Amir Taheri: differenze tra le versioni

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*Entrambi i re Pahlavi cercarono, in tempi differenti e con differenti metodi, di togliere rilievo al carattere islamico dell'Iran. Per conseguire questo obiettivo entrambi incoraggiarono la rinascita del passato "Ariano" preislamico dell'Iran. Durante gli anni '30 della Germania nazista, operando tramite iraniani che avevano studiato a Berlino, svolsero un ruolo cruciale nel rappresentare l'Iran come una "nazione ariana" umiliata da ondate successive di invasioni. Nel 1936 il Reich riconobbe formalmente l'Iran come la "patria della razza ariana" e gli iraniani come "ariani per sangue e cultura". Questo significava che i tedeschi erano liberi di sposare iraniani e molti lo fecero.
:''Both Pahlavi kings tried, at different times and with different methods, to de-emphasise the Islamic character of Iran. To achieve this they both encouraged the revival of Iran's pre-Islamic "Aryan" past. During the 1930s Nazi Germany, acting through Iranians who had studied in Berlin, played a crucial role in portraying Iran as an "Aryan nation" humiliated by successive waves of invasion. In 1936 the Reich formally recognised Iran as the "homeland of the Aryan race" and Iranians as 'Aryans by blood and culture'. This meant that Germans were free to marry Iranians and many did.'' (p. 192)
 
*Il sistema di pensiero dello Scià non poteva assolutamente essere considerato una filosofia, per quanto gli piacesse vedersi come un "re filosofo". Esso si basava su un certo numero di semplici – per non dire semplicistiche asserzioni – e offriva un certo numero di altrettanto lineari, benché forse ingenue, promesse. L'Iran aveva avuto un passato d'oro e poteva ambire ad un futuro aureo. Dato che un tempo l'Iran era stato una potenza mondiale e un creatore di storia non c'era ragione perché non divenisse di nuovo un attore di primo piano sulla scena internazionale L'Iran era uno dei 15 più grandi paesi del mondo ed era collocato in una regione di grande importanza strategica. Il fatto che l'Iran godesse di un alto tasso di crescita demografica significava che sarebbe diventato uno dei 15 paesi più popolati del mondo entro uno o due decenni. Le riserve di petrolio dell'Iran, le terze al mondo per grandezza, comportavano che la nazione avrebbe continuato a disporre di una fonte di liquidità pronta almeno per quasi un altro mezzo secolo. La scoperta in Iran negli anni settanta delle seconde più grandi riserve mondiali di gas naturale, accrebbe l'importanza del paese come fonte di energia per le nazioni industrializzate. La strada da percorrere, quindi, era chiara: l'Iran doveva impiegare le sue entrate derivanti dall'esportazione di energia per creare industrie i cui futuri profitti avrebbero dovuto compensare la perdita degli introiti derivanti dal petrolio e dal gas una volta che queste riserve si fossero esaurite. In altri termini, l'Iran doveva diventare una potenza industriale.
:''The Shah's system of thought could in no way be considered as philosophy, although he liked to see himself as 'a philosopher king'. It was based on a number of simple – not to say simplistic – assertions and offered a number of equally straightforward, though perhaps naive, promises. Iran had had a golden past and could aim at a golden future. Because Iran had once been a world power and a shaper of history there was no reason why she would not become a leading actor on the international scene again. Iran was one of the 15 largest countries in the world and situated in a region of great strategic importance. The fact that Iran enjoyed a high rate of population growth meant that she would become one of the world's 15 most populated countries within a decade or two. Iran's oil reserves, the third largest in the world, meant that the nation would continue to have a ready source of cash at least for another half century or so. The discovery of the world's second largest reserves of natural gas in Iran in the 1970s added to the country's importance as a source of energy for the industrialised nations. The road ahead, therefore, was clear: Iran had to use its income from energy exports to create industries whose future income would cover the loss of oil and gas revenues when those reserves became exhausted. In other words, Iran had to become an industrial power.'' (p. 194)
 
*I leader iraniani avevano sempre visto la creazione britannica dello stato dell'Iraq nel 1921 come un deliberato atto di provocazione contro gli interessi dell'Iran. Vedevano l'Iraq come una base militare britannica nel Medio Oriente e la base aerea britannica di Habaniyah, vicino Baghdad, fu sempre considerata una minaccia ai giacimenti petroliferi dell'Iran nel Khuzestan. Nel 1941 le forze armate britanniche, usando l'Iraq come una piattaforma, invasero e occuparono l'Iran meridionale. Nel 1951-3 i britannici si servirono ancora dell'Iraq come base militare contro l'Iran durante la crisi della nazionalizzazione del petrolio. L'Iran si considerava il protettore naturale degli sciiti che costituivano il 60 per cento della popolazione dell'Iraq, così come dei Curdi che appartenevano alla più ampia famiglia etnica iranica. Per quel che riguardava le élites iraniane al potere non c'era stata alcuna giustificazione per aver trasformato la Mesopotamia in un nuovo stato-nazione.
:''Iranian leaders had always regarded the creation of the Iraqi state by Britain in 1921 as a deliberate act of provocation against Iran's interests. They saw Iraq as a British military base in the Middle East and the British air base at Habaniyah, near Baghdad, was always regarded as a threat to Iran's oilfields in Khuzestan. In 1941 British forces, using Iraq as a springboard, invaded and occupied southern Iran. In 1951-3 the British again used Iraq as a military base against Iran during the oil nationalisation crisis. Iran also saw itself as the natural protector of the shi'ites who formed 60 per cent of Iraq's population, as well as the Kurds who belonged to the larger ethnic Iranic family. As far as Iranian ruling elites were concerned there had been no justification in turning Mesopotamia into a new nation-state.'' (pp. 204-205)
 
*L'intera regione dal Nord Africa – in cui il Marocco era coinvolto nella guerra del Sahara Occidentale – al subcontinente indiano formavano un "arco di instabilità". Il conflitto arabo-israeliano, il conflitto indo-pakistano sul Kashmir e la disputa fra Afganistan e Pakistan sul Pushtunistan erano solo i più importanti campi minati che minacciavano la regione. In mezzo a tutto questo, l'Iran era un autentico paradiso di tranquillità con buoni rapporti con tutti gli stati della regione.
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*La SAVAK ed alcuni altri membri dell'entourage dello Scià avevano un forte interesse a rafforzare la sua convinzione che il dissenso fosse solo un altro nome per tradimento e una delle prime cose che la SAVAK cercò di "provare" su chiunque fosse sospetto di nascondere opinioni dissenzienti era il collegamento con l'estero. Interi dossier vennero fabbricati – pieni di prove false o di semplici deduzioni – per dimostrare che praticamente tutti i noti critici del regime, erano stati, una volta o l'altra, in contatto con potenze straniere – soprattutto l'Urss, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e vari stati arabi radicali.
:''SAVAK and some members of the Shah's entourage had a vested interest in strengthening his belief that dissent was just another name for treason and one of the first things that SAVAK tried to "prove" about anyone suspected of harbouring dissident views was the foreign link. Entire dossiers were made up – filled with fake evidence or mere inferences – to show that virtually all of the regime's known critics had, at some time or other been in contact with foreign powers – chiefly the USSR, the United States, Britain, and various radical Arab states.'' (p. 215)
 
*Si stima che fra il 1970 e il 1978 mezzo milione di persone, quasi tutte di estrazione sociale media o alta, furono "intervistate" almeno una volta dalla [[SAVAK]]. Queste "interviste" talvolta assumevano la forma di irruzioni nelle abitazioni private nel cuore della notte. In molti casi,invece, gli "intervistati" erano cortesemente invitati a presentarsi in un dato momento ad una delle "case sicure". L'"intervista" poteva durare un'ora o diversi giorni. In alcuni casi poteva degenerare in un più lungo dramma di carcerazione o di tortura. Lo Scià non ammise mai l'esistenza di prigionieri politici in Iran. Preferiva, invece, parlare di "traditori" e "terroristi". È perfettamente possibile che si fosse convinto che chiunque metteva in discussione il suo giudizio su qualsiasi questione fondamentale fosse motivato da qualcosa di diverso dal legittimo dissenso. Lo Scià considerava la politica nel senso normale del termine un "veleno mortale" per l'Iran. Credeva che i politici fossero motivati dall'avidità, dall'amore del potere e da una brama di popolarità.
:''Between 1970 and 1978 an estimated half a million people, almost all of them with urban middle-class or upper-class backgrounds, were 'interviewed' at least once by SAVAK. These 'interviews' sometimes came in the form of raids on private homes in the middle of the night. In most cases, however, the 'interviewee' would be politely invited to present himself at one of SAVAK's safe houses at a given time. The 'interview' could last an hour or several days. In some cases it could degenerate into a longer drama of imprisonment or torture. The Shah never admitted the presence of any political prisoners in Iran. Instead, he preferred to speak of 'traitors' and 'terrorists'. It is entirely possible that he convinced himself that anyone who questioned his judgement on any major issue was motivated by other than legitimate dissent. The Shah regarded politics in the normal sense of the term as a 'deadly poison' for Iran. He believed that politicians were motivated by greed, love of power and a craving for popularity.'' (p. 215)
 
*La SAVAK fomentava l'indole sospettosa dello Scià. Gli scrittori, gli artisti, gli uomini d'affari e i docenti universitari che riscuotevano uno straordinario successo o diventavano straordinariamente popolari erano identificati dalla SAVAK come potenziali minacce se non al regime almeno alla stessa polizia segreta. Le "persone di successo" erano perciò gentilmente persuase, se non di fatto costrette, a dichiarare apertamente la loro lealtà a Sua Maestà Imperiale ogni volta che se ne presentasse l'occasione. Chi si rifiutava di farlo era messo in una lista nera e sottoposto a vessazioni o peggio.
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*Molte vittime della [[SAVAK]] erano scrittori, poeti, giornalisti e altri intellettuali. Nel 1975, la lista nera di libri proibiti includeva più di 2000 titoli e, per certi scrittori e poeti, cacciarsi nei guai con la SAVAK diventava un mezzo per assicurarsi la loro propria popolarità.
:''Many of SAVAK's victims were writers, poets, journalists and other intellectuals. In 1975 the black list of banned books included more than 2000 titles and, to some writers and poets, having trouble with SAVAK became a means of ensuring their own popularity.'' (p. 216)
 
*La "[[Rivoluzione Bianca]]" aveva creato una nuova classe urbana di uomini d'affari dallo stile imprenditoriale aggressivo, di appaltatori, speculatori e [trafficanti d'influenza?] che maneggiavano l'apparato statale come uno strumento per assicurarsi e distribuire privilegi. Lo Scià credeva di poter essere al di sopra delle classi sociali ed agire da arbitro disinteressato dei conflitti nella società. In più allargò il divario fra i più ricchi e i più poveri e creò una nuova classe media urbana la cui vita quotidiana non poteva mai essere all'altezza delle loro aspirazioni ad un migliore accesso ad un maggior numero di beni e servizi. Questa nuova classe provava inoltre risentimento per il fatto di essere esclusa dai processi decisionali.
:''The 'White Revolution' had created a new urban class of aggressively enterprising businessmen, contractors, speculators and influence-peddlers who treated the state apparatus as an instrument for securing and distributing privileges. The Shah believed that he could stand above social classes and act as a disinterested arbiter of conflicts within society. Iran's economic boom, fuelled by the rising of income from oil, had brought with it an overall improvement in the material living conditions of virtually all sections of society. It also widened the gap between the very rich and the very poor, and created a new urban middle class whose daily lives could never match up to their aspirations for better access to more goods and services. This new class also resented the fact that it was shut out of decision-making.'' (p. 231)
 
*Nella sua forma più semplice, il Governo Islamico era derivato da principi fondamentali sciiti. Il governo della comunità dei fedeli dev'essere assicurato dagli imam infallibili. Ali, il quarto Califfo, e i suoi undici discendenti maschi, avevano rappresentato il potere divino sulla terra. Il dodicesimo imam, Muhammad ben Hassan, conosciuto come Mahdi (il Ben Guidato), si era occultato per un periodo di tempo indeterminato. Al suo ritorno, avrebbe restaurato la pace e la giustizia nell'intero universo. Durante la sua assenza, il potere temporale doveva essere esercitato da un teologo rinomato, casto, disinteressato e esperto. Questo era il principio di [[Velayat-e faqih]] (La Tutela del Giurisperito) ovvero il governo del clero. Perciò, il regime dello Scià era quindi illegittimo e andava sostituito con un vero governo "islamico".