Sogni dai libri: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 10:
*Un fanciullo amava molto il pollo e aveva gran paura dei lupi. Una sera, mentre dormiva sul suo letto, fece un sogno: egli era solo nella foresta e cercava funghi. A un tratto, un lupo balzò da una macchia e si gettò su di lui. Spaventato, il fanciullo si mise a gridare: «Aiuto! Aiuto! Mi vuol mangiare!».<br />Il lupo gli disse: «Aspetta a gridare: io non ti mangerò, voglio soltanto discutere con te».<br />E il lupo si mise a parlare come fosse un uomo.<br />Disse: «Tu hai paura che io ti mangi. Ma tu? Non ti piacciono forse i polli?».<br />«Sì!».<br />«Eppure li mangi, perché? Essi sono vivi come te, i piccoli polli. Va a vedere la mattina, come li pigliano, come il cuoco li porta in cucina e taglia loro il collo, e ascolta la loro madre gridare perché le hanno tolto i suoi piccini. Non hai mai osservato tutto questo?».<br />«No», rispose il fanciullo.<br />«No, davvero? Ebbene, guarda meglio! Del resto, per ora, sono io che ti mangerò. A modo tuo, tu non sei altro che un piccolo pollo: è deciso, ti mangerò».<br />Il lupo si gettò sul fanciullo che gridò spaventato: «Ahi! Ahi! Ahi!».<br />E si svegliò.<br />Da quel giorno, egli smise di mangiar carne: fosse di bue, di montone o di pollo. ([[Lev Tolstoj]])
*Una foresta buia. Non un'anima viva. Le foglie aguzze sugli alberi, i miei piedi tutti graffiati. Questo posto mi pareva di ricordarlo, ma adesso mi sono persa. Ho paura. E freddo. Dall'altra parte del burrone ghiacciato, una costruzione rossa simile a un granaio. Una stuoia di paglia sventola floscia davanti all'ingresso. La arrotolo verso l'alto e sono dentro; è dentro. Una lunga canna di bambù da cui pendono enormi quarti di carne rosso sangue, ancora gocciolanti di sangue. Cerco di passare oltre ma la carne... non c'è fine alla carne, e nessuna via d'uscita. Ho del sangue in bocca, i vestiti intrisi di sangue appiccicati alla pelle. ([[Han Kang]])
*Una notte feci un sogno. Sto suonando, la serata è incandescente, e mio padre, morto già da tempo, siede in silenzio fra il pubblico. Poi... sono in ginocchio vicino a lui, e per un attimo osserviamo insieme l'uomo scatenato sul palco che canta la vita di operai come lui. Gli tocco l'avambraccio, quindi dico a mio padre, paralizzato dalla depressione per tanti anni: «Guarda, papà, guarda... quello là... sei tu... è così che ti vedo». ([[Bruce Springsteen]], ''[[Born to Run (autobiografia)|Born to Run]]'')
 
{{Raccolte dai media|Sogni|dai libri}}