Benazir Bhutto: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Sull'ascesa di [[Muhammad Zia-ul-Haq|Zia ul-Haq]]}} Avevo sentito dire che era stato molto difficile trovare qualcuno adatto per quell'incarico e quindi mi incuriosiva conoscere il capo di stato maggiore dell'esercito designato da mio padre. Altri sei generali erano stati scartati per quella nomina perché le fonti dei servizi segreti dell'esercito avevano scoperto che tutti avevano qualche grave difetto nel carattere: l'abitudine di bere, la tendenza all'adulterio, una lealtà discutibile. Neppure il generale Zia era immune da pecche. Si diceva che avesse legami con ''Jamaat-e-Islami'', un'organizzazione religiosa fondamentalista che si opponeva al PPP e voleva che il paese venisse governato da leader religiosi e non laici. Inoltre, secondo uno degli ambasciatori di mio padre, era anche un ladruncolo.<br>Ma Zia aveva molti elementi a suo favore. Diversamente da altri ufficiali del nostro esercito, non era compromesso nella carneficina del Pakistan Orientale, perché durante la guerra civile si trovava fuori del paese. A quanto si diceva, godeva del rispetto dell'esercito, e questo era stato il criterio di valutazione più importante per mio padre nel lungo processo di selezione che era diventato sempre più esasperante. (p. 100)
 
*{{NDR|Sul primo incontro con [[Muhammad Zia-ul-Haq|Zia ul-Haq]]}} Ricordo che rimasi sorpresa quando lo vidi. Diversamente dall'immagine un po' infantile di un militare alto e robusto con i nervi d'acciaio alla James Bond, il generale che stava davanti era un uomo basso, nervoso, dall'aria fatua, con i capelli impomatati e divisi da una scriminatura centrale. Sembrava più il "cattivo" di un cartone animato inglese che un capo militare. Si comportò in modo molto ossequioso e ripeté più volte che era onorato di conoscere la figlia del grande Zulfikar Ali Bhutto. Senza dubbio, mio padre avrebbe potuto trovarsi un capo di stato maggiore un po' diverso; ma non dissi nulla. (p. 101)
 
==Citazioni su Benazir Bhutto==