Reza Ciro Pahlavi: differenze tra le versioni

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*Il problema non è [[Mohammad Khatami|Khatami]] come persona, così come nella vecchia Urss non lo erano i vari Andropov e Gorbaciov. Quando un sistema politico è in un vicolo cieco, come la Repubblica Islamica oggi, le persone contano poco. Il leader spirituale Ali Khamenei controlla tutte le leve del potere. Il Presidente, il parlamento e qualsiasi altra istituzione possono approvare anche le leggi più giuste e più democratiche, ma fin quando Khamenei avrà il diritto di veto, nulla potrà cambiare. Non voglio mettere in dubbio Khatami e le sue buone intenzioni. La domanda da porsi è come, in un paese dove altri controllano la radio e la tv di Stato, l' esercito e le forze dell' ordine, il sistema giudiziario, la politica estera e i servizi segreti, il Presidente possa realizzare la promessa di ripristinare la legalità e devolvere il potere alla società civile. In Iran Khatami non è riuscito a proteggere nemmeno i giornali e i giornalisti che lo sostenevano, figuriamoci se può farsi carico delle richieste di maggiore libertà e di democrazia dei nostri giovani.<ref name="finchepotere">Citato in ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/06/07/finche-il-potere-resta-ai-mullah-in.html?ref=search Finché il potere resta ai mullah in Iran non cambierà niente]'', ''la Repubblica'', 7 giugno 2001.</ref>
 
*La cosa migliore è che il popolo iraniano si liberi da solo, senza interventi esterni come quelli che hanno posto fine alle dittature in Afghanistan e in Iraq. E quanto a me, niente speculazioni: considererò la mia missione compiuta nel giorno in cui si terrà il primo voto libero degli iraniani sul loro futuro, sono pronto ad aiutare in ogni modo per questo obiettivo.<ref name="iofiglioscia">Citato in ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/06/17/io-figlio-dello-scia-fianco-della-rivolta.html?ref=search Io, figlio dello scià a fianco della rivolta]'', ''la Repubblica'', 17 giugno 2003.</ref>
 
*Lo scenario in Iran è molto diverso da quello dei nostri vicini. Nel nostro caso nessuno sarebbe capace di svolgere il lavoro di portare la democrazia meglio del popolo iraniano stesso. Senza bisogno di un intervento militare straniero. Il modo migliore di avere una svolta è attraverso la lotta del popolo iraniano. Ma bisogna anche sottolineare che vista la natura del sistema il miglior modo per aiutare gli iraniani a liberarsi è mostrare e dare un fortissimo appoggio della comunità internazionale alla lotta per la democrazia: un segnale che la comunità internazionale è per il popolo e non contro il popolo, che non è disposta a fare affari a ogni costo col regime sulla testa della gente.<ref name="iofiglioscia"/>
 
*Il mondo non può fidarsi di un regime del genere che tenga un dito sul grilletto. Ci vogliono garanzie anche per la stabilità internazionale. Occorre l' abbandono di dubbi e ambigui programmi nucleari e di ogni piano di armi di distruzione di massa, e l'unica garanzia in questo senso è la democratizzazione. Un regime come quello attuale non esiterebbe a usare senza scrupoli armi del genere.<ref name="iofiglioscia"/>
 
*Bisogna abbandonare questa impostazione mentale per cui o si tratta per vie diplomatiche o si parla di interventi militari. Né l'una né l'altra cosa possono risolvere la situazione. La cosa migliore da fare è investire sugli iraniani stessi, perché è fra loro che possiamo trovare l'alleato più naturale.<ref name="nienteguerra">Citato in ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/08/28/niente-guerra-il-popolo-si-ribelli.html?ref=search Niente guerra, il popolo si ribelli l' appello del figlio dell' ultimo scià]'', ''la Repubblica'', 28 agosto 2006.</ref>
 
*L'idea delle riforme è stata screditata, e ormai è definitivamente finita in un vicolo cieco. Era impensabile che questo regime potesse essere in grado di riformare se stesso. Dall'interno non può venire nessun processo di cambiamento.<ref name="nienteguerra"/>
 
*Il regime è in totale contrasto con quello che vuole il popolo iraniano. C'è una fuga di capitali dall'Iran, e il popolo iraniano, che ha un'ottica generale, vede chiaramente le conseguenze. Il nostro Paese sta andando a fondo e tutte le nostre risorse sono gestite in modo inefficiente da funzionari corrotti. Il regime non sopravviverà, non ho dubbi al riguardo, ma dovrà cadere per mano del popolo iraniano, e non per un intervento esterno. In questo momento, dobbiamo aiutare il popolo ad aiutare se stesso.<ref name="nienteguerra"/>
 
*Quello che abbiamo sotto gli occhi oggi è un chiaro esempio di quello che succede quando la religione è direttamente coinvolta nel governo. Ma non bisogna confondere la laicità con l' opposizione alla religione. è nell' interesse di tutti avere una chiara linea di separazione.<ref name="nienteguerra"/>
 
*Stiamo lottando contro il tempo. I dittatori corrono per procurarsi la bomba e la prospettiva di un intervento militare per fermarli si fa sempre più concreta. Ma il cambiamento, ora, deve venire dagli iraniani: il regime non è mai stato tanto vulnerabile.<ref name="panorama">Citato in ''[http://archivio.panorama.it/archivio/Cosi-rovesceremo-gli-ayatollah?s=pahlavi&submit=Cerca Così rovesceremo gli ayatollah"]'', ''Panorama.it'', 2008.</ref>
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*La mia missione finisce il giorno in cui gli iraniani possono tornare a votare liberamente. Se poi vorranno assegnarmi un ruolo, lo accetterò. Perché il mio unico obiettivo è servire il mio paese. In quale veste, non dipende da me.<ref name="panorama"/>
 
*La cosa migliore è che il popolo iraniano si liberi da solo, senza interventi esterni come quelli che hanno posto fine alle dittature in Afghanistan e in Iraq. E quanto a me, niente speculazioni: considererò la mia missione compiuta nel giorno in cui si terrà il primo voto libero degli iraniani sul loro futuro, sono pronto ad aiutare in ogni modo per questo obiettivo.<ref name="iofiglioscia">Citato in ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/06/17/io-figlio-dello-scia-fianco-della-rivolta.html?ref=search Io, figlio dello scià a fianco della rivolta]'', ''la Repubblica'', 17 giugno 2003.</ref>
 
*Lo scenario in Iran è molto diverso da quello dei nostri vicini. Nel nostro caso nessuno sarebbe capace di svolgere il lavoro di portare la democrazia meglio del popolo iraniano stesso. Senza bisogno di un intervento militare straniero. Il modo migliore di avere una svolta è attraverso la lotta del popolo iraniano. Ma bisogna anche sottolineare che vista la natura del sistema il miglior modo per aiutare gli iraniani a liberarsi è mostrare e dare un fortissimo appoggio della comunità internazionale alla lotta per la democrazia: un segnale che la comunità internazionale è per il popolo e non contro il popolo, che non è disposta a fare affari a ogni costo col regime sulla testa della gente.<ref name="iofiglioscia"/>
 
*Il mondo non può fidarsi di un regime del genere che tenga un dito sul grilletto. Ci vogliono garanzie anche per la stabilità internazionale. Occorre l' abbandono di dubbi e ambigui programmi nucleari e di ogni piano di armi di distruzione di massa, e l'unica garanzia in questo senso è la democratizzazione. Un regime come quello attuale non esiterebbe a usare senza scrupoli armi del genere.<ref name="iofiglioscia"/>
 
*Il regime ha spesso ingannato l'Occidente dando un'immagine di moderazione, come accaduto durante l'era Khatami (l'ex presidente riformista 1989-1997). L'obiettivo era prendere tempo. Oggi accade lo stesso con Rohani, che ancora una volta ha la stessa agenda, ovvero guadagnare tempo - anzi io dico perdere tempo - durante i negoziati sul nucleare.<ref name="adnkronos">Citato in ''[http://www.adnkronos.com/fatti/esteri/2014/10/23/iran-figlio-dell-ultimo-scia-persia-con-rohani-nulla-cambiato-lavoro-per-democrazia_HhL5tSH2WiShwGtZI37qAI.html?refresh_ce Iran, il figlio dell'ultimo Scià di Persia: "Con Rohani nulla è cambiato, lavoro per la democrazia"]'', ''Adnkronos.com'', 23 ottobre 2014.</ref>