Dino Zoff: differenze tra le versioni

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*{{NDR|«Lei non ha mai amato le magliette sgargianti.»}} A me non importava della foto o dell'immagine TV. Io mi occupavo solo del campo. Diversamente dagli inglesi che pensavano che la maglia gialla attirasse l'attaccante, [...] io mi ero convinto che non dovessi dare punti di riferimento ai tiri avversari e che perciò nero, grigio o ''beige'', in [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale]], fossero l'ideale.
*{{NDR|Sugli anni al Mantova}} Arrivò Santarelli, portiere storico dei [[Bologna Football Club 1909|felsinei]]. Io ero il secondo portiere, troppo giovane per essere il primo [...] A quei tempi si davano undici premi partita ai titolari e altri tre o quattro che venivano divisi tra gli altri giocatori della rosa. Santarelli un giorno mi chiamò e mi disse "Senti, facciamo così, noi portieri, mettiamo i nostri premi in un fondo unico e poi lo dividiamo a metà". Io fui onorato e colpito da tanta generosità. Solo che aveva visto lungo lui, non io. Infatti giocai 30 partite io e 4 lui. Si faccia un conto chi ci guadagnò da quell'accordo...
*Forse era destino che io andassi alla Juventus. Pensi che nel 1962 giocavo con l'[[Udinese Calcio|Udinese]] contro i bianconeri e mi ero messo, al solito, la mia maglia nera. Ma quel giorno anche loro erano vestiti in nero. Così fu Vavassori, portiere di riserva dei bianconeri, a dare al suo avversario la [[Colori e simboli della Juventus Football Club|maglietta bianca con la v nera]]. Destino.
*Stare alla Juve era come lavorare alla FIAT. Risultati, ordine, disciplina.
*Ero sempre alla ricerca, da portiere, della semplicità. E della perfezione, che però non ho trovato. Cercavo di supplire con il piazzamento alla teatralità di un tuffo ad angelo. [...] Non come certi esteti che amano più la foto della parata. Pensi che una volta, all'Olimpico, durante un Inghilterra - Italia mi fecero un tiro che necessitava di un tuffo plastico per prendere la palla. Mi ricordo che, mentre ero in volo, già mi vergognavo.