Christopher Hitchens: differenze tra le versioni
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*Il [[terrorismo]] è la tecnica di pretendere l'impossibile, e di pretenderlo in punta di cannone.
:''Terrorism is the tactic of demanding the impossible, and demanding it at gunpoint.''<ref>Da ''Terrorism: Notes toward a definition'', ''Slate'', 18 novembre 2002.</ref>
*Immaginate quattro decenni in cui la partecipazione obbligatoria a un simile rituale
:''Picture four decades in which compulsory attendance at such a ritual—kissing your owner's feet and shouting his praises in unison—was a major cultural activity. So addicted was Qaddafi to this sadomasochistic enactment that he, and his ghastly sons, continued it until the very last minutes. So, of course, did Saddam Hussein. So, as we speak, does Bashar Assad. In the nightmare state so cherished by such fantasy rulers, mere acquiescence or subjection is not enough. You must become a full participant in your own oppression, and find it in yourself to adore the collectivization of compulsory enthusiasm.''<ref name="crimesqaddafi">Da [http://www.slate.com/articles/news_and_politics/fighting_words/2011/08/the_crimes_of_col_qaddafi.html ''The Crimes of Col. Qaddafi''], ''Slate.com'', 25 agosto 2011.</ref>
*La parola "Pakistan" è un acronimo di Punjab, Afghania, Kashmir, e Indus-Sind, e significa, in [[Lingua urdu|urdu]], "Terra dei puri". Coloro che ricevettero il territorio confessionalmente "puro" procedettero ad espellere o massacrare tutti quelli che appartenevano alla religione "sbagliata" nel "luogo sbagliato". Il Mahatma Gandhi disse ai britannici che avrebbero dovuto tagliarlo in due prima di spartire il paese. Ma tutto invano. Era così sconvolto da questo tradimento – il "divide et impera" degenerato in "dividi e scappa" – che rifiutò di partecipare ai festeggiamenti dell'indipendenza.
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*I mulini dei predicatori televisivi continuano a macinare, e i poveri continuano a finanziare i ricchi, proprio come se gli scintillanti templi e palazzi di Las Vegas fossero stati costruiti col denaro dei vincitori, anziché con quello degli spennati al gioco. (p. 152)
*Gandhi voleva che l'India tornasse a essere una società «spirituale», primitiva e fondata sui villaggi; rese molto più difficile un compromesso politico con i musulmani; era anche preparato a un ipocrita uso della violenza, qualora lo avesse ritenuto conveniente. (p. 174)
*{{NDR|Sui musulmani nell'[[Impero anglo-indiano]]}} Sotto il dominio britannico, essi avevano goduto di una certa protezione, in quanto minoranza cospicua, per non dire privilegiata, e non volevano modificare tale stato di cose per divenire un'ampia minoranza in uno stato dominato dagli indù. Così, il fatto stesso che la principale organizzazione che si batteva per l'indipendenza
*{{NDR|Su [[Mahatma Gandhi]]}} Idealizzò il villaggio indiano tradizionale, dove i millenari ritmi degli animali e delle colture determinavano le condizioni della vita umana. Milioni di persone sarebbero insensatamente morte di fame se avessero seguito le sue raccomandazioni, e avrebbero continuato ad adorare le vacche (che i sacerdoti avevano intelligentemente dichiarato «sacre», così da impedire al povero popolo ignorante di mangiarsi il proprio unico capitale nei tempi di siccità e carestia). Gandhi merita ammirazione per la sua critica a un sistema inumano come quello delle caste, che condannava i più bassi ordini della società a un ostracismo forse più crudele e definitivo di quello della schiavitù. Ma proprio nel momento in cui l'India più di ogni altra cosa aveva bisogno di un leader nazionale laico e moderno, si ritrovò un guru e un fachiro. (p. 175)
*{{NDR|Sulla [[Partizione dell'India]]}} Le sue tremende conseguenze si sono protratte fino ai nostri giorni, con l'ulteriore bagno di sangue della guerra fra musulmani che segnò l'indipendenza del Bangladesh nel 1971, con l'affermarsi di un aggressivo partito nazionalista indù, e con una contesa intorno al [[Kashmir]] che resta tuttora la più reale minaccia di guerra termonucleare. (pp. 175-176)
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*Per quanto riguarda il «Mahatma», ucciso da un membro di una setta fanatica indù perché non ''sufficientemente'' devoto, si dovrebbe rimpiangere invece che non sia vissuto tanto da poter vedere l'entità del danno che aveva provocato (ma si è sollevati all'idea che non sia vissuto abbastanza per realizzare il suo ridicolo programma del filatoio). (p. 176)
*{{NDR|Su [[Osho Rajneesh]]}} Era un uomo dagli occhi grandi e profondi, con un sorriso ammaliante e un naturale, per quanto a volte sboccato, senso dell'umorismo. La sua voce sibilante, solitamente diffusa a basso volume da un microfono durante il ''darshan'' mattutino, possedeva un timbro vagamente ipnotico. In qualche modo, essa serviva ad alleviare l'altrettanto ipnotica banalità dei suoi sermoni. (p. 186)
*{{NDR|Su [[Osho Rajneesh]]}} Nel complesso, il suo insegnamento era innocuo, se non fosse stato per un cartello
*{{NDR|Sull'imperativo categorico kantiano}} Il principio di Kant dice: «Agisci come se la massima della tua azione dovesse essere elevata dalla tua volontà a legge universale della natura». In questa sintesi di interesse reciproco e solidarietà, non c'è bisogno di alcuna autorità soprannaturale e costrittiva. E perché dovrebbe esserci? L'umana decenza non deriva dalla religione. La precede. (p. 254)
*La "fede" è da considerarsi una minaccia. Dovrebbe essere possibile per me continuare i miei studi e le mie ricerche, e per i buddisti girare la loro ruota. Ma il disprezzo per la ragione possiede la straordinaria peculiarità di non essere passivo. (p. 194)
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