Gianni Clerici: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Gianni Clerici==
*{{NDR|Su ''[[David Foster Wallace#Federer come esperienza religiosa|Federer come esperienza religiosa]]''}} A Wimbledon ho conosciuto [[David Foster Wallace|Foster Wallace]], abbiamo preso un tè insieme. Era pagato per fare un articolo al giorno e lo faceva. Ma ha compiuto un'operazione molto giornalistica, dico giornalistica nell'aspetto negativo del termine, come di quelli che scrivono articoli scopiazzando. Cerchiamo di essere seri, per favore: Wallace ha scritto delle cose incomprensibili su Federer.<ref>Dall'intervista di Nicola Mirenzi, ''[http://www.huffingtonpost.it/2015/10/18/gianni-clerici-eco_n_8324602.html Gianni Clerici: "Umberto Eco? Si dia meno arie. E David Foster Wallace su Roger Federer ha scritto cose incomprensibili"]'', ''HuffingtonPost.it'', 18 ottobre 2015.</ref>
*{{NDR|Riguardo alla situazione del [[tennis femminile]] riferito alle Williams}} Abbiamo bisogno di una terza sorella.<ref>Citato in [[Ubaldo Scanagatta]], ''[http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2012/10/06/782944-quante_ovvieta_sentite_verita_scontate_eppur_originali.shtml Quante ovvietà si son sentite! Verità scontate eppur originali?]'', ''Ubitennis.com'', 7 ottobre 2012.</ref>
*Ancora adesso, scrollo la testa. Quel passante, che forse [[Dino Zoff]] avrebbe deviato in angolo, [[Adriano Panatta|Adriano]] arrivò a giocarlo, e a metterlo dove andava messo, fuori portata.<ref>Il riferimento è a un match point annullato da Panatta al primo turno del [[Open di Francia|Roland Garros]] del 1976, poi vinto dall'italiano, contro il cecoslovacco Pavel Hutka. (citatoCitato in Pietro Farro, ''Il tennis è un grattacielo: storie in punta di racchetta'', Effepi Libri, 2005, p. 85,. ISBN 88-6002-001-8).</ref>
*{{NDR|Su [[Ilie Năstase]]}} È stato diverso per una caratteristica fondamentale. Ha introdotto nel gioco lo spettacolo teatrale, direi soprattutto il musica hall. Certo, attori del court ce n'erano già stati. Come [[Bill Tilden|Tilden]], ad esempio, attore tanto professionale da aver giocato un match e aver recitato nello stesso giorno a Broadway. Ma nessuno era stato tanto irriverente, tanto consapevole che il tennis fosse anche e in qualche occasione soprattutto spettacolo. Qui, in Francia, si dice infatti jouer sia per lo sport che per la scena. Ed ecco che Nasty, scelto dal destino per il palcoscenico dei court, era spinto a giocare, cioè a recitare.<ref>Citato in Carlotta Clerici, ''[http://www.tennisitaliano.it/ilie-nastase-lrsquoattore-del-court-1-primo-tempo Ilie Nastase, l'attore del Court]'', ''Il Tennis Italiano'', 21 aprile 2010.</ref>
*L'australiana [[Evonne Goolagong|Yvonne Goolagong]] è nata a Varellan, un paese di ottanta persone dove la casa più bella è un silos.<ref>Citato in [[Marco Pastonesi]] e Giorgio Terruzzi, ''Palla lunga e pedalare'', ''Dalai Editore'', 1992, p. 93, ISBN 88-8598-826-2.</ref>
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*E si dovette quindi attendere l'avvento dello straordinario [[Don Budge]], dall'aureo rovescio tipo baseball, perché un tennista ascendesse all'immortalità, vincendo uno dopo l'altro i [[Australian Open|Campionati d'Australia]], [[Francia]], [[Gran Bretagna]] e [[America]].<ref name=grandeslam>Da ''[http://www.repubblica.it/2009/05/sport/tennis/roland-garros-2009/clerici-slam/clerici-slam.html Tabù Grande Slam sepolto dal progresso]'', ''la Repubblica'', 8 giugno 2009.</ref>
*{{NDR|Sulla vittoria della [[Francesca Schiavone|Schiavone]] al [[Open di Francia|Roland Garros]] 2010}} [...] Era indispensabile giocare con scioltezza, addirittura con la fluidità muscolare tipica non certo di una finale, ma di un match normale. Il grande merito di Francesca è stato proprio questo, quasi delle finali Slam fosse d'un tratto divenuta una veterana, e non una tarda esordiente.<ref>Da ''[http://www.repubblica.it/sport/2010/06/06/news/la_schiavone_regina_del_tennis_un_tie-break_in_paradiso-4610715/ Schiavone regina di Parigi, un tie-break in paradiso]'', ''la Repubblica'', 6 giugno 2010.</ref>
*Era serio, [[Ken Rosewall|Ken]], infinitamente più serio di [[Lew Hoad|Hoad]]: l' unico suo difetto – a considerarlo tale – era proprio la gravità. Lo salvava il suo [[tennis]]. La perfezione di quei grandi rovesci simili a rasoiate diveniva spesso così assoluta, che si era costretti a sorridere. Quello che non concedeva di sé, Ken lo offriva con i suoi colpi, con esecuzioni tanto immacolate da illuminare i suoi match di una luce bianchissima, un tocco di perfezione geometrica simile alle note di [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]].<ref name=hoad>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/07/05/addio-hoad-era-altro-tennis.html Addio Hoad, era altro tennis]'', ''la Repubblica'', 5 luglio 1994.</ref>
*{{NDR|Su [[Ivan Lendl]]}} Era una sorta di birillo snodatissimo, con un faccino teso addosso al teschio come una pergamena a un paralume. Vederlo sorridere, anche da ragazzo, non era facile, e ancor meno facile divenne in seguito. Una volta che glielo chiesi, mi sentii rispondere, aggressivo: "Non vedo che così ci sia da divertirsi, lì dentro". Aveva ragione lui.<ref name=lendl>Da ''[http://www.repubblica.it/rubriche/racconti-di-sport/2009/07/21/news/ivan_il_coniglio_che_divenne_leone_ebbene_si_lendl_e_stato_grande-1826872/ "Ivan, il coniglio che divenne leone. Ebbene sì, Lendl è stato grande"]'', ''la Repubblica'', 21 luglio 2009.</ref>
*Facciamo pure, e cerchiamo di spiegare che non solo è totalmente mutata la gestualità di quello che fu chiamato lawn (prato) tennis, ma sta cambiando il tipo di atleta protagonista. Il tennista di trent'anni addietro poteva essere uno stupendo atleta, come fu [[Björn Borg|Borg]], ma la sua muscolatura non ricordava certo quella di un wrestler. I suoi gesti non conoscevano la violenza capace di causare le esasperate rotazioni che io chiamo arrotate. I fondi sui quali il giocatore si ritrova a scattare, correre, e soprattutto a frenare erano praticamente erba e terra. E, di conseguenza, i microtraumi non erano lontanamente paragonabili. Metà della stagione si svolge ora sui campi hard, duri, spesso in cemento. Non esiste, al mondo, nessun altro sport che coniughi le corse e il cemento.<ref>Da ''[http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/sport/tennis-6/tour-de-force/tour-de-force.html?ref=search "I campi hard, la corsa, i fusi orari, ecco i mali del circuito"]'', ''la Repubblica'', 18 novembre 2008.</ref>
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*Ho visto per la prima volta il giovane [[Roger Federer|Federer]] nel corso del torneo jr. di Wimbledon del 1998. Era il 2° o 3° turno di una gara che avrebbe finito col dominare, e io passavo per caso tra i vialetti dei campi secondari. Vidi un tipo battere, fare un passo in avanti e affrontare un rimbalzo con una velocità di braccio, più che insolita, incredibile. D'un colpo, quel viso squadrato, ornato di un naso a patata, parve sovrapporsi ad un altro, biondo, di qualcuno che conoscevo bene, con cui avevo addirittura giocato: [[Lew Hoad]]. Quello che spinse [[Pancho Gonzales]] ad affermare: "''Io sarò certo il miglior tennista del mondo ma, se è in giornata, Lew Hoad mi batte''".<ref>Da ''[http://www.repubblica.it/2009/07/sport/tennis/federer-pagella/federer-pagella/federer-pagella.html?ref=search "La macchina Federer tutti i colpi di un fenomeno"]'', ''Repubblica.it'', 7 luglio 2009.</ref>
*Ho voluto bene ad [[Arthur Ashe]], perché altro non si poteva fare. Un negro che difendeva i diritti suoi e dei suoi fratelli senza urlare né rompere vetrine, a bassa voce, come accadeva in altri tempi alla Camera dei Lord. Un negro che faceva massima attenzione a vestirsi di candide flanelle, e una volta che un suo sponsor lo costrinse al blu mi disse indignato che non avrebbe rinnovato il contratto. Un gentleman, e cioè un uomo di animo gentile. Proprio a lui doveva toccare una trasfusione di sangue infetto di Aids. Proprio lui doveva essere denunciato su un quotidiano da un suo corazziale che ancora scrive, senza vergogna, a pochi metri da me. L'ultima volta che l'abbracciai, Arthur, mi parve di tenermi stretto un sacco vuoto.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/08/30/povero-guga-mr-tie-break-colpisce-ancora.html Povero Guga, Mr tie break colpisce ancora]'', ''la Repubblica'', 30 agosto 2000.</ref>
*[Lew] Hoad era proprio diverso. Picchiava, saltava, sbuffava, la camicia poteva anche uscirgli dai pantaloni – a [[Ken Rosewall|Rosewall]] non uscì mai durante tutta la sua carriera – e c' era rischio che litigasse col pubblico, o con un giudice di linea. Si dannava per vincere, andava in forma, usciva di forma, si infuriava per una sconfitta e subito si dimenticava, c'era subito un bel concerto jazz o ancor meglio un bel match di boxe, e, infine, quando si fece maggiorenne, una bella bottiglia. [...] Il suo limite fu probabilmente l'incapacità ad attendere, a immaginare che quel divertimento in pieno sole, di fronte a migliaia di persone, avesse anche ben precise regole tattiche, e fosse strettamente connesso con la necessità di non sbagliare. massiccio com'era, Lew aveva bisogno di molto lavoro per andare in forma, e non sempre ne ebbe voglia, non sempre arrivò al massimo nel momento opportuno.<ref name=hoad/>
*Il suo nome, tradotto, significa Orso e Roccaforte, e rende bene l'idea di un difensore inattaccabile, se non da geni della rete, quali McEnroe, o il nostro [[Adriano Panatta|Panatta]]. [[Bjorn Borg|Bjorn]] fu il primo ad usare racchette composite, legno mescolato a plastica, con uno scheletro di grafite. Pesantissime, oltre le 14 once, che gli consentirono di sviluppare per primo un movimento rotatorio sul diritto, mentre il rovescio gli fu gentilmente offerto dalla pratica giovanile dell'hockey su ghiaccio. Atleta capace di emergere in qualsiasi altro sport, Borg dominò dal 1975 all'81, vincendo non solo 6 Roland Garros, ma 5 Wimbledon, con sbalorditivo adattamento dei suoi gesti a prati. La fine della sua carriera fu causata, al di là di sfortunate scelte umane, dall'arrivo di McEnroe, che lo scoraggiò nella finale di Wimbledon 1981.<ref name=agassi/>
*Il Federer di oggi è infatti praticamente ingiocabile. Per cominciare, il suo campo pare più stretto degli abituali otto metri e ventitré, perché il fenomeno posa i piedini negli immediati dintorni della linea di fondo, e si rifiuta recisamente quanto serenamente di indietreggiare. Lì piazzato, Roger ribatte tutto quanto l' avversario tenti di inviargli con gesti che, se non proprio mezze volate, son trequarti di volata. Un po' alla [[John McEnroe|McEnroe]], se permettete, ma ad una velocità quasi doppia. Il suo lavoro di avambraccio ricorda quello di [[Sugar Ray Robinson]], quello di ginocchia il miglior [[Alberto Tomba|Tomba]] su un paletto: non sono certo iperboli, ma pallide similitudini. Oltre alla sublime qualità del gesto, il Federer di oggi possiede, im massimo grado, le caratteristiche del killer, sportivo, beninteso. Gioca al massimo delle possibilità non appena il punto diviene – come ben dice il [[Rino Tommasi|Tommasi]] – pesante. Si supera, insomma, negli scambi decisivi.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/06/28/federer-un-artista-wimbledon.html "Federer, un artista a Wimbledon"]'', ''la Repubblica'', 28 giugno 2004.</ref>
*{{NDR|Su [[John McEnroe]]}} Il più creativo dei contemporanei, in grado di prescindere dalla muscolarità dilagante dei nostri tempi. Mancino, capace di scoraggiare [[Ivan Lendl|Lendl]], di sfruttare al meglio l'erba di [[Torneo di Wimbledon|Wimbledon]] (tre titoli) e l'atmosfera di [[New York]] (quattro titoli). Mostro di talento, di egocentrismo.<ref name=agassi/>
*Il [[Torneo di Wimbledon|torneo]] che tutti i giovani tennisti sognano di vincere, ma che per un inglese è qualcosa più di un sogno.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/07/02/quando-wimbledon-canto-con-la-wade-la.html Quando Wimbledon cantò con la Wade la ragazza che conquistò anche la Regina]'', ''la Repubblica'', 2 luglio 2007.</ref>
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*{{NDR|Su [[Ivan Lendl]]}} Ma la mania più grande, quella che dovrebbe averlo reso, se non simpatico, quantomeno ammirevole, fu quella di voler vincere [[Torneo di Wimbledon|Wimbledon]]. Per strappare anche quella corona dello Slam, la più gloriosa, [[Ivan Lendl|Ivan]] cambiò tecnica, ingaggiò uno specialista quale [[Tony Roche]], arrivò addirittura, nel 1990 a saltare un Roland Garros accessibilissimo per dedicarsi all'erba anima e cuore. Ma anche in quell'edizione, come nelle due finali dell'86 e dell'87, Ivan non riuscì ad aver ragione di un autentico giardiniere, nella fattispecie [[Stefan Edberg|Edberg]].<ref name=lendl/>
*{{NDR|Su [[Boris Becker]]}} Nato per errore fuori dalla [[Gran Bretagna]], non fu meno volleatore di [[Stefan Edberg|Edberg]]. Più precoce, vinse [[Torneo di Wimbledon|Wimbledon]] a diciassette anni, e raggiunse per sette volte la finale. Soprannominato Bum Bum da cronisti incompetenti, ebbe, oltre al vigore, manina fatata.<ref name=agassi/>
*{{NDR|Su [[Andy Murray]]}} Nato, per cominciare, in una [[Scozia]] vivamente regionalista, capace lui stesso di rivendicarne la diversità, è stato spesso considerato nei giorni neri "Scozzese", in quelli felici "Inglese". Figlio di mamma ciecamente determinata alla sua affermazione (insomma, un mammo), ha trascorso gli anni formativi in [[Spagna]], uscendone con uno stile certo più simile ad un arrotino che ad un giardiniere. Nato con un manina benedetta, non manca certo di lucidità tattica, di qualità che lo portarono, lo scorso anno, ad una finale dello [[US Open]] in cui l' accumulo di stanchezza non gli consentì di competere con Federer.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/07/02/wimbledon-pazzi-per-murray-inglesi-ai-piedi.html "Wimbledon, pazzi per Murray, inglesi ai piedi di uno scozzese"]'', ''la Repubblica'', 2 luglio 2009.</ref>
*Nel 1977, [[Guillermo Vilas|Vilas]] vinse quarantasette partite, prima di cadere alla quarantottesima in modo curioso. Un genietto austriaco, Werner Fisher, aveva inventato un curioso modo di incordare le racchette, e un filologo yankee le aveva soprannominate "Racchette Spaghetti". La rotazione assestata alla palla era tale che, indignato, Vilas si ritirò per lasciare la finale di Aix en Provence a quel birbo di [[Ilie Năstase|Nastase]], armato della Spaghetti. La racchetta fu poi dichiarata illegale, ma la lunga striscia di Vilas era ormai interrotta.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/03/25/la-bella-sfida-di-federer-inseguendo-il.html La bella sfida di Federer inseguendo il grande Vilas]'', ''la Repubblica'', 25 marzo 2005.</ref>
*Non era, il suo modo di colpire, un colpo di pennello di quelli che fanno godere l'autore. [[Ivan Lendl|Ivan]] era un regolarista, e un picchiatore. Proprio per lui, mi venne da adattare il termine "regolarista", che avevo coniato per [[Bjorn Borg|Borg]], in "regolarista d' attacco". Se, da piccolo, ai tempi in cui era stato mondiale junior, Ivan si era limitato a rimandare, attendendo la palla buona per avventarsi con il diritto, via via andava migliorando la battuta, dall'alto di un metro e 86 ragguardevole per gli anni Ottanta. E, pian piano, abbandonava un rovescino tagliato e velenoso per una terribile sberla liftata, che non sarebbe servita soltanto a passare, ma anche ad attaccare. Dominato all'inizio dal ritmo superiore di [[Jimmy Connors]], dalle volée e dai tocchi di [[John McEnroe]], Ivan riuscì a riguadagnare un buon metro di campo ai due geni, per rendergli la vita difficile e spesso impossibile. Contro di lui, vincere di regolarità, o in palleggi aperti, era quasi impossibile. Rallentargli il gioco era impresa suicida. E bisognava allora attaccarlo. Un bel problema, perché Ivan passava quasi altrettanto bene di rovescio che di diritto.<ref name=lendl/>
*{{NDR|Su [[Roger Federer]]}} Per quanto mi riguarda, lo ritengo di gran lunga il più dotato della sua generazione, l'unico capace di giocare a tutto campo, come accadeva prima delle invenzioni delle padelle supersoniche, quelle che hanno consentito ad un gioco di divenire uno sport.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/07/05/wimbledon-abbraccia-federer-vince-il-profeta-del.092wimbledon.html Wimbledon abbraccia Federer vince il profeta del bel tennis]'', ''la Repubblica'', 5 luglio 2004.</ref>
*Pronosticato campione sin dalla culla, fu dirottata infelicemente dal coach [[Nick Bollettieri|Bollettieri]] dall'istintivo serve and volley, per divenire tuttavia il più razzente attaccante da fondo dell'Era contemporanea. Già semifinalista di due Slam a diciotto anni, la sua carriera subì slanci e contronde per ragioni extrasportive e sentimentali. La rivalità con [[Pete Sampras|Sampras]] lo vede perdente, per sei Grand Slam a tre, e venti match a quattordici. E tuttavia [[Andre Agassi|Andre]] è stato capace di spalmare i suoi Slam su tutte le quattro superfici, a differenza di Pete. Carriera ammirevole, di un niente seconda ad un altro immortale, Big [[Bill Tilden]], capace di vincere Wimbledon a trentasette anni. Nel 1930. Altri tempi.<ref name=agassi/>
*Quando il piccolo [[Björn Borg|Bjorn Borg]] iniziò a giocare, trovò fortuitamente un insegnante che lo lasciò colpire quel suo colpo diritto che ancora non si chiamava arrotata perché nemmeno io ne avevo mai visto uno simile. E anche gli lasciò impugnare, quel Maestro intelligente, il rovescio come Borghetto aveva appreso giocando ad hockey. E il risultato fu l' immenso Borg. Mentre, con alcuni maestri canini che conosco io, Borg non sarebbe diventato Borg, ma al più un giocatore di Serie B, dotato di uno stile superatissimo e soprattutto disadatto alla sua struttura osteomuscolare.<ref name=battimuro/>
*Questa deliziosa rappresentazione ci sarebbe stata offerta da un giovanotto che avrebbe potuto scegliere il suo destino non su un court, ma su un palcoscenico, uno che, ancor prima di diventare campione, attore è nato. Nell'annuale show che i tennisti offrono ad un pubblico di addetti ai lavori, il mercoledì di ogni anno, Djokovic era stato la star, un imitatore che, volendo, sarebbe potuto divenire un protagonista alla [[Teo Teocoli|Teocoli]], alla [[Maurizio Crozza|Crozza]]. Persino i bersagli delle sue imitazioni, Nadal, Federer, erano stati costretti a divertirsi, di fronte ai propri difetti ingigantiti.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/04/25/irresistibile-djokovic-il-tennis-piu-bello-murray.html Irresistibile Djokovic è il tennis più bello, Murray si fa da parte]'', ''la Repubblica'', 25 aprile 2008.</ref>
*Questa isola, tanto lontana e dissimile dalla nostra piccola Europa, detiene un curioso primato. Wimbledon è infatti, senza dubbio alcuno, la capitale mondiale del tennis. Masse di fedeli vi accorrono, in devoti atteggiamenti. E tuttavia, fin da lontano 1936, dall'addio di [[Fred Perry]], il Papa non appartiene alla stirpe dei padri fondatori.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/07/01/la-parabola-di-henman-eroe-che.html La parabola di Henman, l'eroe che non arriva mai]'', ''la Repubblica'', 1 luglio 2004.</ref>
*«Se [[Henri Cochet|Cochet]] – è stato scritto – fu l' inventore di se stesso, e [[Jean Borotra|Borotra]] il regista di se stesso, Lacoste fu il suo stesso allenatore». Un allenatore raffinatissimo, severo sino alla crudeltà, addirittura maniaco.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/08/10/lacoste-il-coccodrillo-dandy-che-invento-il.html Lacoste, il coccodrillo dandy che inventò il tennis totale]'', ''la Repubblica'', 10 agosto 2008.</ref>
*{{NDR|Su [[Mats Wilander]]}} Secondo soltanto al suo connazionale [[Bjorn Borg|Borg]] per doti podistiche, imbattibile oltre le quattro ore di gioco, ebbe l'intelligenza di alternare ad un nativo rovescio bimane un gesto ad una sola mano. Mancato il poker nel 1988 per inadeguatezza all'erba, parve appagato da quella grande stagione, e si lasciò sedurre da divagazioni oppiacee.<ref name=agassi/>
*{{NDR|Sulla finale di [[Torneo di Wimbledon|Wimbledon]] 1980 [[Rivalità Borg-McEnroe|Borg - McEnroe]]}} Sono stato tre ore e cinquantatré minuti senza fare la pipì. Non solo per questo, la finale mi è parsa indimenticabile. Prima di andar sotto, quella testa rossa e dura di Mac ha salvato qualcosa come sette match point. Prima di difendere in quel modo orgoglioso una sconfitta quasi sicura, aveva condotto il match per circa un' ora e dieci minuti, facendo apparire Borg goffo, inadeguato all' erba, a tratti impaurito.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/05/23/il-lungo-poema-di-wimbledon-quel-tie-break.html Il lungo poema di Wimbledon, quel tie-break di Borg e McEnroe]'', ''la Repubblica'', 23 maggio 2013.</ref>
*{{NDR|Su [[Stefan Edberg]]}} Stupendo volleatore, rovescio angelico, perenne eleganza e correttezza, si implicò in una fiera rivalità con [[Boris Becker]] in tre deliziose finali, vincendone due. Ultimo rappresentante, insieme con l'avversario, di una specie di tennista ormai scomparsa, il serve and volleyer.<ref name=agassi/>
*Vederli fianco a fianco, il Divino {{NDR|[[Roger Federer]]}} e [[Janko Tipsarević|Tipsarevic]], sul campo, mi spinge a domandarmi come sia possibile che un tennista elegante, creativo, insomma un grande artista quale il mio svizzero, sia del tutto disinteressato alla lettura, a partire, come ho scritto ieri, dalle sue stesse biografie.<ref>Federer aveva confermato infatti non aver nemmeno sfogliato ''I silenzi di Federer'', trattato filosofico di [[André Scala]] e neppure ''Federer come esperienza religiosa'' di [[David Foster Wallace]]. (daDa ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/11/05/federer-maratoneti-chi-ha-voglia-di-masters.html Federer e i maratoneti chi ha voglia di Masters?]'', ''la Repubblica'', 5 novembre 2011).</ref>. È tuttavia da poco iniziato il cosiddetto match, che i miei dubbi intorno alla cultura di Roger svaniscono, mentre mi dico che, probabilmente, Nijinsky e [[Rudol'f Nuriev|Nureyev]] non erano pronti ad affrontare l'esame di maturità, ma nemmeno minimamente interessati a farlo. Forse si sarebbero astenuti dall'indossare una maglietta viola, sfuggita da qualsiasi attore sul palcoscenico, ma anche di questo il Divino non è a conoscenza, soltanto intento ai suoi gesti sublimi, che arrivano addirittura a conquistare l'ammirazione dello sportivissimo e malandato avversario. Un mio vicino, uno scriba inglese che sta componendo un epicedio sulla scomparsa del rovescio a una mano, mi fa notare i vantaggi di quell'arma nella panoplia guerresca di Roger. Non solo lo taglia spessissimo, facendo scivolare la palla sul rugoso tappeto quasi fosse l'erba di Wimbledon; ma se ne serve per mortiferi dropshot, alternandoli poi con violenti passanti liftati, che lasciano ancor più scorato dei microbi il povero Tip.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/11/07/un-federer-da-record-suoi-sublimi-colpi.html Un Federer da record i suoi sublimi colpi sul povero Tipsarevic]'', ''la Repubblica'', 7 novembre 2012.</ref>
 
==500 anni di tennis==