Silvio Bertoldi: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: l'uccisione di Muti (primo delitto di Stato)
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*Romagnolo, {{NDR|Ettore Muti}} aveva il carattere estroverso e gaudente della gente della sua terra. Gli piacevano gli scherzi e le tagliatelle al ragù, aveva un suo clan di amici, diceva sempre ciò che pensava. Una specie di D'Artagnan del littorio, gran corridore di gonnelle e gran collezionista di scalpi femminili. Come è noto, quest'ultima caratteristica rende assai popolari in Italia e Muti la possedeva in larga misura. (cap. 16, p. 172)
*La prima reazione {{NDR|dopo l'annuncio sull'entrata in guerra dell'Italia}} è l'assalto ai negozi di generi alimentari. Mussolini ha parlato alle ore 18 del 10 giugno e alle 7 del mattino del giorno dopo si formano già le code davanti alle salumerie, alle drogherie, ai prestinai (le code per modo di dire: si tratta di vere e proprie cariche, con spintoni, grida e insulti). Sono già state distribuite le tessere del razionamento e le quantità di pane, di pasta, di riso, di burro, di olio assegnate a ogni cittadino si rivelano ridicole, da dieta dimagrante. Nessuno crede a una guerra breve. C'è una gran paura della fame e una gran corsa a procurarsi delle scorte. (cap. 18, p. 185)
*Uno {{NDR|tra i capi fascisti, dopo l'arresto di Mussolini}} è stato assassinato senza un perché, primo delitto di Stato d'una lunga serie futura.<br>La vittima è Ettore Muti, l'ex segretario del partito, uomo senza nemici, coraggioso in guerra, decorato delle massime ricompense al valore, schietto fino all'ingenuità, negato alla retorica e ai miti. Fu detto che si temeva una sua ribellione al nuovo governo, l'eventualità di vederlo capeggiare una congiura di ex fascisti per liberare Mussolini (cosa che, se avesse voluto, a Muti sarebbe probabilmente riuscita). Ma non era vero. Muti aveva anzi proposto qualche tempo prima, visto il precipitare delle cose, di togliere di mezzo lui stesso Mussolini, era un guerrigliero e non un politico. Se ne stava nel pieno dell'agosto in una sua villetta dentro la pineta di Fregene, con una delle tante amanti, più tardi rivelatasi una spia. Lo prelevò una pattuglia di carabinieri e, nel folto, gli spararono nella nuca. Una vicenda disonorante. Non l'unica d'un periodo, i quarantacinque giorni di Badoglio, definibile senza timore nefando. (cap. 21, pp. 222-223)
 
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