George Eliot: differenze tra le versioni

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*Un tessitore che trova parole ardue nel suo libro degli inni non conosce astrazioni; è come il bambino che non sa cosa sia l'amore materno ma riconosce un viso, un grembo dove si rifugia e si consola. (cap. 2, p. 22)
*Le sofferenze acute e varie che nascono dalla sensibilità che accompagna una elevata cultura, sono forse meno degne di pietà di quella cupa privazione di ogni consolazione intellettuale, che obbliga le menti rozze a trovarsi costantemente a tu per tu con i propri dispiaceri e le proprie pene. (cap. 3, pp. 37-38)
*Il senso della propria [[sicurezza]] nasce più sovente dall'[[abitudine]] che da una precisa convinzione; ecco perché sussiste dopo le che le condizioni si sono talmente modificate, che ci sarebbe ragione di intrepretarle come un motivo di allarme. Il periodo di tempo durante il quale un certo avvenimento non si è prodotto, è, secondo questa logica dell'abitudine, ragione sufficiente perché non si produca mai, perfino quando questo periodo di tempo è precisamente la nuova condizione che lo rende imminente. Per questo un uomo dirà che ha lavorato in una miniera per quarant'anni senza il minimo incidente, per persuadervi che non ha ragione di timore neppure per l'avvenire, anche se il soffitto della miniera minaccia di cadere. Ed è noto che più una persona invecchia e più stenta a credere nella possibilità della sua morte. (cap. 5, p. 49)
*[...] vi sono sempre due opinioni: quella che un uomo ha di se stesso e quella che gli altri hanno di lui. Ci sarebbero due opinioni su di una campana fessa, se la campana potesse udirsi. (cap. 6, p. 58)
*Suppongo che una delle ragioni per le quali riusciamo molto raramente a consolare il nostro prossimo, sia quella che il nostro buon volere non sa tradursi in parole. Possiamo mandare doni e aiuti senza dar loro il sapore del nostro egoismo; ma la parola è come un torrente che conserva le tracce del terreno impuro che ha attraversato. (cap. 10, p. 91)