Iran: differenze tra le versioni

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*L'Iran potrebbe essere l'unico paese in cui non si trova una sola casa con almeno un libro di poesie. All'inizio, i poeti persiani ebbero difficoltà nel definire il loro ruolo nella società. I regnanti appena convertiti all'Islam sospettarono che i poeti stavano cercando di riportare in auge la fede zoroastriana per minare la nuova religione. Il clero vedeva i poeti come persone che desideravano tenere in vita la lingua persiana e perciò sabotare l'ascesa dell'arabo come la nuova ''lingua franca''. Senza i vecchi poeti persiani, gli iraniani sarebbero forse finiti come tanti paesi nel Medio Oriente che persero le loro lingue indigene e divennero arabofoni. Nei primi tempi, i poeti persiani elaborarono una strategia per moderare il fervore dei regnanti e dei mullah. Cominciarono ogni ''qasida'' con un elogio a Dio e al Profeta, seguito da un panegirico per il regnante del momento. Una volta sbrigati questi "obblighi", potevano passare ai veri temi delle poesie che intendevano comporre. Tutti sapevano che c'era dietro un trucco, ma tutti accettavano il risultato perché era buono. Malgrado questo ''modus vivendi,'' alcuni poeti finirono in prigione o in esilio, mentre molti altri trascorsero le loro vite nel disagio, se non in povertà. I poeti tuttavia non furono mai passati a fil di spada. Il regime Komeinista è il primo nella storia dell'Iran ad aver giustiziato tanti poeti. Implicitamente o esplicitamente, alcuni regnanti fecero chiaramente capire ciò che i poeti non potevano scrivere. Ma nessuno si sognò mai di dire al poeta ciò che doveva scrivere.
*Se consideriamo l'Iran come nazione, non c'è alcun motivo perché non debba avere relazioni corrette con gli Stati Uniti e qualsiasi altro paese. Decenni di sondaggi d'opinione dimostrano che la maggior parte degli iraniani hanno una buona opinione dell'America. Ma oggi l'Iran soffre di uno sdoppiamento della personalità: È al tempo stesso una nazione e, in quanto Repubblica Islamica, una causa messianica. E la Repubblica Islamica dell'Iran, lungi dall'essere parte della soluzione, è alla radice del conflitto che sta dilaniando il Medio Oriente.
*Solo nell'arco di questo secolo, l'Iran si è trovato invaso dagli eserciti russo, britannico, ottomano ed iracheno per dodici volte circa, e in entrambe le guerre mondiali è stato occupato da forze straniere, e ciò malgrado si fosse dichiarato, in entrambe le occasioni, strettamente neutrale. Bisogna anche aggiungere che negli ultimi otto anni l'Iran ha dovuto subire due rivoluzioni, due colpi di stato, una guerra civile in piena regola e due dozzine di grosse rivolte a carattere tribale. D'altronde neppure i primi sei anni della dominazione khomeinista sono stati anni pacifici, e non abbiamo ragione di credere che lo stile di vita nazionale, consolidatosi ormai da secoli, si sia irrevocabilmente modificato grazie all'avvento della stabilità divina. L'Iran, pur essendo un paese antico, è una nazione giovane, e possiede ancora tremende riserve d'energia con cui sarebbe in grado sia di costruire che di distruggere.
*Soltanto un Iran autenticamente democratico può diventare un partner e un amico degno di fiducia per le democrazie industriali dell'Occidente.