Ultime parole dai libri: differenze tra le versioni

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*Ma presto morirò e non sentirò più quello che sento adesso. Presto queste brucianti miserie si estingueranno. Salirò trionfante sul mio rogo funebre, ed esulterò nell'agonia delle fiamme divoratrici. La luce di questa conflagrazione svanirà; il vento disperderà le mie ceneri nel mare. Il mio spirito riposerà in pace; o, se penserà, non penserà certo in questo modo. Addio. ('''mostro di Frankenstein''')
::{{spiegazione|Il "demone" creato dal dottor Frankenstein, personaggio di ''[[Mary Shelley#Frankenstein|Frankenstein, o il moderno Prometeo]]'' (1816-1817) di [[Mary Shelley]]. Prima di lasciarsi andare alla deriva sul ghiaccio nei mari del Nord, il "demone" conclude così il suo discorso a Walton, amico del dottore.}}
 
*Mue otu e aga. ('''Re John''')
::{{spiegazione|Personaggio del romanzo ''[[Maurizio Maggiani#La regina disadorna|La regina disadorna]]'' di [[Maurizio Maggiani]]. Re John, sovrano dell'isola di Moku Iti, si schianta con la motocicletta contro la palizzata della basilica, finendo infilzato da una trave. Spirando, sussurra le sue ultime parole in lingua locale, che significano "non ho un cattivo cuore".}}
 
*''Or puoi menar gran vampo, Ettorre, or che ti diero di mia morte la palma Apollo e Giove. Essi, non tu, m'han domo; essi m'han tratto l'armi di dosso. Se pur venti a fronte tuoi pari in campo mi venían, qui tutti questo braccio gli avría prostrati e spenti. Ma me per rio destin qui Febo uccide fra gl'Immortali, e tra' mortali Euforbo, tu terzo mi dispogli. Or io vo' dirti cosa che in mente collocar ben devi: breve corso a te pur resta di vita: già t'incalza la Parca, e tu cadrai sotto la destra dell'invitto Achille.'' ('''Patroclo''')