David Batchelor: differenze tra le versioni

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*La cromofobia si manifesta nei tanti e vari tentativi di purgare il colore dalla cultura, di svalutare il colore, di diminuirne la rilevanza, di negarne la complessità. Più specificamente: questa espunzione del colore è di solito realizzata in una o due maniere. Nella prima, il colore viene considerato come proprietà di un qualche corpo "estraneo": di solito il femminile, l'orientale, il primitivo, l'infantile, il volgare, il bizzarro o il patologico. Nella seconda, il colore viene relegato al regno del superficiale, del supplementare, dell'inessenziale o del cosmetico. Nell'una, il colore è guardato come alieno e perciò pericoloso; nell'altra, è percepito soltanto come una qualità secondaria dell'esperienza, e quindi non meritevole di seria considerazione. Il colore è pericoloso, è banale, o l'una e l'altra cosa insieme. (È tipico dei pregiudizi fondere in uno il sinistro e il superficiale.) In entrambi i casi, comunque, il colore è di solito escluso dalle più elevate occupazioni della Mente. È altro rispetto ai più alti valori della cultura occidentale. O forse è la cultura che è altro rispetto ai più alti valori del colore. O il colore è la corruzione della cultura. (cap. 2 ''Cromofobia'', p. 19)
 
*Dove troviamo l'idea della Caduta nella cultura contemporanea? Una risposta potremmo trovarla nell'immagine delle droghe – o cultura della [[droga]] – e nel panico morale che la circonda. La "caduta dalla grazia che sono le droghe" è spesso rappresentata in modo non dissimile dalla discesa nel colore descritta da [[Charles Blanc|Blanc]]. Sensuale, inebriante, instabile, non permanente; perdita del controllo, perdita del centro di unità personale, perdita di sé... Ora scopriamo che esiste una relazione abbastanza interessante fra le droghe e il colore, e non è un'invenzione recente. Anch'essa, piuttosto, risale all'antichità, ad [[Aristotele]], che chiamava il colore una droga pharmakon e, prima ancora, all'iconoclasta [[Platone]], per il quale un pittore era semplicemente colui che utilizzava «molti [colori] mescolati insieme». A distanza di due millenni e mezzo, non sembra che le cose siano cambiate molto. Negli anni sessanta, per esempio, le droghe erano associate comunemente, e a volte comicamente, non già alla distorsione delle forme quanto all'intensificazione del colore. (cap. 2 ''Cromofobia'', p. 31)
*{{NDR|Su ''[[Il cielo sopra Berlino]]''}} Le prime domande che l'angelo pone riguardano i nomi dei colori che egli vede. La sua caduta dalla grazia è una caduta nel colore, con un rumore sordo. È una caduta dal mondo degli spiriti disincarnati che tutto osservano nel mondo del particolare e del contingente, il mondo dell'esistenza sensibile, del caldo e del freddo, del gusto e del tatto, ma soprattutto è la caduta in un mondo di desiderio. È la caduta in un mondo di coscienza e di Io, o piuttosto la caduta da una supercoscienza nella coscienza individuale, ma è una caduta nell'Io realizzata con lo scopo esplicito di perdere l'Io nel desiderio. (cap. 2 ''Cromofobia'', pp. 38-39)