Emilio Castelar: differenze tra le versioni
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==Citazioni di Emilio Castelar==
*Già non vi sono più tutte le immagini religiose che c'erano in altri tempi. L'immagine di [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] ha sostituito quella del Signore. Adorare è una necessità di [[Napoli]], adorare con fervore, qualunque sia l'oggetto dell'adorazione; adorare con urla, gesti, in mezzo allo strepito e alla gazzarra, con l'esaltazione propria dei temperamenti nervosi e col fanatismo che accompagna le passioni meridionali accese dal caldo molto intenso del clima. C'è qualcosa del Vesuvio, qualcosa dei suoi ardori e delle sue eruzioni, e anche qualcosa delle sue velleità nella mobile e ardente natura dei napoletani, di questi greci degenerati che vivono col sorriso sulle labbra sempre sull'orlo della morte, minacciati da un vulcano delle stesse catastrofi che seppellirono Ercolano e Pompei.<ref>Da ''Ricordi d'Italia'', ''Recuerdos de Italia'', edizione, traduzione con testo a fronte e note a cura di Teresa Cirillo Sirri, Camera dei Deputati – Congreso de los Diputados, Roma, 2001, citato in ''L'averno e il cielo, Napoli nella letteratura spagnola e ispanoamericana'', a cura di Teresa Cirillo Sirri e José Vicente Quirante Rives, Libreria Dante & Descartres, Napoli, 2007, p. 58. ISBN 978-88-6157-015-3</ref>
==Note==
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