Federico Fellini: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
+4
Riga 68:
*Ho visto l'ultimo Fellini l'altro giorno, non è uno dei suoi migliori, è mancante di strutture coesive, si ha la sensazione che non sia del tutto sicuro di quello che vuole dire. Oddio, io l'ho sempre definito essenzialmente "un grande tecnico del cinema". D'accordo, ''La strada'' era un buon grandissimo film. Grandissimo nell'uso dell'energia negativa... [...] Mettiamo ad esempio in ''[[Giulietta degli spiriti]]'' o in ''[[Fellini Satyricon|Satyricon]]'', io lo trovo incredibilmente indulgente, sai veramente, uno degli autori più indulgenti, ma veramente, sai... (''[[Io e Annie]]'')
*Il suo amore per gli attori, per i suoi attori, lo esprimeva anche in certi dettagli che non mi è capitato di ritrovare in altri registi, forse anche perché le sue storie erano diverse. ([[Marcello Mastroianni]])
*Internazionalmente parlando il cinema italiano è soltanto Fellini. ([[Dino De Laurentiis]])
*L'ultima ripresa de ''La nave va'' è un punto mai raggiunto da nessun'altra cinematografia al mondo. I miei film sono così pesanti. Lui invece arrivava molto più in profondità saltellando sulla spiaggia. ([[Sidney Lumet]])
*La prima volta che ho fatto visita a Federico Fellini, al suo studio in corso d'Italia 35 a Roma, era un giorno freddo e ventoso di marzo del 1990. Quel mattino avevamo un appuntamento telefonico: doveva confermarmi se avrebbe potuto incontrarmi per un'intervista. La cosa non era certa. Qualche giorno prima, al telefono, mi aveva detto: "Un'intervista? E perché? Le intervista mi imbarazzano e i giornalisti mi annoiano". Io gli avevo timidamente risposto: "Non sono giornalista, sono poetessa...". Quel fatto gli era piaciuto: "Meglio così" – aveva risposto – "mi telefoni alle otto del mattino di giovedì". Tuttavia, alle otto di quel lontano giovedì piovoso in cui dovevo telefonargli per fissare l'appuntamento, mi ero svegliata senza voce! Dopo qualche saggio gargarismo con acqua tiepida e sale, mi ero fatta coraggio e gli avevo telefonato. "Signor Fellini" – gli dissi con voce rauca e quasi inaudibile – "mi sono svegliata senza voce; come faremo l'intervista se lei accetta di vedermi oggi?". Al che egli rispose: "Mia cara, venga, venga subito al mio studio; è meraviglioso, resteremo zitti tutti e due...". ([[Toni Maraini]])