Dino Compagni: differenze tra le versioni
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'''Dino Compagni''' (1255 ca. – 1324), politico, scrittore e storico italiano.
==Citazioni di Dino Compagni==
*''Et non si può d'amor {{sic|propio}} parlare | a chi non prova i suoi dolzi savori; | e senza prova non sen può stimare | più che 'l cieco nato dei colori.'' (da ''La donna del poeta''; in ''L'Intelligenza'', p. 4)
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===Citazioni===
*La detta città di [[Firenze]] è molto bene popolata, e generativa per la buona aria: i cittadini ben costumati, e le donne molto belle e adorne: i casamenti bellissimi, pieni di molte bisognevoli arti, oltre all'altre città d'[[Italia]]. Per la qual cosa molti di lontani paesi la vengono a vedere, non per necessità, ma per bontà de' mestieri ed arti, e per bellezza ed ornamento della città.<br />Piangano adunque i suoi cittadini sopra loro e sopra i loro figliuoli, i quali, per loro superbia e per loro malizia e per gara d'ufici, hanno così nobile città disfatta, e vituperate le leggi, e barattati gli onori in picciol tempo, i quali i loro antichi con molta fatica e con lunghissimo tempo hanno acquistato; e aspettino la giustizia di Dio, la quale per molti segni promette loro male sì come a colpevoli, i quali erano liberi da non potere essere soggiogati.
*Mossono le insegne al giorno ordinato i [[Firenze|Fiorentini]] per andare in terra di nimici, e passarono per Casentino per male vie, ove, se avessono trovati i nimici, arebbono ricevuto assai danno: ma non volle Dio.<ref name=Lal/> (pp. 20-21)
*Uno giovane gentile, figliuolo di messer Cavalcante Cavalcanti, nobile cavaliere, chiamato [[Guido Cavalcanti|Guido]], cortese e ardito, ma sdegnoso e solitario e intento allo studio, nimico di [[Corso Donati|messer Corso]], avea più volte diliberato offenderlo. Messer Corso forte lo temea, perché lo conoscea di grand'animo; e cercò d'assassinarlo, andando Guido in pellegrinaggio a [[Santiago di Compostela|San Jacopo]]; e non gli venne fatto. (p. 49)
*Cominciò per questo l'odio a multiplicare; e messer Corso molto sparlava di [[Vieri de' Cerchi|messer Vieri]], chiamandolo l'Asino di Porta, perché era uomo bellissimo, ma di poca malizia, né di bel parlare; e però spesso dicea: ''Ha ragghiato oggi l'asino di Porta?'' E molto lo spregiava, e chiamaval Vieri Cavicchia. (p. 50)
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*Credete voi che la giustizia di Dio sia venuta meno? pur quella del mondo rende una per una. Guardate a' vostri antichi, se ricevettono merito nelle loro discordie: barattate gli onori che eglino acquistorono. Non v'indugiate, miseri, ché più si consuma in uno dì nella [[pace e guerra|guerra]], che molt'anni non si guadagna in [[pace e guerra|pace]]; e picciola è quella favilla, che a distruzione mena un gran regno. (p. 68)
*Uno cavaliere della somiglianza di [[Lucio Sergio Catilina|Catilina]] romano, ma più crudele di lui, gentile di sangue, bello del corpo, piacevole parlatore, adorno di belli costumi, sottile d'ingegno, con l'animo sempre intento a mal fare (col quale molti masnadieri si raunavano, e gran séguito avea) molte arsioni e molte ruberie fece fare, e gran dannaggio a' Cerchi e a' loro amici: molto avere guadagnò, e in grand'altezza salì. Costui fu messer [[Corso Donati]], che per sua superbia fu chiamato il Barone, che quando passava per la terra, molti gridavano: ''Viva il Barone;'' e parea la terra sua. La vanagloria il guidava, e molti servigi facea. (pp. 105-106)
===Citazioni su ''Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi''===
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==Citazioni su Dino Compagni==
▲*{{NDR|La ''Cronica''}} È l'opera più viva e più bella di tutta la storiografia medievale. ([[Natalino Sapegno]])
*L'unico vero e grande storico dei primi secoli della nostra letteratura è Dino Compagni, contemporaneo di [[Dante Alighieri|Dante]] e simile a lui per forza della tempra morale ed artistica. ([[Attilio Momigliano]])
*Non è una meraviglia di scrittore Dino Compagni: contemporaneo a Dante; e autore di una tal prosa, che per brevità, precisione, vigore, non avrebbe da vergognarsene [[Gaio Sallustio Crispo|Sallustio]]? ([[Pietro Giordani]])
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