione è pressoché naturale.<ref name = "Seduta 23 del 2013"/>
*Non abbiamo mai visto un Presidente del Consiglio donna, figuriamoci un Presidente della Repubblica.<ref name = "Seduta 23 del 2013"/>