Federico Caffè: differenze tra le versioni

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'''Federico Caffè''' (1914 – 1987), economista italiano.
 
==Citazioni di Federico Caffè==
*Al posto degli uomini abbiamo sostituito i numeri e alla compassione nei confronti delle sofferenze umane abbiamo sostituito l'assillo dei riequilibri contabili. (da ''Un salto nel voto'', ''MicroMega'', febbraio 2013, p. 1)
*Da tempo sono convinto che la sovrastruttura [[finanza|finanziario]]-borsistica con le caratteristiche che presenta nei paesi capitalisticamente avanzati favorisca non già il vigore competitivo ma un gioco spregiudicato di tipo predatorio, che opera sistematicamente a danno di categorie innumerevoli e sprovvedute di risparmiatori in un quadro istituzionale che di fatto consente e legittima la ricorrente decurtazione o il pratico spossessamento dei loro peculi. Esiste una evidente incoerenza tra i condizionamenti di ogni genere che vincolano l'attività produttiva reale dei vari settori agricoli industriali, di intermediazione commerciale e la concreta licenza di espropriare l'altrui risparmio che esiste per i mercati finanziari. (dal ''Giornale degli economisti'', 1971; citato in Marcello De Cecco, Roberta Carlini, ''Alla radice della crisi'', ''il manifesto'', 5 dicembre 2008)
 
{{int|Da ''[http://www.redistribuireillavoro.it/intervista-federico-caffe.html Siamo già nel 1929]''|Intervista di [[Valentino Parlato]], ''Il Manifesto'', citato in ''Redistribuireillavoro.it'', 14 novembre 1979.}}
*Mi rendo conto che il 1929, per i suoi aspetti più vistosi e anche folcloristici, eserciti grandi suggestioni: il crollo della borsa, la gente che si buttava di sotto dalle finestre dei grattaceli. [[John Kenneth Galbraith|Galbraith]] ha dimostrato poi che quasi nessuno si era buttato giù dai grattaceli, ma è vero che dopo il '29 i vetri dei grattaceli sono fissi. Ma è ancora più vero che i capitalisti vittime del crollo di borsa, in un modo o nell'altro, se la sono cavata, mentre a star male, sul serio, e a lungo, sono state le masse rurali e i lavoratori.
*Tutti gli aspetti patologici del '29 fanno parte della nostra esperienza: non nella forma catastrofiche di allora, ma in modo endemico, nella forma di un ristagno acquisito nella nostra coscienza, al punto che neppure ce ne accorgiamo.
*L'adattamento, l'assuefazione sono propri del comportamento umano. Anche le imprese spaziali non ci impressionano più. Però, dal punto di vista complessivo, adattamento ed assuefazione significano deterioramento: abbiamo perduto anche quegli anticorpi, quelle capacità reattive che ci aiutavano ad affrontare la malattia.
*Per [[John Maynard Keynes|Keynes]] il controllo della domanda si collocava nell'ottica del pieno impiego, oggi il controllo della domanda si colloca nell'ottica di frenare l'inflazione.
*Di fronte all'inflazione oltre che la manovra dell'offerta, che, come ho detto richiede tempi più lunghi, in alternativa alla cura del salasso c'è anche la cura dei controlli fisici. La verità è che dal 1947 ad oggi l'unico rimedio che usiamo contro l'inflazione è la cura militare dell'olio di ricino. Non abbiamo mai saputo far altro, mai che ci sia stato un pizzico di fantasia. E tutto questo senza dimenticare che c'è una scelta di sostanza, anche socialmente definita, tra abituarsi a vivere con l'inflazione e abituarsi a vivere con la disoccupazione.
*{{NDR|Sull'utilizzo dei sussidi e della cassa integrazione}} Tutto il contrario di quello che sosteneva Keynes, il quale, dando peso alla dignità dell'uomo, si poneva l'obiettivo del pieno impiego e non quello, del tutto contrapposto, del sussidio generalizzato.
 
==''Lezioni di politica economica''==