Louise Labé: differenze tra le versioni

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Inserisco citazioni.
→‎Citazioni di Louise Labé: Fix. ''Io vivo, io muoio....'' è la traduzione del sonetto parzialmente citato nella sezione Œuvres.
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*''Io vivo, io muoio; io mi brucio e annego. | Ho un caldo estremo mentre sto patendo | il freddo; troppo dolce e troppo dura | è la vita per me. Grandi ho di gioia | mescolati gli affanni; tutt'insieme rido e lacrimo [...]''<ref>Citato in Macchia, pp. 341-342.</ref>
 
* ''Non havria Ulysse o qualunqu'altro mai | più accorto fu, da quel divino aspetto | pien di gratie, d'honor e di rispetto | sperato qual i sente affanni e guai || Pur amor co i begli {{sic|ochi}} tu fatt'hai | tal piaga dentro al mio innocente petto | di cibo et di calor {{sic|gia}} tuo ricetto, | che rimedio non v'è si tu {{sic|n'el}} dai. || O sorte dura, che mi fa esser quale | punta d'un Scorpio, et domandar riparo | contr'el velen' dall'istesso animale. || Chieggio li sol' ancida questa noia, | non estingua el desir {{sic|à}} me si caro, | che mancar non {{sic|potra}} ch'i non mi muoia.''<ref>Sonetto composto in italiano da Louise Labé, citato in {{fr}} ''Louise Labé 2005, {{small|Études réunies par Béatrice Alonso et Éliane Viennot}}'', Publications de l'Université de Saint-Étienne, 2004, [https://books.google.it/books?id=kAUguRQLseAC&lpg=PA151&dq=Non%20havria%20Ulysse%20louise%20lab%C3%A9&hl=it&pg=PA151#v=onepage&q=Non%20havria%20Ulysse%20louise%20lab%C3%A9&f=false p. 151]</ref>
 
*''Oh se rapita io fossi nel bel seno | di colui per il quale vo morendo; | se quel che resta dei miei corti giorni | vivere insieme a lui non m'impedisse | l'invidia; se passandomi le braccia | al collo, mi dicesse, «Cara amica, | contentezza prendiamo uno dell'altra, | sicuri che tempeste non potranno | disgiungerci, né Euripo o Correnti | in nostra vita più»; se intorno al collo | tenendo lui con le mie braccia, come | dall'Edera vien l'albero accerchiato, | giunga la morte, di vedermi sazia | invidiosa; allorquando più soave | lui mi baciasse e sopra le sue labbra | fuggisse la mia anima, oh certo | morrei, più che da viva, oh più felice.''<ref>Citato in Macchia, p. 342.</ref>