Magdi Allam: differenze tra le versioni

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*E proprio quanto sta accadendo in Pakistan conferma la natura aggressiva di questo [[terrorismo islamista|terrorismo islamico]] che massacra principalmente gli stessi musulmani e che, contrariamente a un luogo comune diffuso, non è affatto la reazione alla guerra o all'occupazione di una potenza straniera.<ref>Da ''Il contrasto tra Islam e democrazia'', ''Corriere della Sera'', 29 dicembre 2007, p. 36.</ref>
*{{NDR|Su [[Ali Khamenei]]}} Egli ha predicato l'apertura dell'Iran al mondo esterno, ma internamente è fautore di un'economia centralizzata. Tutti i suoi viaggi all'estero sono avvenuti in paesi comunisti o progressisti: non è mai stato in Occidente. La morte di Khomeini ha inesorabilmente avviato la scomparsa di un sistema di valori, di potere e di governo che era una diretta emanazione della sua interpretazione non ortodossa della teologia sciita, rifletteva le sue ambizioni politiche e sfruttava il suo carisma. Il sistema del velayat-e faqih ha infatti rappresentato una rottura con l'ortodossia teologica e politica sciita che predica la taqiya, la dissimulazione dei propri sentimenti, un atteggiamento di quietismo politico. Ai credenti si chiede di simulare un'obbedienza al sovrano, nell'attesa che finisca l'occultamento del dodicesimo imam Mohammad al Mahdi, che gli sciiti ritengono scomparso dal mondo nell'anno 874 e che con la sua ricomparsa ripristinerà la giustizia. Questa eresia si è concretizzata nell'attribuzione a Khomeini che nella gerarchia religiosa sciita aveva il rango di ayatollah ozma del titolo di imam, che gli sciiti riservano al vicario del profeta Maometto. Nessuno ha oggi in Iran l'autorità e il carisma per farsi venerare e obbedire ciecamente così come è stato con Khomeini.<ref name="khameneileader"/>
*Forse l'immagine più terrificante della storia moderna dell'Iraq è quella dei corpi appesi di re Feisal II e della sua famiglia nella loro reggia a Bagdad, ribattezzato con gusto macabro Qasr al Nihayyah, il Palazzo della Fine. Era il 14 luglio 1958, data che segna la fine della monarchia hashemita che, grazie all'intesa con la Gran Bretagna, aveva dato vita all' attuale stato iracheno nel 1921. I corpi furono poi orribilmente profanati trascinandoli disumanamente per le strade della capitale. Re Hussein di Giordania, allora ventitreenne, espressione dell'altro ramo della famiglia hashemita, traumatizzato dalla barbara sorte riservata al parente (figlio del prozio), in un attimo d'ira scandì questa promessa di vendetta: «Giuro su Dio che ci sarà un funerale in ogni casa irachena».<ref name="generaleprincipe">Da [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/07/29/un-generale-un-principe-opposizione-cerca.html?ref=search ''Un generale o un principe? L'opposizione cerca un leader''], ''la Repubblica'', 29 luglio 2002.</ref>
*Gli intransigenti taliban afghani hanno promesso 60 giorni di prigione per chi non osserverà il digiuno. Ed è così che il Ramadan diventa anche l'occasione per animare dispute teologiche sull'interpretazione del Verbo di Allah.<ref name="troppapolitica"/>
*Gli islamici strumentalizzano l'Islam per un fine eminentemente politico, la conquista del potere assoluto.<ref name="iranguida"/>