Rivoluzione iraniana: differenze tra le versioni

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*Come molte rivoluzioni, anche quella iraniana segue un percorso schizofrenico. Moderati e radicali, girondini e giacobini, si inseguono, si distruggono a vicenda, e nelle fasi più intense si tuffano nel massimalismo, per non essere travolti dai concorrenti. Così in queste ore gli ayatollah abitualmente cauti, inclini al compromesso, per saggezza o per calcolo, pronunciano i discorsi più intransigenti, predicano la guerra totale, contro tutti e contro tutto.
*Il clero sciita, che ha promosso e guida la rivoluzione islamica di Teheran, non è composto di vermi che si agitano nella sporcizia e nel fango, come diceva il defunto scià di Persia. Gli ayatollah, che lo hanno travolto quando sembrava all'apice della potenza, difendono l'umiliato orgoglio di un'antica nazione, la Persia, e una religione a lungo frustrata, che i loro predecessori non hanno saputo preservare e rispettare. Li difendono col fanatismo, con l' odio, con una crudeltà d' altri secoli, e con un pessimo gusto che arriva al punto di costruire nel cuore di Teheran una fontana da cui sgorga acqua tinta di rosso, per ricordare il sangue versato dai martiri della rivoluzione. Ma li difendono dopo i numerosi fallimenti dei laici, degli innovatori. La loro rivoluzione è contro il mondo moderno, contro le società occidentali, contro i pagani, dai quali per secoli sono stati presi a calci. È un orgoglio ferito che esplode irrazionalmente, con il conforto di una religione che ha conservato una carica, un' intensità che noi definiamo medievale. Senza tener conto di questo, non si può capire il fenomeno iraniano.
*La repressione di ogni tipo di dissenso risultò subito più severa di quella del periodo imperiale. La Costituzione approvata nel dicembre dello stesso anno conferì a Khomeini poteri assoluti a vita, in quanto guida politico-religiosa. Venne respinta qualsiasi influenza proveniente dal mondo occidentale ed ogni possibile opposizione interna al nuovo governo di stampo teocratico.
*La rivoluzione all'inizio sconcertò i politici e gli storici. Era proprio una rivoluzione? Il significato attribuito all' espressione dal 1789 francese non sembrava calzare. Si disse che era la prima rivoluzione «a ritroso». Ossia la prima a infrangere l'idea, la certezza quasi dogmatica, che una rivoluzione equivalga a un' accelerazione dei tempi, a una spinta in avanti, che esprima in concreto, per la sua stessa natura, il concetto opposto di conservazione. Dopo tre decenni nessuno mette più in dubbio che si sia trattato di una rivoluzione, sia pure «alla rovescia», tesa a ricreare in un certo modo il passato e non a disegnare un futuro inedito. Essa ha rivoluzionato in tutti i casi l'islam sciita al suo interno, e influenzato l'assai più esteso, preponderante, Islam sunnita, che fino allora aveva tenuto in scarsa considerazione, o addirittura ignorato, la corrente minoritaria sciita (appena il 12% del mondo musulmano). Nella storia del '900, pur ricca di guerre e di rivoluzioni, l'avvento al potere dei religiosi a Teheran occupa senz'altro un capitolo importante. Nel nuovo millennio rappresenta uno dei principali problemi. Chi si trova nel mezzo di eventi tanto precipitosi riesce di rado a decifrarne il significato.
*La rivoluzione islamica del '79 ha continuato a manifestare le tendenze repressive dello Stato modernizzatore dello scià, ma in versione teocratica (il [[Velayat-e faqih|Vélayat Faqih]], ossia la sovranità del giurista teologico). Versione che ha implicato subito l'abolizione del divorzio, la proibizione dell'aborto, e, sulla base della sharia, la pena di morte per l'adulterio e per la bestemmia. Come durante il periodo imperiale l'apertura politica è stata considerata una minaccia all'unità nazionale.
*Per gli sciiti il potere temporale è inevitabilmente imperfetto fino a che non sarà assunto dal dodicesimo Imam, per ora nascosto. Il clero lo esercita provvisoriamente nell'attesa di quell'avvento, vale a dire dell'uscita allo scoperto del per ora irreperibile inviato di Allah. Le monarchie sunnite come del resto un tempo quella dell'aborrito scià usurpatore sono tutte illegittime, come lo sono tutti gli altri regimi nei paesi musulmani. Una prova della loro illegittimità è la complicità con gli americani e i loro lacché. Questi principi stravaganti per la nostra epoca, ma non tanto per una religione ibernata secoli or sono, vengono adesso espressi politicamente, non si sa con quali conseguenze.