Lev Trockij: differenze tra le versioni

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→‎Storia della rivoluzione russa: i menscevichi inventano la democrazia borghese
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*In realtà, Nicola si considerava un fallito. Il suo fatalismo non era che una forma di difesa passiva di fronte allo sviluppo storico, e si accompagnava all'arbitrio, meschino nei moventi psicologici, ma mostruoso nelle conseguenze. (p. 73)
*{{NDR|Sulla zarina [[Aleksandra Fëdorovna Romanova|Aleksandra]]}} Per giustificare la sua nuova posizione, questa tedesca cercava di assimilare con fredda frenesia tutte le tradizioni e le suggestioni del Medioevo russo; il più misero e grossolano di tutti i Medioevi, in un periodo in cui il popolo faceva sforzi enormi per emanciparsi dalla propria barbarie medioevale. Questa principessa dell'Assia era letteralmente posseduta dal demonio dell'autocrazia: sollevatasi dal suo buco provinciale sino ai fastigi del dispotismo bizantino, non intendeva a nessun costo ridiscendere. Nella religione ortodossa aveva trovato una mistica e una magia adatte alla sua nuova sorte. (p. 76)
*PostosiSe manca una democrazia borghese in grado di porsi alla testa della sinistrarivoluzione? deiAllora bisogna inventarla. È quello che fanno i [[Menscevismo|menscevichi]]. Creano la democrazia borghese, le sue qualità e la sua storia nella loro immaginazione. (pp. 98-99)
*Postosi alla testa della sinistra dei menscevichi che non riuscì ad assumere una funzione di benché minima importanza nella rivoluzione, [[Julij Martov|Martov]], rimase all'opposizione contro la politica di [[Iraklij Tsereteli|Tseretelli]]-[[Fëdor Dan|Dan]], ostacolando al tempo stesso il riavvicinamento tra i menscevichi di sinistra e i [[Bolscevismo|bolscevichi]]. [...]. La frazione di Martov, pur senza aver lasciato il partito, non aveva un suo giornale dato che non aveva una politica. Come sempre nei grandi avvenimenti storici, Martov aveva irrimediabilmente perduto la testa e non aveva più nessuna consistenza. Nel 1917 come nel 1905, la rivoluzione si accorse appena dell'esistenza di quest'uomo pur notevole. (pp. 253-254)
*Verklovsky, ministro della guerra di [[Aleksandr Fëdorovič Kerenskij|Kerensky]], dichiarò più tardi a proposito di [[Lavr Georgievič Kornilov|Kornilov]] che era un cuor di leone con una testa di montone. (pp. 278-279)
*Bolscevico quasi dalla nascita stessa del bolscevismo, [[Lev Borisovič Kamenev|Kamenev]], aveva sempre appartenuto all'ala destra del partito. Non privo di preparazione teorica e di fiuto politico, dotato di una grande esperienza di lotta frazionistica in Russia e di una scorta di osservazioni politiche fatte in Occidente, Kamenev afferrava le idee generali di Lenin meglio di altri bolscevichi, ma solo per interpretarle nel modo più pacifico possibile. Da lui non ci si poteva aspettare né indipendenza di decisione né iniziativa nell'azione. (p. 316)