Emily Dickinson: differenze tra le versioni

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*È passato tanto tempo da quando mi hai scritto, ricordo che stavano cadendo le foglie – e ora cade la [[neve]] – chi considera diverse le due cose? non sono le foglie sorelle della neve? (ad Abiah Root, tardo 1850, 39<ref group="fonte" name=bXXX/>)
*[...] non m'importa del [[anima e corpo|corpo]] – io amo l'[[anima e corpo|anima]], la timida, pudica, ritrosa anima – che si nasconde perché ha paura, e il corpo baldo e invadente – scusi signora mi ha chiamato? (ad Abiah Root, tardo 1850, 39<ref group="fonte" name=bXXX/>)
*Amo queste piccole [[fantasia|fantasie]], eppure le amerei ''di più'' se non fossero ''davvero così fantasiose'' come sembrano essere – ho fantasticato così tante volte e così tante volte sono tornata a casa per scoprire che erano ''solo'' fantasie che ho quasi paura di ''sperare'' in ciò che ''desidero'' tanto. (ad Abiah Root, 19 agosto 1851, 50<ref group="fonte">In ''[http://www.emilydickinson.it/l0041-0050.html Le lettere 41-50]'', ''EmilyDickinson.it'', traduzione di G. Ierolli.</ref>)
*Il [[vigneto]] sembra un regno, con grappoli maturi e rotondi a mo' di re, e bocche affamate a mo' di sudditi – il primo esempio a memoria d'uomo di sudditi che divorano i re! (ad Austin Dickinson, 1º ottobre 1851, 53<ref group="fonte" name=bL>In ''[http://www.emilydickinson.it/l0051-0060.html Le lettere 51-60]'', ''EmilyDickinson.it'', traduzione di G. Ierolli.</ref>)
*La terra sembra come una povera vecchia signora che fino ad ora è sempre rifiorita dai colpi della sorte, ma in un momento di distrazione alcune ciocche di capelli argentei le escono furtivamente dal cappello, e lei le ricaccia indietro velocemente e pensa che nessuno abbia visto. (ad Austin Dickinson, 17 ottobre 1851, 58<ref group="fonte" name=bL/>)