Henry de Montherlant: differenze tra le versioni

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*Adepto di potenze perdute, di bellezze spente, il suo regno non esisteva più su questo mondo. ([[Piero Buscaroli]])
*È di regola, a proposito di Montherlant, citare Barrès. E se i più colti risalgono nientemeno che a Pindaro, a Senofonte, (al Senofonte ufficiale di cavalleria, più che al discepolo di Socrate), e all'inevitabile Alcibiade, i più avvertiti risalgono a Bossuet, a Pascal. Tanto par facile ritrovare in certo sontuoso spirito cattolico del Gran Secolo, o nella febbrile e crudele introspezione pascaliana, quel miscuglio di sensualità, di erotismo, e d'inquietudine cristiana, che fa sì forti al palato le migliori pagine. [...] Montherlant si mostra nella sua vera natura, fredda e violenta, dominata e repressa da un ordine morale che in lui, di antica e nobile famiglia, né la cultura né l'estetismo son riusciti a corrompere. Un ordine morale cattolico, nel suo significato più cavalleresco. ([[Curzio Malaparte]])
*È morto sull'esempio di quell'antichità che amava tanto. Bisognerà rifarsi ai classici, a Chateaubriand, a Benjamin Constant, a Barrès, per dargli la giusta collocazione nella nostra letteratura. Non era fatto per vivere in un'epoca vile. Era fatto per un'epoca di tornei e non di rapine. Montherlant muore all'inizio dell'autunno, come un eroe solare. Vita da filosofo, morte da samurai. Il revolver, per disprezzare la sua epoca, i suoi contemporanei, cessare di esservi. ([[Paul Morand]])
*Forse il più grande tra i nostri scrittori viventi. ([[Georges Bernanos]])
*Il segreto metafisico che chiude la sua vita mai lo conosceremo. Soltanto qua e là, disseminate attraverso la sua opera, in frasi e pensieri, scopriremo piccole luci rivelatrici del suo mistero. Come i Romani, suoi modelli di sempre, Montherlant lottò, trionfò, fu vinto, conquistò un impero nelle lettere del secolo, aspettando qualche cosa, come i contemporanei di Ovidio e di Augusto, qualche cosa che, forse, gli fu rivelato o concesso prima di uscire dalla scena. ([[Vintilă Horia]])