Alberto Ronchey: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: fonte sullo studio di Maksudov (N,D.A.)
→‎Citazioni: Leonid Il'ič Brežnev
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*Uno studio recente del demografo Maksudov, condotto sui censimenti dell'URSS, calcola che diciassette milioni e mezzo furono le vittime dirette dello stalinismo<ref>In "Cahiers du monde russe et sovietique", XVIII-3, Parigi luglio-settembre 1977, pp. 223-267. {{NDR|N.d.A., p. 116}}</ref>. (p. 116)
*Quante innovazioni scientifiche o tecniche, fra quelle che modificano la vita materiale degli uomini, sono venute dall'[[Unione Sovietica|URSS]] negli ultimi decenni? Non il transistor o il computer, l'energia elettrica nucleare o le fibre sintetiche, il radar o il laser, gli antibiotici o i vaccini antipolio, le scoperte genetiche o la «rivoluzione verde» delle sementi ibride. Nell'URSS furono a lungo proibiti campi di studio come la cibernetica e la genetica. Tuttora uno scienziato non può dedicarsi a ricerche autonome, ma è vincolato a quelle permesse dal piano. La ricerca può considerarsi avanzata solo nella tecnologia militare, mentre nel campo della geologia è favorita da una tradizione che risale al XVIII secolo e alla circostanza che l'URSS possiede tutti i tipi di minerali (gli Stati Uniti ne devono importare la metà). (p. 123)
*[[Leonid Il'ič Brežnev]] ha rappresentato il potere per sedici anni, dopo le convulsioni del decennio chrusceviano, il fugace governo di Malenkov, l'orrido trentennio di Stalin e il mito della Russia «misera e gloriosa» di Lenin. Il periodo più recente è stato caratterizzato dalla prevalenza d'una oligarchia conservatrice, o «gerontocrazia repressiva». Brežnev è stato il fiduciario dell'oligarchia. (p. 173)
*Scacciato dalla Russia per decreto di un'autorità che non poteva tollerarlo più né imprigionarlo ancora, prima [[Aleksandr Isaevič Solženicyn|Solženicyn]] fronteggiò con asprezza e superbia resistenti a ogni omologazione le insidie pubblicitarie dei ''mass-media'' occidentali, inalberando la sua ideologia amoderna, amarxista, aliberale, russa indigena, arcaica non meno di quella sua barba da profeta in battaglia. Poi scomparve nelle campagne del Vermont e tacque: «Qui è troppo facile parlare, non parlo». (p. 195)
*L'opera e la figura di Solženicyn, genio collerico della Russia, sono state fra le rivelazioni del nostro tempo. Con la sua imponente rappresentazione dei ''[[gulag]]'' ha scosso nell'intimo la cultura ideologica europea, a sinistra e anche all'estrema sinistra, più di Trockij e Chruščëv insieme, più di Orwell, Koestler, Gide, Serge, Merleau-Ponty e dei loro attenti lettori. (p. 196)