Silvio Bertoldi: differenze tra le versioni

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*La parsimonia giunse ai limiti dell'avarizia, anzi della taccagneria. Gli dispiaceva spendere quattrini. Andava in giro senza soldi e, seduti al caffè di Asti, toccava sempre a Valenzano<ref>Nino Valenzano, nipote di Badoglio e suo segretario nel 1943-45.</ref> pagare il ''vermut''. Lui risparmiava accanitamente, anche sulle piccolezze, con la solita scusa che lo faceva per i figli. (Razza Piemonte, p. 25)
 
==''La chiamavamo Patria''==
===[[Incipit]]===
La generazione di coloro che avevano diciott'anni nel 1936, quando Mussolini annunciò la conquista dell'Impero, crebbe conoscendo degli avvenimenti italiani ed esteri soltanto ciò che il fascismo le faceva sapere: ossia le versioni ufficiali. Sicché trascorse la migliore stagione della vita ignorando la realtà del mondo e tutto quanto riguardava l'Italia, perché il regime glielo teneva nascosto. Nei primi tempi, sull'onda inebriante dei trionfi, la verità «ufficiale» le bastò. Non le interessavano le opinioni di avversari e nemici, nella convinzione che non si dovesse nemmeno tenerne conto. Quell'Italia era la Patria.