Epitaffi dai libri: differenze tra le versioni

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*Il lampadario si era abbattuto sulla testa di quella povera sventurata che era venuta all'Opéra per la prima volta in vita sua e che il signor Richard aveva designato a sostituire nelle sue funzioni di maschera la signora Giry, la maschera del fantasma! Era morta sul colpo e, l'indomani, un giornale portava questo occhiello: ''Duecentomila chili sulla testa di una portinaia''. Fu questa la sua orazione funebre.
:([[Gaston Leroux]], ''Il fantasma dell'Opera'')
 
*Io vorrei giacere nel cimitero dei ''chlysty'' di Tarusa, sotto il cespuglio di sambuco, in una di quelle tombe con la colomba d'argento, dove crescono le fragole più rosse e più grosse delle nostre parti.<br>Ma se ciò è irrealizzabile, se non solo a me non è dato di giacere là, ma addirittura non esiste più quel cimitero, allora vorrei che su uno di quei colli che le Kirillovne attraversavano per venire da noi a Pesočnaja, e noi da loro a Tarusa, ponessero una pietra della cava di Tarusa:<br>{{Centrato|Qui avrebbe voluto giacere}}{{Centrato|{{Maiuscoletto|MARINA CVETAEVA}}}}
:([[Marina Ivanovna Cvetaeva]], ''Il diavolo'')
 
*Quando sono andata a Taranto a parlare con le vedove degli operai uccisi dal cancro, all'Ilva, sotto la casa di una famiglia sterminata dal tumore ho trovato una lapide, fatta mettere dall'ultimo dei morti quando era ancora vivo e combattivo, quando sperava che non sarebbe toccato anche a lui. Io vi maledico, ha scritto sulla pietra. Maledico voi che sapete cosa ci state facendo, voi che lo fate e voi che guardate in silenzio, i colpevoli e gli indifferenti, i padroni e i politici, i sindacati e i preti. Voi che pensate solo a voi stessi, e non ci ascoltate.