Bernardo Valli: differenze tra le versioni

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*Dopo essere stata una colonia tedesca, il Ruanda è diventato nel 1918, in seguito alla sconfitta della Germania nella prima guerra mondiale, una colonia belga, vale a dire un paese francofono. Qualità che più tardi, ottenuta l'indipendenza, gli ha consentito di entrare nel privilegiato club dei paesi africani protetti dalla Francia. In quel club conta senz'altro il fascino per la cultura francese. Conta altresì la preferenza per i prodotti e la tecnica francesi ben inteso, anche se gli scambi con l'Africa francofona rappresentano soltanto il 3 per cento del commercio con l'estero di Parigi. In compenso i vari regimi hanno la garanzia di essere assistiti dall'Armée. Così quello ruandese, dominato dalla maggioranza hutu (85 per cento della popolazione) ha avuto un appoggio militare quando è cominciato il conflitto con la minoranza tutsi. La quale aveva tra l'altro un difetto, quello di essere per lo più anglofona, per via degli stretti rapporti con la vicina Uganda, ex colonia britannica. È dunque con armi e istruttori forniti dai francesi, che è cominciato il genocidio dei tutsi compiuto dalle milizie hutu. Ed ora che i primi, i tutsi, hanno vinto, e che gli hutu fuggono per timore di essere a loro volta massacrati, i francesi intervenuti per ragioni umanitarie sono costretti a proteggerli, e con loro proteggono gli autori del genocidio.<ref name="tenebra"/>
*L'India indipendente ha santificato [[Mahatma Gandhi|Gandhi]], l'ha dichiarato padre della patria, e poi l'ha subito rimosso. La sua personalità e il suo pensiero sono stati più volte smontati e rimontati, come orologi, da storici e sociologi. Dopo le prime esaltazioni, c'è stato chi ha sostenuto che, in realtà, nonostante il radicalismo contadino, la sua dottrina favoriva le classi privilegiate cittadine. Insomma, secondo questa tesi, Gandhi sarebbe stato un falso rivoluzionario, un abile politico, la cui azione ha condotto all'indipendenza dell'India, salvando i grandi proprietari. Per alcuni studiosi della "scuola di Cambridge" sarebbe stato addirittura un fantoccio nelle mani di gruppi e clientele. E c'è stato, al contrario, chi ha parlato di un comunismo primitivo gandhiano. Paradossalmente, è invece in senso opposto che talvolta si richiamano a lui gli autori della svolta economica liberista in corso a Nuova Delhi dall'inizio degli anni Novanta. Altri ancora si limitano a sottolineare, con saggezza, la preminenza in Gandhi di un'esigenza di elevazione morale e spirituale delle masse e dell'individuo, anche nell'azione politica. È in fondo quest'ultimo aspetto del Mahatma che ci sta a cuore.<ref>Da [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/01/31/ultimo-funerale-del-mahatma-mezzo-secolo.html?ref=search ''L'ultimo funerale del Mahatma mezzo secolo dopo''], ''la Repubblica'', 31 gennaio 1997.</ref>
*Morto il [[Mahatma Gandhi]] (assassinato nel '48) nei mesi successivi all'indipendenza, di cui si celebrerà in agosto il cinquantesimo anniversario, [[Jawaharlal Nehru|Jahawarlal]] rappresentò per il mondo il volto nobile dell'India. Un volto elegante, leggermente ironico, distaccato, nei lineamenti e nelle espressioni. Il solo atteggiamento esterno possibile, in un uomo interiormente passionale, che doveva governare con mano di ferro un paese come l'India. Egli rimane una delle rare figure di politico intellettuale riuscito. Amico devoto di Gandhi, non ne seguì ovviamente i princìpi una volta arrivato al potere. Non poteva certo governare il subcontinente secondo la dottrina della non violenza, né puntare sulla sola agricoltura nel secolo dell'industrializzazione. Ma seppe anzitutto dare e conservare la democrazia, sia pure imperfetta, in una terra che oggi conta un miliardo di esseri umani.<ref name="villaindira">Da [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/02/07/nella-villa-di-indira-una-dinastia-al.html?ref=search ''Nella villa di Indira. Una dinastia al tramonto''], ''la Repubblica'', 7 febbraio 1997.</ref>
*La figlia [[Indira Gandhi|Indira]] non aveva distacco. Affrontava l'India di petto. Nelle campagne elettorali usava lo slogan 'l'India è Indira e Indira è l' India' . Il padre non avrebbe mai detto una cosa simile. Ed è forse con lei, nei suoi ultimi anni di governo, che la famiglia Nehru ha perduto l'aureola.<ref name="villaindira"/>
*Non è il trionfo, ma è certamente un successo della "giustizia internazionale" il fatto che il governo di Belgrado abbia consegnato Slobodan Milosevic al Tribunale Penale dell'Aja. Mai, prima d'ora, un ex capo di Stato era stato affidato dal governo del proprio Paese a una giurisdizione sopranazionale. Il processo all'ex presidente jugoslavo per crimini (di guerra e contro l'umanità) sarà dunque una prima assoluta nella storia moderna. Ed è senz'altro un avvenimento che segna una svolta nella storia dei Balcani, poiché affidandosi alla giustizia dell'Occidente il governo neodemocratico serbo ne ha sposato ancor più i principi, abbandonando una tradizione nazionalista, fondata su un orgoglio con forti connotati tribali.<ref name="storicoprocesso">Da [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/06/29/lo-storico-processo-al-tiranno.html?ref=search ''Lo storico processo al tiranno''], ''la Repubblica'', 29 giugno 2001.</ref>
*La scoperta delle fosse comuni alle porte di Belgrado ha cambiato la situazione. Per la prima volta, dopo dieci anni, i serbi hanno constatato con i loro occhi, e quindi hanno dovuto ammettere, che i crimini attribuiti a Milosevic non erano un'invenzione dei nemici della Serbia. Lo stesso governo ha fatto trasmettere alla televisione la riesumazione dei resti di kosovari trasportati e sepolti a Batajnica, un sobborgo della capitale: teschi, tibie, femori, vertebre....; scheletri frantumati di donne, bambini, vecchi; cadaveri con evidenti tracce di sevizie. Durante e dopo la guerra varie organizzazioni umanitarie avevano parlato di convogli colmi di cadaveri arrivati in Serbia. Ma la gente non ci credeva. Tutta propaganda. In quanto alle fosse comuni scoperte in Kosovo non erano poi tanto numerose. Non comunque tali da provare i massacri denunciati dalla Nato. Le nuove immagini, mostrate alla televisione mentre si discuteva dell'estradizione di Milosevic, hanno dissipato i dubbi. Soltanto gli stretti partigiani di Milosevic hanno continuato a negare.<ref name="storicoprocesso"/>
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*Mi sembrò un uomo mite. Pigro nei movimenti e nell'eloquio. Era un sognatore. Mi raccontò dell'influenza fascista e marxista subita negli anni parigini, quando studiava alla Sorbona. Diffidava sia dell'Occidente sia del comunismo.<ref name="assediobagdad"/>
*L'[[Stato Imperiale dell'Iran|Iran imperiale]] disponeva di enormi risorse finanziarie che consentivano grandi innovazioni, in tutti i campi. Teheran era la meta obbligata di legioni di uomini d'affari occidentali, incolonnati come questuanti davanti ai ministeri, ansiosi di proporre prodotti e progetti. Non mi passò neppure per la testa l'idea che quel successo potesse condurre a un disastro. A ritorcesi contro lo scià fu l'eccessiva modernizzazione, compresa quella culturale. La precipitosa industrializzazione, pagata con i proventi petroliferi, non dette i frutti sperati. L'Iran non era competitivo sul piano internazionale e all'interno i consumi non erano sufficienti per mantenere le attività appena create. Si accentuò il declino dell'agricoltura, ferita da una riforma che, per volontà dello scià, aveva trasformato mezzadri e fittavoli in tanti proprietari troppo piccoli per sopravvivere. Così il distacco tra le città, gonfiate da popolazioni inurbate in gran fretta, e la società rurale era aumentato, ed era cresciuto in modo vertiginoso quello tra le classi beneficiate dalla pioggia petrolifera e quelle escluse, abbandonate a se stesse. Le campagne in favore dell'emancipazione femminile e dell'alfabetizzazione fecero emergere strati sociali subito assetati di libertà adeguate al loro nuovo status. Ma un apparato poliziesco severo, e spesso spietato, reprimeva quegli slanci suscitati dalle riforme. La monarchia non fu capace di gestire la modernizzazione (l'occidentalizzazione) che essa stessa aveva voluto. Non fu capace di rinunciare a un rigido autoritarismo che comprimeva la società civile in espansione.<ref name="stradeteheran">Da [http://download.repubblica.it/pdf/diario/31012004.pdf ''Sulle strade di Teheran con la furia di un popolo''], ''la Repubblica'', 31 gennaio 2004.</ref>
*Fa sempre un certo effetto veder nascere una nuova nazione. In queste eccezionali occasioni la gente inneggia a una libertà destinata a durare poco, poiché i capi irredentisti si trasformano presto in tiranni. [[Sheikh Mujibur Rahman|Mujibur Rahman]], capo della Lega Awami, il partito indipendentista bengalese, non sfuggì alla regola. In pochi anni diventò primo ministro, poi presidente, abolì il parlamento, si comportò come un dittatore, fu destituito e ammazzato. Ma prima che questo accadesse, era commovente vivere la breve parentesi in cui la libertà sembra trionfare.<ref name="calcuttainverno">Da [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/12/24/calcutta-inverno-dell-olocausto-dimenticato.html?ref=search ''Calcutta, l'inverno dell' olocausto dimenticato''], ''la Repubblica'', 24 dicembre 2005.</ref>
*Morto il [[Mahatma Gandhi]] (assassinato nel '48) nei mesi successivi all'indipendenza, di cui si celebrerà in agosto il cinquantesimo anniversario, [[Jawaharlal Nehru|Jahawarlal]] rappresentò per il mondo il volto nobile dell'India. Un volto elegante, leggermente ironico, distaccato, nei lineamenti e nelle espressioni. Il solo atteggiamento esterno possibile, in un uomo interiormente passionale, che doveva governare con mano di ferro un paese come l'India. Egli rimane una delle rare figure di politico intellettuale riuscito. Amico devoto di Gandhi, non ne seguì ovviamente i princìpi una volta arrivato al potere. Non poteva certo governare il subcontinente secondo la dottrina della non violenza, né puntare sulla sola agricoltura nel secolo dell'industrializzazione. Ma seppe anzitutto dare e conservare la democrazia, sia pure imperfetta, in una terra che oggi conta un miliardo di esseri umani.<ref name="villaindira">Da [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/02/07/nella-villa-di-indira-una-dinastia-al.html?ref=search ''Nella villa di Indira. Una dinastia al tramonto''], ''la Repubblica'', 7 febbraio 1997.</ref>
*La figlia [[Indira Gandhi|Indira]] non aveva distacco. Affrontava l'India di petto. Nelle campagne elettorali usava lo slogan 'l'India è Indira e Indira è l' India' . Il padre non avrebbe mai detto una cosa simile. Ed è forse con lei, nei suoi ultimi anni di governo, che la famiglia Nehru ha perduto l'aureola.<ref name="villaindira"/>
*{{NDR|Sulla [[lingua urdu]]}} Una lingua con accenti da accampamento militare.<ref name="accusepakistan">Da [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/11/28/quelle-accuse-al-pakistan.html?ref=search ''Quelle accuse al Pakistan''], ''la Repubblica'', 28 novembre 2008.</ref>
*Al Qaeda è un'ispirazione più che un'organizzazione.<ref name="accusepakistan"/>