Johann Wolfgang von Goethe: differenze tra le versioni

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sposto date in fondo, ma quest'opera è un po' un casino...
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===Citazioni===
*[[Verona]], 17 settembre 1786<br>Lo scopo di questo mio magnifico viaggio non è quello d'illudermi, bensì di conoscere me stesso nel rapporto con gli oggetti. ([[Verona]], 17 settembre 1786; 2017, p. 45)
*{{NDR|A [[Verona]]}} Durante la sera si prova gioia di vivere e l'aristocrazia esce per la passeggiata. Chi va in chiesa a recitare l'Ave Maria, chi si ferma in Piazza Bei Cavalleri si accosta alle carrozze per intrattenersi con le belle signore. La popolazione qui va e viene tra la più grande animazione e specialmente in alcune vie. Nei giorni di mercato le piazze sono zeppe di gente, si ride, si scherza per tutta la giornata. Il popolo è tutto bello e buono e bada con occhio acuto ai fatti altrui, i ricchi e i nobili stanno rinchiusi nelle loro case.<ref>Citato in ''[http://ospitiweb.indire.it/~mipm0001/goethe/verona.htm Goethe a Verona]''.</ref>
*[[Vicenza]], 19 settembre 1786<br>Soltanto al cospetto di queste architetture se ne apprezza il grande valore, perché esse sono intese a colmare l'occhio con la loro reale grandezza e corposità, e ad appagare lo spirito con la bella armonia delle loro dimensioni, non solo sotto forma di astratti disegni, ma con tutte le sporgenze e le rientranze della loro prospettiva; perciò io dico che il [[Andrea Palladio|Palladio]] è stato davvero un grand'uomo sia nel sentire che nell'operare. ([[Vicenza]], 19 settembre 1786; 2017, p. 54)
*[[Venezia]], 30 settembre 1786<br>Oggi mi sono fatta un'idea ancora più approfondita di Venezia, acquistandone la pianta. Dopo averla studiata più o meno, salii sul campanile di San Marco, dal quale lo sguardo abbraccia uno spettacolo unico. Era circa mezzogiorno e il sole splendeva luminoso, tanto che non ebbi bisogno del cannocchiale per distinguere esattamente cose vicine e lontane. La marea copriva la laguna, e quando mi volsi a guardare il cosiddetto Lido [...] vidi per la prima volta il mare e su di esso alcune vele. ([[Venezia]], 30 settembre 1786; 2017, p. 74)
*[[Venezia]], 1 ottobre 1786<br>Sono rimasto colpito dalla grande sporcizia delle strade, facendo di conseguenza alcune considerazioni. In materia esiste certamente un qualche regolamento: la gente spinge il sudiciume negli angoli, e vedo anche mandar su e giù grosse imbarcazioni che si fermano in punti determinati e raccolgono l'immondizia [...]. In queste operazioni non v'è logica né rigore, e tanto più è imperdonabile la sporcizia della città, che per le sue caratteristiche potrebbe esser tenuta pulita come lo è qualunque città olandese. ([[Venezia]], 1º ottobre 1786; 2017, pp. 74-75)
*Cento, 17 ottobre 1786<br>Il [[Guercino]] è un pittore intimamente probo, virilmente sano, senza rozzezze; le sue opere si distinguono anzi per gentile grazia morale, per tranquilla e libera grandiosità, e per un che di particolare che consente, all'occhio appena esercitato, di riconoscerle al primo sguardo. La levità, la purezza e la perfezione del suo pennello sono stupefacenti. Per i panneggi usa colori particolarmente belli, con mezze tinte bruno-rossicce, assai ben armonizzanti con l'azzurro che pure predilige. (Cento, 17 ottobre 1786; 2017, p. 111)
*[[Bologna]], 18 ottobre 1786, notte.<br/>Verso sera finalmente mi sottrassi a questa vecchia, rispettabile e dotta città {{NDR|[[Bologna]]}}, alle sue folle di gente che, protette dal sole e dal maltempo grazie ai portici fiancheggianti quasi tutte le vie, possono andar su e giù, attardarsi a curiosare, far compere e badare agli affari. (ed.[[Bologna]], 18 ottobre 1786; 1983)
*[[Palermo]], lunedì 2 aprile 1787.<br />Alle tre del pomeriggio, con sforzo e fatica, entrammo finalmente nel porto, dove ci si presentò il più ridente dei panorami. La città, situata ai piedi di alte montagne, guarda verso nord; su di essa, conforme all'ora del giorno, splendeva il sole, al cui riverbero tutte le facciate in ombra delle case ci apparivano chiare. A destra il Monte Pellegrino con la sua elegante linea in piena luce, a sinistra la lunga distesa della costa, rotta da baie, penisolette, promontori. Nuovo fascino aggiungevano al quadro certi slanciati alberi dal delicato color verde, le cui cime, illuminate di luce riflessa, ondeggiavano come grandi sciami di lucciole vegetali davanti alle case buie. Una chiara vaporosità inazzurriva tutte le ombre. ([[Palermo]], 2 aprile 1787<ref name="girodivite">Citato in ''[http://www.girodivite.it/viaggiatori-in-Sicilia.html Viaggiatori in Sicilia]'', ''Girodivite.it''</ref> )
*Chi ha visto una volta il cielo di Palermo non potrà mai più dimenticarlo.<ref>Citato in ''[http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/palermo-citt%C3%A0-multiforme/479/default.aspx Palermo, città multiforme - I mille volti di una città che punta all`'Europa]'', ''Lastoriasiamonoi.rai.it''</ref>
*Palermo, 3 aprile 1787.<br/>Com'essa ci abbia accolti, non ho parole bastanti a dirlo: con fresche verzure di gelsi, oleandri sempre verdi, spalliere di limoni ecc. In un giardino pubblico c'erano grandi aiuole di ranuncoli e di anemoni. L'aria era mite, tiepida, profumata, il vento molle. Dietro un promontorio si vedeva sorgere la luna che si specchiava nel mare; dolcissima sensazione, dopo essere stati sballottati per quattro giorni e quattro notti dalle onde! (Palermo, 3 aprile 1787<ref name=girodivite/>)
*Roma, primo novembre 1786. <br/>Non osavo quasi confessare a me stesso la mia meta, ancora per via ero oppresso dal timore, e solo quando passai sotto Porta del Popolo seppi per certo che [[Roma]] era mia. (ed.Roma, 1º novembre 1786; 1983)
*9 novembre 1786. Mi piace assai riandare con la mente a [[Venezia]], a quella grande realtà sorta dal grembo del mare come Pallade dal cervello di Giove. (ed.9 novembre 1786; 1983)
*27 febbraio 1787.<br/>Oggi mi son dato alla pazza gioia, dedicando tutto il mio tempo a queste incomparabili bellezze. Si ha un bel dire, raccontare, dipingere; ma esse sono al disopra di ogni descrizione. La spiaggia, il golfo, le insenature del mare, il [[Vesuvio]], la città, i sobborghi, i castelli, le ville! Questa sera ci siamo recati alla Grotta di Posillipo, nel momento in cui il sole, passa con i suoi raggi alla parte opposta. Ho perdonato a tutti quelli che perdono la testa per questa città e mi sono ricordato con tenerezza di mio padre, che aveva conservato un'impressione incancellabile proprio degli oggetti da me visti oggi per la prima volta. (27 febbraio 1787)
*Napoli, 5 marzo 1787. Debbo darvi qualche breve ragguaglio di carattere generale circa un uomo egregio che ho conosciuto in questi giorni: il cavalier [[Gaetano Filangieri|Filangieri]], noto per il suo libro sulle legislazioni. Egli fa parte di quei giovani degni di stima che hanno di mira la felicità degli uomini, non disgiunta da un'onorevole libertà. Dal suo contegno traspare il decoro del soldato, del cavaliere e dell'uomo di mondo, temperato però dall'espressione d'un delicato senso morale diffuso in tutto il suo essere e che emana bellamente dalla parola e dal gesto. (ed.Napoli, 5 marzo 1787; 1983)
*Con la gente già mi trovo molto meglio. Solo bisogna pesarla con la bilancia del bottegaio e in nessun modo con quella dell'oro come, purtroppo, gli amici spesso fanno fra di loro per umore ipocondriaco o per singolari, straordinarie pretese. Qui l'uno non sa nulla dell'altro e notano appena che corrono qua e là gli uni accanto agli altri. Vanno e vengono ogni giorno in un paradiso, senza troppo guardare attorno a sé. E se l'abisso infernale che hanno vicino va in furore, si ricorre al sangue di San Gennaro, come tutto il mondo, anche contro il diavolo e la morte, ricorre o vorrebbe ricorrere al sangue. (ed. 1973)
*L'[[uomo]] è una creatura che sa presto, ma mette in pratica tardi. (ed. 1973)
*{{NDR|Segesta}} La posizione del tempio è notevole: all'estremità superiore d'una lunga e larga vallata, su una collina isolata e, pertanto, circondata da rupi, esso domina lontano sulla vasta campagna.<ref>Citato in Ernesto Di Lorenzo, ''[http://palermo.repubblica.it/dettaglio/quando-segesta-affascino-alberto-moravia/1401211/1 Quando Segesta affascinò Alberto Moravia]'', ''Repubblica.it'', 6 dicembre 2007.</ref>
*Un altro disegno nacque la sera dalle finestre di [[Salerno]] ed esso mi risparmierà ogni descrizione di una terra deliziosa e fertilissima. Chi non sarebbe stato disposto a studiare in questa cittadina nel tempo in cui vi fioriva una [[Scuola Medica Salernitana|università]]? (22 marzo 1787, ed.; 2004)
*Nel giardino pubblico vicino al porto, trascorsi tutto da solo alcune ore magnifiche. È il posto più stupendo del mondo [...] {{NDR|su Monte Pellegrino}} Il promontorio più bello del mondo ([[Palermo]], 7 aprile 1787; 1817)
*L'Italia è ancora come la lasciai, ancora polvere sulle strade, | ancora truffe al forestiero, si presenti come vuole. | Onestà tedesca ovunque cercherai invano, | c'è vita e animazione qui, ma non ordine e disciplina; | ognuno pensa per sé, è vano, dell'altro diffida, | e i capi dello stato, pure loro, pensano solo per sé.<!-- ([http://www.reise-nach-italien.de/goethe-italien1i.html Viaggio in Italia])-->
*Nell'arte, il meglio è abbastanza buono. (Napoli, 3 marzo 1787)
:''In der Kunst ist das Beste gut genug.''
*Palermo, lunedì 2 aprile 1787.<br/> Non saprei descrivere con parole la luminosità vaporosa che fluttuava intorno alle coste quando arrivammo a Palermo in un pomeriggio stupendo. La purezza dei con­torni, la soavità dell'insieme, il degradare dei toni, l'armonia del cielo, del mare, della terra… chi li ha visti una volta non li dimentica per tutta la vita. (Palermo, 2 aprile 1787<ref>Citato in ''[http://www.mezzocielo.it/2012/01/paesaggi-d%E2%80%99autore-il-mare-in-riva-alla-citta/ Paesaggi d'Autore: "Il mare in riva alla città"]'', ''MezzoCielo.it'', 5 gennaio 2012.</ref> )
*Palermo, mercoledì 4 aprile 1787.<br/>Nel pomeriggio visitammo la valle ubertosa e ridente, percorsa dal tortuoso fiume Oreto, che scendendo dai monti a sud costeggia Palermo. Anche per ricavare un'immagine da questo paesaggio è indispensabile un occhio pittorico e una mano esperta; e Kniepp seppe appunto scovare un osservatorio adatto, là dove l'acqua imbrigliata defluisce da uno sbarramento semidistrutto, all'ombra d'una ridente macchia d'alberi, avendo a sfondo l'ampio panorama della valle in salita, disseminata di case rustiche. (Palermo, 4 aprile 1787<ref name=girodivite/>)
*Palermo, martedì 3 aprile 1787.<br/>Nostra prima cura fu quella di studiare bene la città, assai facile da osservarsi superficialmente ma difficile da conoscere; facile perché una strada lunga alcune miglia l'attraversa dalla porta inferiore a quella superiore, ossia dalla marina sino al monte, ed è a sua volta incrociata da un'altra pressappoco a metà, dimodoché ciò che si trova su queste due linee è comodamente visibile; la città interna, al contrario, disorienta lo straniero, che può dirigersi in tale labirinto solo con l'aiuto d'una guida. Al crepuscolo dedicammo la nostra attenzione alla fila di carrozze con le quali i notabili compiono la loro famosa passeggiata a mare fuori cinta, per godere l'aria fresca, far conversazione e darsi a ogni sorta di corteggiamenti. Due ore prima di notte era spuntata la luna piena, diffondendo sulla sera un incanto indicibile. (Palermo, 3 aprile 1787<ref name=girodivite/>)
*Caltanissetta, sabato 28 aprile.<br/>Oggi, infine, possiamo dire che abbiamo visto, coi nostri occhi, come la Sicilia ha potuto meritare il nome onorevole di granaio d'Italia. A qualche distanza da Girgenti sono cominciate le terre fertili. Non sono delle grandi pianure, ma dei dorsi di montagne e di colline dolcemente inclinate l'una verso l'altra e interamente coperte di frumento e d'orzo che offrono allo sguardo un quadro immenso di fertilità. (Caltanissetta, sabato 28 aprile 1787)
[[File:SpoletoPonteDelleTorri ty20060511r12086.jpg|thumb|Citazione da ''Viaggio in Italia'', a [[Spoleto]]]]
*{{NDR|Parlando del [[:it:w:Ponte delle Torri|Ponte-acquedotto delle Torri]]}} Sono salito a [[Spoleto]] e sono anche stato sull'acquedotto, che nel tempo stesso è ponte fra una montagna e l'altra. Le dieci arcate che sovrastano a tutta la valle, costruite di mattoni, resistono sicure attraverso i secoli, mentre l'acqua scorre perenne da un capo all'altro di Spoleto. È questa la terza opera degli antichi che ho innanzi a me e di cui osservo la stessa impronta, sempre grandiosa. L'arte architettonica degli antichi è veramente una seconda natura, che opera conforme agli usi e agli scopi civili. È così che sorge l'anfiteatro, il tempio, l'acquedotto. E adesso soltanto sento con quanta ragione ho sempre trovato detestabili le costruzioni fatte a capriccio, come ad esempio, il ''Winterkasten'' sul ''Weissenstein''<ref>Si riferisce a un'ala del [[:en:Castello di Wilhelmshöhe|Castello di Wilhelmshöhe]] nel parco vicino a [[Kassel]].</ref>: un nulla che non serve a nulla; o tutt'al più una enorme bomboniera; e così dicasi di altre mille cose: cose tutte nate morte, perché ciò che veramente non ha una sua ragione di esistere, non ha vita, e non può essere grande, né diventare grande.<ref>Da ''Viaggio in Italia, 1816-1817'', Sansoni editore, Firenze, 1959.</ref>
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*Si trovano a Roma vestigia di una magnificenza e di uno sfacelo tali, che superano l'una e l'altro, la nostra immaginazione.
*Solo a Roma ci si può preparare a comprendere Roma.
*{{NDR|A [[Paestum]]}} 23 marzo 1787.<br/> Finalmente, incerti, se camminavamo su rocce o su macerie, potemmo riconoscere alcuni massi oblunghi e squadrati, che avevamo già notato da distante, come templi sopravvissuti e memorie di una città una volta magnifica. ([[Paestum]], 23 marzo 1787)
:''Endlich, ungewiss, ob wir durch Felsen oder Trümmer führen, konnten wir einige große länglich-viereckige Massen, die wir in der Ferne schon bemerkt hatten, als überbliebene Tempel und Denkmale einer ehemals so prächtigen Stadt unterscheiden.''
*Castel Gandolfo, 12 Ottobre.<br/>Io sono un figlio della pace e continuerò a stare in pace con tutto il mondo, dal momento che sono arrivato a conchiuderela con me stesso. (ed.Castel Gandolfo, 12 ottobre {{c|anno?}}; 1991)
*Anche a me qui {{NDR|[[Napoli]]}} sembra di essere un altro. Dunque le cose sono due: o ero pazzo prima di giungere qui, oppure lo sono adesso.
*Da quanto si dica, si narri, o si dipinga, [[Napoli]] supera tutto: la riva, la baia, il golfo, il Vesuvio, la città, le vicine campagne, i castelli, le passeggiate... Io scuso tutti coloro ai quali la vista di Napoli fa perdere i sensi!
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:''Ich finde in diesem Volk die lebhafteste und geistreichste Industrie, nicht um reich zu werden, sondern um sorgenfrei zu leben.''
*Vedi Napoli e poi muori.
*Palermo, venerdì 13 aprile 1787.<br/>L'Italia senza la [[Sicilia]], non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto [...] La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l'unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra... chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita. (Palermo, venerdì 13 aprile 1787; 1817)
*Palermo, 13-14 aprile 1787.<br/>Sentendo che presto sarei partito da Palermo, furono più insistenti e mi chiesero se potevo ritornare, glorificandomi, soprattutto, il giorno paradisiaco della festa di Santa Rosalia, di cui non si può vedere e godere di simile in tutto il mondo [...] Partii da Palermo senza ritornare da quella brava gente, e malgrado le grandi distrazioni del mio viaggio in Sicilia e in Italia, quelle semplici impressioni non si cancelleranno dal mio cuore. (Palermo, 13-14 aprile 1787)
 
==[[Incipit]] di alcune opere==