Lev Trockij: differenze tra le versioni

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*Se Kamenev era un propagandista volgarizzatore, [[Grigorij Evseevič Zinov'ev|Zinoviev]] era un agitatore e anzi, secondo l'espressione di Lenin, nient'altro che un agitatore. Per essere un dirigente, gli mancava troppo il senso di responsabilità: privo di disciplina interiore, il suo pensiero è del tutto incapace di svolgere un lavoro teorico e si dissolve nell'informe intuizione dell'agitatore. (pp. 328-329)
*Grazie a un fiuto eccezionalmente acuto {{NDR|Zinoviev}} afferra sempre, a volo, le formule di cui ha bisogno, cioè quelle che possono avere la maggiore influenza tra le masse. E come giornalista, come oratore, resta sempre un agitatore, con la differenza che nei suoi articoli rivela soprattutto i suoi punti deboli, mentre nei discorsi prevalgono i suoi punti di forza. Molto più audace e sfrenato nell'agitazione di qualsiasi altro bolscevico, Zinoviev è capace ancor meno di Kamenev di prendere un'iniziativa rivoluzionaria. È indeciso come tutti i demagoghi. (p. 329)
*La zarina {{NDR|Aleksandra}} era spesso e apertamente accusata di spionaggio: anche nelle sfere di corte, la si riteneva responsabile dell'affondamento da parte dei tedeschi della nave su cui si recava in Russia il generale Kitchener. (p. 638)
*Subito dopo essersi messo d'accordo con [[Michail Vasil'evič Alekseev|Alekseev]], {{NDR|[[Aleksandr Fëdorovič Kerenskij|Kerensky]]}} entrava nella sala del palazzo d'inverno dove si ricevevano i giornalisti, e chiese loro di ritirare da tutti i giornali il proclama in cui si dichiarava [[Lavr Georgievič Kornilov|Kornilov]] traditore. Quando, dalle risposte dei giornalisti, apparve chiaro che non era possibile farlo per ragioni tecniche, Kerensky esclamò: «Mi dispiace molto!». Questo piccolo episodio, riferito sui giornali del giorno dopo, mette in luce con vivezza incomparabile il personaggio del superarbitro della nazione definitivamente impigliato nella sua stessa rete. Kerensky era l'incarnazione così perfetta sia della democrazia sia della borghesia da essere contemporaneamente il più alto rappresentante dell'autorità statale e un cospiratore criminale di fronte alla stessa autorità. (p. 754)