Jane Roberts: differenze tra le versioni

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*I vostri scienziati stanno finalmente imparando una cosa che i filosofi sapevano da secoli, cioè che la mente può influenzare la [[materia]]. Ma ancora devono scoprire il fatto che la mente ''crea'' e forma la materia. (p. 55)
*Se ci sono punti nei quali la vostra coscienza sembra eludervi o sfuggirvi, o dove pare finire, allora questi sono i punti dove avete eretto le barriere psicologiche e fisiche e sono proprio quelle aree che dovreste esplorare. Altrimenti avrete la sensazione che la vostra coscienza sia chiusa nel cranio, immobile e costretta, ed ogni perduto pensiero o ricordo sembra, almeno simbolicamente, come una piccola morte. E non dev'essere così. (p. 58)
*Non appena leggerete le parole su questa pagina vi renderete conto che l' informazione che state ricevendo non è una proprietà delle lettere delle parole stesse. Il segno stampato non '''contiene(sottol)''' informazione: esso trasmette informazione. Dov''''è''' l'informazione che viene trasmessa, allora, se non si trova sulla pagina? [...] Allora, analogamente, vi dico che anche gli oggetti sono simboli di una realtà il cui significato gli oggetti trasmettono, come accade con le lettere. La vera informazione non si trova negli oggetti più di quanto l'idea si trovi '''nelle''' lettere o nelle parole. Le parole sono sistemi di espressione. Altrettanto sono gli oggetti fisici in un diverso tipo di ambiente. (p. 71)
*La [[coscienza]] non può mai essere un sistema chiuso, e tutte le barriere di tal natura sono illusioni. L'anima stessa, perciò, non è un sistema chiuso. Quando la considerate, tuttavia, la pensate in genere in tali termini, una immutabile, psichica o spirituale fortezza. Ma le fortezze non tengono soltanto fuori gli invasori: impediscono anche l'espansione e lo sviluppo. (p. 84)
*L'anima percepisce direttamente ogni esperienza. La maggior parte delle esperienze delle quali siete consapevoli giunge chiusa in una confezione fisica e voi scambiate la confezione per l'esperienza stessa e non pensate a guardarci dentro. (p. 87)