Antonio Tabucchi: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Antonio Tabucchi==
* Bisogna parlare, parlare finché è possibile perché poi un bel giorno avremo la bocca piena di terra.<ref>Citato in Paolo Mauri, ''[https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2018/03/08/news/sostiene_tabucchi-190811153/ Sulle tracce delle passioni di Tabucchi]'', ''Rep.repubblica.it'', 8 marzo 2018.</ref>
 
*C'è qualcosa di diverso qui {{NDR|a [[Genova]]}} da altri luoghi, cosa sarà mai? Forse "lo spiro salino che straripa dai moli"? Ti viene in mente questo verso perché lo "spiro salino" è sicuramente il maestrale o un vento simile: libeccio, mistral, scirocco, comunque un vento del Mediterraneo, e dunque siamo in un paese del Sud, e nei paesi del Sud, con questi venti, ci sono anche i panni alla finestra, lenzuola che schioccano al vento come bandiere. Venti nostri, panni nostri. [...] Sono partito da Sottoripa, punto cardinale di una città che serba intatto il suo mistero. Che forse la farebbe pensare avara, perché è guardinga, non si concede, non si fida. Ma chi la pensa avara non ha capito la sua generosità: è città medaglia d'oro della Resistenza. Genova si concede quando è necessario.<ref>Da ''Viaggi e altri viaggi'', Feltrinelli, Milano, 2010, pp. 109-110. ISBN 978-88-07-01822-0</ref>
*Ci sono giorni in cui la bellezza gelosa di questa città {{NDR|[[Genova]]}} sembra svelarsi: nelle giornate terse, per esempio, di vento, quando una brezza che precede il libeccio spazza le strade schioccando come una vela tesa. Allora le case e i campanili acquistano un nitore troppo reale, dai contorni troppo netti, come una fotografia contrastata, la luce e l'ombra si scontrano con prepotenza, senza coniugarsi, disegnando scacchiere nere e bianche di chiazze d'ombra e di barbagli, di vicoli e di piazzette.<ref>Da ''Il filo dell'orizzonte'', Feltrinelli, Milano, 1986, p. 73. ISBN 88-07-01322-3</ref>
*Come può essere presente la notte. Fatta solo di se stessa, è assoluta, ogni spazio è suo, si impone di sola presenza, della stessa presenza del fantasma che sai che è lì di fronte a te ma è dappertutto, anche alle tue spalle, e se ti rifugi in un piccolo luogo di luce di esso sei prigioniero perché intorno, come un mare che circonda il tuo piccolo faro, c'è l'invalicabile presenza della notte. (pagda ''Il tempo invecchia in fretta'', p. 42)
*{{NDR|Sul [[sogno]]}} [...] dimensione ignota e indecifrabile che noi abitiamo ogni notte ma nella quale siamo stranieri come povere creature smarrite, privati di volontà e di ragione; un paese contiguo dove continuiamo a essere noi senza esserlo più e dove parliamo una lingua che conosciamo ma che non capiamo, una lingua che non è più la nostra.<ref>Dall'introduzione a Arthur Schnitzler, ''Doppio sogno'', traduzione di Paola Capriolo, Gruppo Editoriale L'Espresso, 2011, p. 5.</ref>
*La lettera è un equivoco messaggero.<ref>Da ''Si sta facendo sempre più tardi'', Feltrinelli.</ref>
*La [[notte]] è calda, la notte è lunga, la notte è magnifica per ascoltare storie.<ref>Da ''Requiem'', Feltrinelli.</ref>
*Le parve di essere quel bambino che all'improvviso si ritrovava con un [[palloncino]] floscio tra le mani, qualcuno glielo aveva rubato, ma no, il palloncino c'era ancora, gli avevano soltanto sottratto l'aria che c'era dentro. Era dunque così, il tempo era aria e lei l'aveva lasciata esalare da un forellino minuscolo di cui non si era accorta? (da ''Il tempo invecchia in fretta'')
*Per conoscere un [[luogo]] non è sempre necessario esserci stati.<ref>Da ''Piccoli equivoci senza importanza'', Feltrinelli</ref>
*Per conoscere un [[luogo]] non è sempre necessario esserci stati.<ref>Da ''Piccoli equivoci senza importanza'', Feltrinelli.</ref>
*Può succedere che il senso della vita di qualcuno sia quello, insensato, di cercare delle voci scomparse, e magari un giorno di crederle di trovarle, un giorno che non aspettava più, una sera che è stanco, e vecchio, e suona sotto la luna, e raccoglie tutte le voci che vengono dalla sabbia.<ref>Da ''Si sta facendo sempre più tardi''.</ref>
*Questo è il grande problema di coloro che sentono troppo e capiscono troppo: che potremmo essere tante cose, ma la vita è una sola e ci obbliga a essere solo una cosa, quella che gli altri pensano che noi siamo.<ref>Dalla prefazione a [[Marilyn Monroe]], ''Fragments: poesie, appunti, lettere'', Feltrinelli, 2010.</ref>
 
===Attribuite===
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**La frase compare nel solo titolo di un articolo di [[Nico Orengo]] (''Tabucchi: il racconto è il romanzo di un pigro'', ''TuttoLibri'', 15 febbraio 1986, n. 490, p. 3), che sintetizza il seguente pensiero, riportato nel testo seguente: «Oggi per scrivere racconti bisogna essere un pigro personaggio che preferisce raccontare in dieci pagine ciò che un volenteroso scriverebbe in cento».
 
==''La testa perduta di Damasceno Monteiro''==
==''Tristano muore''==
===[[Incipit]]===
Manolo il Gitano aprì gli occhi, guardò la debole luce che filtrava dalle fessure della baracca e si alzò cercando di non fare rumore. Non aveva bisogno di vestirsi perché dormiva vestito, la giacca arancione che gli aveva regalato l'anno prima Agostinho da Silva, detto Franz il Tedesco, domatore di leoni sdentati del Circo Maravilhas, ormai gli serviva da vestito e da pigiama. Nella flebile luce dell'alba cercò a tentoni i sandali trasformati in ciabatte che usava come calzature. Li trovò e li infilò. Conosceva la baracca a memoria, e poteva muoversi nella semioscurità rispettando l'esatta geografia dei miseri mobili che la arredavano. Avanzò tranquillo verso la porta e in quel momento il suo piede destro urtò contro il lume a petrolio che stava sul pavimento. Merda di donna, disse fra i denti Manolo il Gitano. Era sua moglie, che la sera prima aveva voluto lasciare il lume a petrolio accanto alla sua branda con il pretesto che le tenebre le davano gli incubi e che sognava i suoi morti. Con il lume acceso basso basso, diceva lei, i fantasmi dei suoi morti non avevano il coraggio di visitarla e la lasciavano dormire in pace.
…Rosamunda Rosamunda che magnifica serata sembra proprio preparata da una fata delicata mille luci mille voci mille cuori strafelici sono tutti in allegria oh ma che felicità Rosamunda se mi guardi tu Rosamunda non resisto più... Ti piace? Era dai miei tempi, quando Rosamunda guardava Tristano e più che lo guardava e più che lei gli piaceva... Rosamunda se mi guardi tu Rosamunda non resisto più...Rosamunda tutto il mio amore è per te Rosa-munda più ti guardo e più mi piaci Rosa-mu-u-u-u-undà...
 
===Citazioni===
*Manolo il Gitano era seduto a un tavolino sotto la pergola dello spaccio. Indossava una giacca nera e un cappello a falde larghe, alla spagnola. Aveva l'aria di una perduta nobiltà: la miseria gli si leggeva tutta nel volto e nella camicia sbrindellata sul petto. (p. 41)
*La [[vita]] non è in ordine alfabetico come credete voi. Appare... un po' qua e un po' là, come meglio crede, sono briciole, il problema è raccoglierle dopo, è un mucchietto di sabbia, e qual è il granello che sostiene l'altro? A volte quello che sta sul cocuzzolo e sembra sorretto da tutto il mucchietto, è proprio lui che tiene insieme tutti gli altri, perché quel mucchietto non ubbidisce alle leggi della fisica, togli il granello che credevi non sorreggesse niente e crolla tutto, la sabbia scivola, si appiattisce e non ti resta altro che farci ghirigori col dito, degli andirivieni, sentieri che non portano da nessuna parte, e dai e dai, stai lì a tracciare andirivieni, ma dove sarà quel benedetto granello che teneva tutto insieme... e poi un giorno il dito si ferma da sé, non ce la fa più a fare ghirigori, sulla [[sabbia]] c'è un tracciato strano, un [[disegno]] senza logica e senza costrutto, e ti viene un sospetto, che il senso di tutta quella roba lì erano i ghirigori.
*Firmino lo ascoltava con attenzione. Gli piaceva come raccontava il Manolo, con quelle frasi ampollose costellate di parole in dialetto [...] (p. 44)
*Che strano, pensaci un po', mio padre studiava le vite vicinissime col microscopio, mio nonno cercava quelle lontanissime col canocchiale, entrambi con le lenti. Ma la vita si scopre a occhio nudo, né troppo lontana né troppo vicina, ad altezza d'uomo.
*– Il mio amico Diocleciano ha ottanta anni, continuò Dona Rosa, ha fatto il venditore ambulante, il barcaiolo, ed è pescatore di cadaveri e di suicidi nel Douro. Dicono che in vita sua ha preso al fiume più di settecento corpi. I corpi degli affogati li dà all'obitorio e l'obitorio gli dà uno stipendio. È il suo lavoro. Però di questo caso era al corrente e la testa non l'ha ancora consegnata alle autorità. Fa anche il guardiano d'anime nell'Arco das Alminhas, nel senso che si occupa non solo di cadaveri ma anche del loro riposo eterno, gli accende le candele in quel luogo benedetto, gli dice le preghiere, eccetera. (p. 75)
*Un inglese che come te scriveva libri disse che siamo tutti in una fogna ma che alcuni di noi guardano le stelle<ref>L'inglese è [[Oscar Wilde]].</ref>, e forse Tristano aveva voglia di guardare le stelle perché il suo paese era proprio una fogna.
*Firmino sentì un'ondata di simpatia per quella città per la quale aveva provato, senza conoscerla, una certa diffidenza. Concluse che tutti siamo preda dei pregiudizi e che senza accorgersene lui aveva mancato di dialettica, quella fondamentale dialettica a cui [[György Lukács|Lukács]] tanto teneva. (p. 83)
*Se ti metti a guardare nelle pieghe piú nascoste della società, qualsiasi essa sia, scopri la pazzia. Ma quelli che hanno avuto il coraggio di farlo erano pazzi...
*– Grundnorm, ripeté, afferra il concetto?<br/>– Norma base, disse Firmino cercando di utilizzare quel poco di tedesco che sapeva.<br/>– Certo, norma base, specificò l'obeso, solo che per Kelsen è situata al vertice della piramide, è una norma base rovesciata, sta in cima alla sua teoria della giustizia, quella che lui definiva Stufenbau Theorie, la teoria della costruzione piramidale. (p. 114)
*La vita non si racconta, te l'ho già detto, la vita si vive, e mentre la vivi è già persa, è scappata.
*– Il testimone con cui ho parlato stamani, disse Firmino cambiando discorso, è sicuro che Damasceno è stato assassinato dalla Guarda Nacional.<br/>L'avvocato fece un sorriso stanco e guardò l'orologio.<br/>– Oh, disse, la Guarda Nacional è un istituzione militare, è proprio una bella incarnazione della Grundnorm, la cosa incomincia a interessarmi, anche perché forse lei non sa quante persone sono state uccise o seviziate nei nostri simpatici commissariati negli ultimi tempi.<br/>– Credo di saperlo quanto lei, gli fece notare Firmino, gli ultimi quattro casi sono stati seguiti dal mio giornale.<br/>– Già, mormorò l'avvocato, e tutti i responsabili assolti, tutti tranquillamente in servizio, la cosa comincia proprio a interessarmi [...] (p. 115)
*Ora Tristano è davvero stanco, non ha più fiato, lo senti, avrebbe voglia di dormire, ma non il breve sonno di un'inizione, a lungo, come deve essere lungo il sonno che compensi la fatica di aver vissuto.
*– Insomma, continuò Firmino, voglio dire che il mio giornale è il giornale che lei sa, e lei, beh, lei è un avvocato importante, ha il cognome che ha, insomma volevo dire che lei ha una reputazione da difendere, non so se mi spiego.<br/>– Lei continua a deludermi, giovanotto, rispose l'avvocato, cerca a tutti i costi di essere inferiore a se stesso, non dobbiamo mai essere inferiori a noi stessi, cos'è che ha detto di me?<br/>– Che ha una reputazione da difendere, rispose Firmino. (p. 126)
*Ti ho cercato, amore mio, in ogni atomo di te che è disperso nell'universo. Ne ho raccolti quanti mi era possibile, nella terra, nell'aria, nel mare, negli sguardi e nei gesti degli uomini.
*[...] ha scritto un libro che si chiama ''La question'', ci racconta come nel 1957, accusato dalle forze armate francesi di essere comunista e filoalgerino, lui europeo e francese, venne torturato a Algeri per rivelare i nomi degli altri resistenti. Ricapitolando: London fu torturato dai comunisti, Alleg fu torturato perché era comunista. Il che ci conferma che la [[tortura]] può venire da ogni parte, e questo il vero problema. (p. 176)
*Scrittore, chi sei tu per avere i dubbi di coscienza di qualcuno che non hai mai conosciuto?
 
===[[Explicit]]===
– Un travestito, disse Firmino, ospedale psichiatrico, schedato per prostituzione. Figuriamoci.<br/>E fece per chiudere la porta dietro di sé. Don Fernando lo fermò con un gesto della mano. Si alzò a fatica e avanzò verso il centro della stanza. Puntò l'indice contro il soffitto, come se si rivolgesse all'aria, poi lo puntò verso Firmino, e poi lo diresse verso il suo petto.<br/>– È una persona, disse, si ricordi di questo, giovanotto, prima di tutto è una persona.<br/>E poi continuò:<br/>– Cerchi di essere delicato con lei, abbia molto tatto, Wanda è una creatura fragile come il cristallo, una parola storta e le vengono le crisi di pianto.
È una bella foto, gliela regalo, la metta sulla copertina del suo libro, non è Tristano ma lo è un po', visto che è suo padre... Ci gira le spalle come se ci dicesse addio, che poi è quello che ho fatto in tutti questi giorni con lei, e che ora sto facendo per l'ultima volta... Guardi la pendola, che ore sono? Le sembrerà stupido, ma voglio saperlo, è l'ultima cosa che voglio sapere... comunque domani è un altro giorno, come si dice.
 
{{NDR|Antonio Tabucchi, ''Tristano muore'', Feltrinelli.}}
 
==''Sostiene Pereira''==
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===Citazioni===
*[...] la filosofia sembra che si occupi solo della verità, ma forse dice solo fantasie, e la letteratura sembra che si occupi solo di fantasie, ma forse dice la verità. (IV; 2010, p. 30)
*Le ragioni del cuore sono le più importanti, bisogna sempre seguire le ragioni del cuore, questo i dieci comandamenti non lo dicono, ma glielo dico io.
*È difficile avere una convinzione precisa quando si parla delle ragioni del cuore, sostiene Pereira.
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*Una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime.
 
==''Tristano muore''==
==''La testa perduta di Damasceno Monteiro''==
===[[Incipit]]===
…Rosamunda...Rosamunda Rosamunda che magnifica serata sembra proprio preparata da una fata delicata mille luci mille voci mille cuori strafelici sono tutti in allegria oh ma che felicità Rosamunda se mi guardi tu Rosamunda non resisto più... Ti piace? Era dai miei tempi, quando Rosamunda guardava Tristano e più che lo guardava e più che lei gli piaceva... Rosamunda se mi guardi tu Rosamunda non resisto più...Rosamunda tutto il mio amore è per te Rosa-munda più ti guardo e più mi piaci Rosa-mu-u-u-u-undà...
Manolo il Gitano aprì gli occhi, guardò la debole luce che filtrava dalle fessure della baracca e si alzò cercando di non fare rumore. Non aveva bisogno di vestirsi perché dormiva vestito, la giacca arancione che gli aveva regalato l'anno prima Agostinho da Silva, detto Franz il Tedesco, domatore di leoni sdentati del Circo Maravilhas, ormai gli serviva da vestito e da pigiama. Nella flebile luce dell'alba cercò a tentoni i sandali trasformati in ciabatte che usava come calzature. Li trovò e li infilò. Conosceva la baracca a memoria, e poteva muoversi nella semioscurità rispettando l'esatta geografia dei miseri mobili che la arredavano. Avanzò tranquillo verso la porta e in quel momento il suo piede destro urtò contro il lume a petrolio che stava sul pavimento. Merda di donna, disse fra i denti Manolo il Gitano. Era sua moglie, che la sera prima aveva voluto lasciare il lume a petrolio accanto alla sua branda con il pretesto che le tenebre le davano gli incubi e che sognava i suoi morti. Con il lume acceso basso basso, diceva lei, i fantasmi dei suoi morti non avevano il coraggio di visitarla e la lasciavano dormire in pace.
 
===Citazioni===
*La [[vita]] non è in ordine alfabetico come credete voi. Appare... un po' qua e un po' là, come meglio crede, sono briciole, il problema è raccoglierle dopo, è un mucchietto di sabbia, e qual è il granello che sostiene l'altro? A volte quello che sta sul cocuzzolo e sembra sorretto da tutto il mucchietto, è proprio lui che tiene insieme tutti gli altri, perché quel mucchietto non ubbidisce alle leggi della fisica, togli il granello che credevi non sorreggesse niente e crolla tutto, la sabbia scivola, si appiattisce e non ti resta altro che farci ghirigori col dito, degli andirivieni, sentieri che non portano da nessuna parte, e dai e dai, stai lì a tracciare andirivieni, ma dove sarà quel benedetto granello che teneva tutto insieme... e poi un giorno il dito si ferma da sé, non ce la fa più a fare ghirigori, sulla [[sabbia]] c'è un tracciato strano, un [[disegno]] senza logica e senza costrutto, e ti viene un sospetto, che il senso di tutta quella roba lì erano i ghirigori.
*Manolo il Gitano era seduto a un tavolino sotto la pergola dello spaccio. Indossava una giacca nera e un cappello a falde larghe, alla spagnola. Aveva l'aria di una perduta nobiltà: la miseria gli si leggeva tutta nel volto e nella camicia sbrindellata sul petto. (p. 41)
*Che strano, pensaci un po', mio padre studiava le vite vicinissime col microscopio, mio nonno cercava quelle lontanissime col canocchiale, entrambi con le lenti. Ma la vita si scopre a occhio nudo, né troppo lontana né troppo vicina, ad altezza d'uomo.
*Firmino lo ascoltava con attenzione. Gli piaceva come raccontava il Manolo, con quelle frasi ampollose costellate di parole in dialetto […] (p. 44)
*Un inglese che come te scriveva libri disse che siamo tutti in una fogna ma che alcuni di noi guardano le stelle<ref>L'inglese è [[Oscar Wilde]].</ref>, e forse Tristano aveva voglia di guardare le stelle perché il suo paese era proprio una fogna.
*– Il mio amico Diocleciano ha ottanta anni, continuò Dona Rosa, ha fatto il venditore ambulante, il barcaiolo, ed è pescatore di cadaveri e di suicidi nel Douro. Dicono che in vita sua ha preso al fiume più di settecento corpi. I corpi degli affogati li dà all'obitorio e l'obitorio gli dà uno stipendio. È il suo lavoro. Però di questo caso era al corrente e la testa non l'ha ancora consegnata alle autorità. Fa anche il guardiano d'anime nell'Arco das Alminhas, nel senso che si occupa non solo di cadaveri ma anche del loro riposo eterno, gli accende le candele in quel luogo benedetto, gli dice le preghiere, eccetera. (p. 75)
*Se ti metti a guardare nelle pieghe piú nascoste della società, qualsiasi essa sia, scopri la pazzia. Ma quelli che hanno avuto il coraggio di farlo erano pazzi...
*Firmino sentì un'ondata di simpatia per quella città per la quale aveva provato, senza conoscerla, una certa diffidenza. Concluse che tutti siamo preda dei pregiudizi e che senza accorgersene lui aveva mancato di dialettica, quella fondamentale dialettica a cui [[György Lukács|Lukács]] tanto teneva. (p. 83)
*La vita non si racconta, te l'ho già detto, la vita si vive, e mentre la vivi è già persa, è scappata.
*– Grundnorm, ripeté, afferra il concetto?<br/>– Norma base, disse Firmino cercando di utilizzare quel poco di tedesco che sapeva.<br/>– Certo, norma base, specificò l'obeso, solo che per Kelsen è situata al vertice della piramide, è una norma base rovesciata, sta in cima alla sua teoria della giustizia, quella che lui definiva Stufenbau Theorie, la teoria della costruzione piramidale. (p. 114)
*Ora Tristano è davvero stanco, non ha più fiato, lo senti, avrebbe voglia di dormire, ma non il breve sonno di un'inizione, a lungo, come deve essere lungo il sonno che compensi la fatica di aver vissuto.
*– Il testimone con cui ho parlato stamani, disse Firmino cambiando discorso, è sicuro che Damasceno è stato assassinato dalla Guarda Nacional.<br/>L'avvocato fece un sorriso stanco e guardò l'orologio.<br/>– Oh, disse, la Guarda Nacional è un istituzione militare, è proprio una bella incarnazione della Grundnorm, la cosa incomincia a interessarmi, anche perché forse lei non sa quante persone sono state uccise o seviziate nei nostri simpatici commissariati negli ultimi tempi.<br/>– Credo di saperlo quanto lei, gli fece notare Firmino, gli ultimi quattro casi sono stati seguiti dal mio giornale.<br/>– Già, mormorò l'avvocato, e tutti i responsabili assolti, tutti tranquillamente in servizio, la cosa comincia proprio a interessarmi […] (p. 115)
*Ti ho cercato, amore mio, in ogni atomo di te che è disperso nell'universo. Ne ho raccolti quanti mi era possibile, nella terra, nell'aria, nel mare, negli sguardi e nei gesti degli uomini.
*– Insomma, continuò Firmino, voglio dire che il mio giornale è il giornale che lei sa, e lei, beh, lei è un avvocato importante, ha il cognome che ha, insomma volevo dire che lei ha una reputazione da difendere, non so se mi spiego.<br/>– Lei continua a deludermi, giovanotto, rispose l'avvocato, cerca a tutti i costi di essere inferiore a se stesso, non dobbiamo mai essere inferiori a noi stessi, cos'è che ha detto di me?<br/>– Che ha una reputazione da difendere, rispose Firmino. (p. 126)
*Scrittore, chi sei tu per avere i dubbi di coscienza di qualcuno che non hai mai conosciuto?
*[…] ha scritto un libro che si chiama ''La question'', ci racconta come nel 1957, accusato dalle forze armate francesi di essere comunista e filoalgerino, lui europeo e francese, venne torturato a Algeri per rivelare i nomi degli altri resistenti. Ricapitolando: London fu torturato dai comunisti, Alleg fu torturato perché era comunista. Il che ci conferma che la [[tortura]] può venire da ogni parte, e questo il vero problema. (p. 176)
 
===[[Explicit]]===
È una bella foto, gliela regalo, la metta sulla copertina del suo libro, non è Tristano ma lo è un po', visto che è suo padre... Ci gira le spalle come se ci dicesse addio, che poi è quello che ho fatto in tutti questi giorni con lei, e che ora sto facendo per l'ultima volta... Guardi la pendola, che ore sono? Le sembrerà stupido, ma voglio saperlo, è l'ultima cosa che voglio sapere... comunque domani è un altro giorno, come si dice.
– Un travestito, disse Firmino, ospedale psichiatrico, schedato per prostituzione. Figuriamoci.<br/>E fece per chiudere la porta dietro di sé. Don Fernando lo fermò con un gesto della mano. Si alzò a fatica e avanzò verso il centro della stanza. Puntò l'indice contro il soffitto, come se si rivolgesse all'aria, poi lo puntò verso Firmino, e poi lo diresse verso il suo petto.<br/>– È una persona, disse, si ricordi di questo, giovanotto, prima di tutto è una persona.<br/>E poi continuò:<br/>– Cerchi di essere delicato con lei, abbia molto tatto, Wanda è una creatura fragile come il cristallo, una parola storta e le vengono le crisi di pianto.
==''Il tempo invecchia in fretta''==
===Citazioni===
*Come può essere presente la notte. Fatta solo di se stessa, è assoluta, ogni spazio è suo, si impone di sola presenza, della stessa presenza del fantasma che sai che è lì di fronte a te ma è dappertutto, anche alle tue spalle, e se ti rifugi in un piccolo luogo di luce di esso sei prigioniero perché intorno, come un mare che circonda il tuo piccolo faro, c'è l'invalicabile presenza della notte. (pag. 42)
*Le parve di essere quel bambino che all'improvviso si ritrovava con un [[palloncino]] floscio tra le mani, qualcuno glielo aveva rubato, ma no, il palloncino c'era ancora, gli avevano soltanto sottratto l'aria che c'era dentro. Era dunque così, il tempo era aria e lei l'aveva lasciata esalare da un forellino minuscolo di cui non si era accorta?
 
== Citazioni su Antonio Tabucchi ==
{{NDR|Antonio Tabucchi, ''Il tempo invecchia in fretta'', Feltrinelli, 2009.}}
*Signora Presidente, un'Aula parlamentare non è il luogo più adatto per discutere di letteratura, ma nel caso della morte di Tabucchi si deve comunque ricordare che egli è stato un autore con una fortissima originalità di scrittura e con una vocazione ad uscire fuori dai confini circoscritti della letteratura italiana. Egli ha svolto un curioso sodalizio con una grande figura di scrittore portoghese – ce l'ha fatto conoscere – e in questa maniera ha come disegnato quasi una figura duale. In un'Aula parlamentare mi sembra però più opportuno ricordare il suo impegno civile e anche direttamente politico. Negli anni contrassegnati dall'anomalia italiana, Tabucchi ha rappresentato una voce inflessibile, critica e durissima nei confronti di una situazione che non si è mai verificata in nessun Paese democratico. Mi riferisco alla salita al vertice del potere politico di un possessore di mezzi di comunicazione. {{NDR|Il riferimento è a [[Silvio Berlusconi]].}} ([[Pancho Pardi]])
 
== Citazioni su Antonio Tabucchi ==
*Signora Presidente, un'Aula parlamentare non è il luogo più adatto per discutere di letteratura, ma nel caso della morte di Tabucchi si deve comunque ricordare che egli è stato un autore con una fortissima originalità di scrittura e con una vocazione ad uscire fuori dai confini circoscritti della letteratura italiana. Egli ha svolto un curioso sodalizio con una grande figura di scrittore portoghese – ce l'ha fatto conoscere – e in questa maniera ha come disegnato quasi una figura duale. In un'Aula parlamentare mi sembra però più opportuno ricordare il suo impegno civile e anche direttamente politico. Negli anni contrassegnati dall'anomalia italiana, Tabucchi ha rappresentato una voce inflessibile, critica e durissima nei confronti di una situazione che non si è mai verificata in nessun Paese democratico. Mi riferisco alla salita al vertice del potere politico di un possessore di mezzi di comunicazione. {{NDR|Il riferimento è a [[Silvio Berlusconi]].}} ([[Pancho Pardi]])
 
==Note==
<references/>
 
== Altri progetti==
{{interprogetto|w}}
==Bibliografia==
* Antonio Tabucchi, ''LaIl testatempo perdutainvecchia diin Damasceno Monteirofretta'', Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano, 1997, ISBN 88-07-01518-82009.
*Antonio Tabucchi, ''La testa perduta di Damasceno Monteiro'', Feltrinelli, Milano, 1997. ISBN 88-07-01518-8
*Antonio Tabucchi, ''Sostiene Pereira. Una testimonianza'', Feltrinelli, Milano, 2010. ISBN 9788807813818
* Antonio Tabucchi, ''Tristano muore. Una vita'', Feltrinelli, Milano, 2004,. ISBN 978-88-07819-16-2
 
== Altri progetti==
{{interprogetto|w}}
===Opere===
{{Pedia|Sostiene Pereira||(1994)}}
{{Pedia|La testa perduta di Damasceno Monteiro||(1997)}}
 
[[Categoria{{DEFAULTSORT:Scrittori italiani|Tabucchi, Antonio]]}}
[[Categoria:Scrittori italiani]]