Alberto Ronchey: differenze tra le versioni

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*L'analisi di [[Daniel Bell]] distingue tre sfere nello scenario di quell'Estremo Occidente che è la società americana: l'economia (guidata finora dal principio del minimo costo, dell'ottimalità produttiva, dell'efficienza), la politica (dove il principio fondamentale è la legittimazione del consenso, anzi la partecipazione di tendenza egualitarista) e la comune cultura (dove il principio dominante è l'auto-realizzazione individuale, anzi oggi l'auto-gratificazione e l'edonismo di massa). Ma questi principi contrastano fra loro, perché nello stesso tempo muovono la gente verso finalità incompatibili. (p. 56)
*Mai la superpotenza americana era apparsa così impotente come fra la vertenza con l'Iran, l'invasione sovietica in Afghanistan e la guerra iracheno-iraniana. Da quel cubo in cemento e vetrate asettiche della C Street, Il Dipartimento di Stato, oggi il mondo può apparire una scaturigine inesauribile di cattive notizie. Nel retroterra del continente Angloamerica, i cittadini della «superpotenza impotente» sono indignati per le offese patite, ma ormai dagli anni del Vietnam sembrano contemplare le turbolenze del mondo come quegli antichi ateniesi, che «accortisi dell'errore d'essersi immischiati in tutte le liti» secondo il detto di [[David Hume]] «non si curarono più affatto di politica estera». (p. 68)
*Il concetto di «[[Deterrenza|deterrente]]» effettivo, sul quale già insistevano Kissinger e Schlesinger, accolto infine da Carter, è stato riassunto con la seguente definizione: «Volendo impedire a qualcuno di fare A contro di voi, minacciando di fare B contro di lui se lo fa, dovete anzitutto esser sicuri che la minaccia B sia plausibile»<ref>Cfr. ''It has to deter'', in "The Economist", 16 agosto 1980; G. BUIS, ''Le virage nucléaire de Washington'', in "Le Nouvel Observateur", 16 agosto 1980. {{NDR|N.d.A., p. 73}}</ref>. (p. 73)
*Uno studio recente del demografo Maksudov, condotto sui censimenti dell'URSS, calcola che diciassette milioni e mezzo furono le vittime dirette dello stalinismo. (p. 116)
*Quante innovazioni scientifiche o tecniche, fra quelle che modificano la vita materiale degli uomini, sono venute dall'[[Unione Sovietica|URSS]] negli ultimi decenni? Non il transistor o il computer, l'energia elettrica nucleare o le fibre sintetiche, il radar o il laser, gli antibiotici o i vaccini antipolio, le scoperte genetiche o la «rivoluzione verde» delle sementi ibride. Nell'URSS furono a lungo proibiti campi di studio come la cibernetica e la genetica. Tuttora uno scienziato non può dedicarsi a ricerche autonome, ma è vincolato a quelle permesse dal piano. La ricerca può considerarsi avanzata solo nella tecnologia militare, mentre nel campo della geologia è favorita da una tradizione che risale al XVIII secolo e alla circostanza che l'URSS possiede tutti i tipi di minerali (gli Stati Uniti ne devono importare la metà). (p. 123)
*Scacciato dalla Russia per decreto di un'autorità che non poteva tollerarlo più né imprigionarlo ancora, prima [[Aleksandr Isaevič Solženicyn|Solženicyn]] fronteggiò con asprezza e superbia resistenti a ogni omologazione le insidie pubblicitarie dei ''mass-media'' occidentali, inalberando la sua ideologia amoderna, amarxista, aliberale, russa indigena, arcaica non meno di quella sua barba da profeta in battaglia. Poi scomparve nelle campagne del Vermont e tacque: «Qui è troppo facile parlare, non parlo». (p. 195)