Elio Vittorini: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m sistemo
Riga 2:
 
==Citazioni di Elio Vittorini==
*Come cultura, [[Gesù Cristo]] è non meno importante di ciò che è come fede o vita dei fedeli. Nulla di quanto gli uomini hanno detto di nuovo o concreto o anche solo di utile, dopo di lui, è stato detto in contrasto con lui.<ref>Da ''Il Politecnico'', 1946; citato in [[Vittorio Messori]], ''Ipotesi su Gesù'', collana Sestante, Società Editrice Internazionale, 2001, ISBN 880505867X, p. 92. ISBN 88-05-05867-X</ref>
*{{NDR|Sull'assassinio di [[Eugenio Curiel]] da parte delle brigate nere.}} I cani sanguinari che ancora battono le vie di Milano, in questi ultimi giorni della loro repubblica protetta dal Reich, possono cantare vittoria per una volta. [...] L’uomoL'uomo che una loro pattuglia di militi uccise e derubò in piazzale Baracca, alle tre del pomeriggio, qui a Milano, non era uno ‘di"di nessuno’nessuno". Era ‘nostro’"nostro" del Partito comunista italiano e dell’Italiadell'Italia che lotta. Era Giorgio: aveva trentadue anni, il volto gentile di un ragazzo, tanto di più se sorrideva nei momenti lievi, con quei suoi denti bruciati dal fumo: e tanto di più anche nei momenti duri, se porgeva ad altri la sua fiducia, la sua sicurezza, la sua forza.<ref>Da un articolo di Elio Vittorini, ''l’Unitàl'Unità' (all'epoca quotidiano clandestino), 9 aprile 1945; ripresocitato in ''[http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/18_febbraio_08/delitto-1945-fuga-disperata-eugenio-curiel-ucciso-fascisti-piazzale-baracca-60cc15d4-0cb6-11e8-8543-41fe3d3d3c7b.shtml Milano, 1945: la fuga disperata di Eugenio Curiel in piazzale Baracca]'', ''Corriere.it'', 8 febbraio 2018.</ref>.
*Il vento, gli odori. No. Una canzone lontana. Oppure il mio passo sul selciato. Nel buio io non so. Ma so che sono tornato a casa.<ref>Da ''Ritorno'', in ''Lunario siciliano'', luglio 1929.</ref>
*Io penso che sia molta umiltà essere scrittore. Lo vedo come fu in mio padre, ch'era maniscalco e scriveva tragedie, e non considerava il suo scrivere tragedie di più del suo ferrare cavalli.<ref>Da ''Diario in pubblico''.</ref>
*L'ultimo gesto di [[Socrate]] [...] è il gesto essenziale dell'[[uomo]], in [[Ernest Hemingway|Hemingway]]; e non di auto-distruzione, ma di adempimento: gratitudine estrema, in amaro e noia, verso la vita. (da ''Diario in pubblico'', Bompiani)
*La nostra [[paura]] del peggio è più forte del nostro desiderio del meglio.<ref>Da ''Le due tensioni'', a cura di Dante Isella, ''Il saggiatore''.</ref>
*Non più una cultura che consoli nelle sofferenze, ma una cultura che protegga dalle sofferenze, che le combatta e le elimini.<ref>Da ''Una nuova cultura'', ''Il Politecnico'', 29 settembre 1945.</ref>
*Piccola [[Sicilia]] ammonticchiata di nespoli e tegole e rumore di torrente.<ref>Citato in ''[http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2013-01-27/concezione-zuppa-082133.shtml?uuid=Ab9vwYOH Concezione, che zuppa!]'', ''Il Sole 24 Ore.com'', 27 gennaio 2013.</ref>
*{{NDR|Riferendosi a [[Scicli]]}} Rosario continuava: «È la più bella città che abbiamo mai vista. Più di Piazza Armerina. Più di Caltagirone. Più di Ragusa, e più di Nicosia, e più di Enna... Forse è la più bella di tutte le città del mondo. E la gente è contenta nelle città che sono belle...».<ref>Da ''Le Città del Mondo'', Mondadori, Milano, 1991, p. 22.</ref>
*Se avessi avuto i mezzi per viaggiare sempre credo che non avrei scritto un rigo.<ref>Da ''Gli anni del Politecnico'', Einaudi.</ref>
*{{NDR|Riferendosi alla [[Sicilia]]}} Tra i fichidindia e lo zolfo, nelle montagne.<ref>Citato in ''[http://www.sicilypresent.it/e-lunedi/1856-elio-vittorini-un-siciliano-nel-mondo-tra-libri-e-riviste-perche-il-bene-comune-nasce-dalla-cultura.html Elio Vittorini: un siciliano nel mondo tra libri e riviste (perché il bene comune nasce dalla cultura)]'', ''SicilyPresent.it'', 16 febbraio 2016.</ref>